Riforma Professioni: dagli industriali no alle tariffe minime

Ricomincia il botta e risposta tra professionisti e industriali. Dopo l'incontro del 21 luglio scorso tra il mondo delle professioni tecniche ed il Ministro ...

26/07/2010
Ricomincia il botta e risposta tra professionisti e industriali. Dopo l'incontro del 21 luglio scorso tra il mondo delle professioni tecniche ed il Ministro della Giustizia Angelino Alfano, è arrivato il confronto con gli industriali che hanno ribadito la loro totale contrarietà verso un ritorno all'inderogabilità delle tariffe minime dei professionisti.

Ricordiamo che già all'indomani della prima cozza di disegno di legge presentata da Siliquini, Vietti, Vitali e Mantini, erano seguite le prime dichiarazioni del Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che, senza mezzi termini, ha palesato la totale contrarietà di Confindustria in merito alla reintroduzione dei minimi tariffari, affermando addirittura che "Se Governo e maggioranza persistono in questa marcia indietro sulle liberalizzazioni nel commercio e nelle professioni, noi ci metteremo di traverso e sarà opposizione dura. Nessuno di noi si è mai sognato di chiedere tariffe minime per macchine utensili, abiti o elettrodomestici. Se è questo che volete, ci metteremo in fila anche noi per ottenerle".

A distanza di 2 mesi, Confindustria non ha cambiato idea e nell'incontro del 22 luglio 2010 con il Ministro Alfano in cui si è parlato di giustizia civile, ha ribadito che in questo momento non ci possono esser settori esposti alla concorrenza e settori invece coperti e privilegiati. La Marcegaglia ha, dunque, riproposto il pensiero secondo il quale nessun industriale si è mai sognato di chiedere tariffe minime per macchine utensili, abiti o elettrodomestici e che se ritorneranno i minimi per i professionisti, anche gli industriali si metteranno in fila per ottenere dei listini minimi.

Alle dichiarazioni della Marcegaglia è seguita la pronta risposta di Marina Calderone, presidente Cup e del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, che ha precisato che la riforma delle professioni non consiste solamente nel ripristino dei minimi. La Calderone ha affermato che "gli ordini hanno un ruolo terzo che non può essere paragonato a quello delle aziende che hanno come obiettivo solo il profitto. Anche a noi piacerebbe sapere quali e quanti finanziamenti pubblici prendono le imprese e che utilizzo ne fanno. Ma noi facciamo i professionisti e ci occupiamo di ciò che meglio sappiamo fare".

Nel suo intervento, la Calderone ha precisato, inoltre, che il ripristino dell'inderogabilità dei minimi tariffari sono riferiti alle attività che hanno conseguenze sulla collettività, ovvero le opere pubbliche. Ricordiamo, infatti, che a causa dell'eliminazione dei minimi tariffari, si è assistito a gare con ribassi sull'offerta iniziale anche del 90-100%. Preoccupanti sono stati i risultati emersi dal monitoraggio, realizzato dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, sui bandi di gara per l'affidamento dei servizi di ingegneria (progettazione, direzione dei lavori, coordinamento per la sicurezza, collaudo, misura e contabilità etc.) pubblicati nel primo trimestre 2010, che, sulla scia dei risultati del trimestre ottobre-dicembre 2009 ha visto ribassi medi nell'ordine del 40% e massimi dell'80%, ma soprattutto una crescente marginalizzazione dei liberi professionisti (individuali, associati o strutturati in forma di società di professionisti) che hanno acquisito solo il 5,3% dei bandi di progettazione ed esecuzione aggiudicati, mentre se si considera il valore delle aggiudicazioni tale quota per questo trimestre è pari allo 0,6%.

Continuano, dunque, le ricadute dell'effetto Bersani e della liberalizzazione dei compensi professionali, sul mercato della libera professione che è di fatto esclusa dai bandi che assegnano congiuntamente incarichi di progettazione ed esecuzione dei lavori. In termini numerici, i liberi professionisti "resistono" solo nei bandi aventi ad oggetto la progettazione e gli altri servizi di ingegneria (senza esecuzione dei lavori); nel primo trimestre 2010 essi si sono aggiudicati il 42,7% di questa tipologia di bandi, quota che scende però all'11,4% se si considera l'importo degli incarichi.

Il mondo della libera professione resta vigile ed in attesa di novità.

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