Riforma Professioni, dagli Architetti la richiesta di un iter rapido

"Concordiamo con il Ministro Sacconi sulla necessità che la Riforma delle professioni venga realizzata in tempi brevi per mettere i professionisti italiani n...

17/10/2011
"Concordiamo con il Ministro Sacconi sulla necessità che la Riforma delle professioni venga realizzata in tempi brevi per mettere i professionisti italiani nelle condizioni di poter contribuire con maggiori strumenti, e ancora meglio di quello che già fanno, alla ripresa economica del Paese ed al suo sviluppo. Ribadiamo ancora una volta la nostra disponibilità a partecipare con le nostre proposte ad un tavolo di lavoro che realmente scriva la Riforma in modo che essa sia attuata entro l'anno".

E' questo l'ultimo commento del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori in risposta alle dichiarazioni del Ministro Sacconi che, intervenendo nel corso del Congresso nazionale del Notariato, ha evidenziato la necessità di intervenire nella riforma delle professioni in modo tempestivo così da poter raggiungere risultati concreti.

"Preoccupa, invece - ha continuato il CNAPPC - verificare ancora una volta la superficiale conoscenza che il Presidente dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dimostra di avere sulla realtà dei Paese europei, così come stupisce che il regolatore del mercato proponga soluzioni cinesi di abbassamento degli standard di conoscenza e di preparazione dei professionisti - che dovrebbero e devono, invece, essere considerati l'eccellenza del Paese - giustificandolo con calcoli di incremento del PIL che sono, di fatto, indimostrabili".

"Tutti gli Stati europei - ha continuato il CNAPPC - condividono, nelle loro proposte di revisione sulla Direttiva Qualifiche Professionali, 5 anni di formazione ai quali si aggiunge almeno un anno di tirocinio per i futuri professionisti. Mentre USA, India e Brasile promuovono politiche per innalzare gli standard di formazione, la Germania investe platealmente sulle professioni intellettuali come motore dello sviluppo".

"Il Garante della Concorrenza - ha concluso il Consiglio Nazionale - non dovrebbe assumere, per definizione, posizioni ideologiche, ma essere più e attento e sereno nell'arbitrare il mercato, soprattutto in questo difficile periodo".

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