Riforma professioni, Architetti: soddisfatti per modifica emendamento

"Siamo grati a tutti coloro - come il Ministro Alfano, i deputati e senatori del Pdl e dell'Udc - che hanno ritenuto che una riforma così importante non pote...

15/07/2011
"Siamo grati a tutti coloro - come il Ministro Alfano, i deputati e senatori del Pdl e dell'Udc - che hanno ritenuto che una riforma così importante non potesse essere "liquidata" attraverso un emendamento di poche righe a un provvedimento di natura puramente economica. Siamo, altresì soddisfatti, che la modifica del testo dell'emendamento distingua tra le professioni costituzionalmente regolamentate e le altre attività intellettuali o di impresa."

Questo il primo commento del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori dopo la maratona, durata fino alle 3 notte, che ha portato alla definitiva eliminazione dell'articolo presente che prevedeva l'abolizione di tutte le restrizioni vigenti e l'autorizzazione preventiva all'esercizio di tutte le professioni.

"Resta, comunque improrogabile e quanto meno urgente per gli architetti italiani - continua il CNAPPC - riformare il proprio vetusto ordinamento. Per questo motivo dopo la pausa estiva proporremo - a tutte le forze politiche, economiche e sociali del Paese, perché la qualità del mestiere di architetto incide sulla vita quotidiana dei cittadini, sull'habitat e sull'ambiente - un progetto di riforma innovativo, capace di contemperare i principi dell'etica, del merito e della qualità con le esigenze del mercato globale".

In effetti la domanda che forse tutti i professionisti si saranno posti è: che utilità può avere rimuovere gli ordini professionali e l'esame di stato per migliorare le condizioni delle professioni intellettuali?Probabilmente il Governo avrebbe fatto meglio ad ascoltare quanto già segnalato dall'Antitrust da oltre 15 anni: numero chiuso, tariffe minime e revisione delle modalità di svolgimento delle attività professionali.

"Sarà poi importante disegnare, con le università, iter formativi e di tirocinio adatti alle nuove esigenze della collettività così come - ha continuato il CNAPPC - dialogare con il mondo produttivo per fare sistema. In questa ottica invitiamo ancora una volta Confindustria a sedersi ad un tavolo di confronto per collaborare insieme allo sviluppo del Paese: mettendo ciascuno a frutto - come avviene, ad esempio, in Germania - le rispettive diversità. Se noi architetti, infatti, ci omologassimo ad una natura aziendale uccideremmo la nostra capacità di innovazione e di progetto".

"Gli architetti italiani - conclude la nota del CNAPPC - hanno a cuore il futuro del Paese, e mettono al suo servizio un ordinamento professionale che vogliamo moderno, fondato su etica, merito individuale e qualità del servizio ai cittadini: tutto ciò ci permetterà di contribuire ad uno sviluppo ordinato e sostenibile".

Chiudiamo l'articolo segnalando un fatto assai curioso. È tempo di dichiarazioni dei redditi un Ingegnere va dal suo commercialista che, dopo aver fatto opportunamente i suoi conti, gli dice: "Caro ingegnere secondo quanto previsto dagli studi di settore lei dovrebbe dichiarare 8.500 euro in più per risultare congruo e coerente". Risponde l'Ingegnere: "Ma io questi soldi non li ho guadagnati, ho solo dovuto applicare dei forti sconti al mio tariffario per poter lavorare e non stare fermo". Continua il commercialista: "Lo Stato ha i suoi parametri e lei per non rischiare in visite della Guardia di Finanza (che qualcosa trova sempre) deve dichiarare di più". Risponde l'Ingegnere: "Come è umano lo Stato"....

Forse è il caso di rivedere qualcosa nel sistema...

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