Riforma professioni: è scontro sull'albo unico dei professionisti
La battaglia delle professioni è cominciata: ingegneri e architetti uniti contro geometri e periti. La bozza di disegno di legge dell'On.le Maria Grazia Sili...
La battaglia delle professioni è cominciata: ingegneri e architetti
uniti contro geometri e periti. La bozza di disegno di legge
dell'On.le Maria Grazia Siliquini, relatore in Commissione
Giustizia alla Camera dei Deputati del provvedimento di riforma
delle Libere Professioni (AC503), ha generato solo confusione e
rancori da una parte e dall'altra. A nulla è servita la marcia
indietro della Siliquini la quale ha precisato che la bozza di
disegno di legge era solo un'ipotesi di testo base a cui dovrà
seguire un sereno e pacato confronto.
Ricordiamo che la riforma era partita nel migliore dei modi con il raggiungimento di un accordo nel 2009 (chiamato PAT) che sanciva un'intesa insperata tra le principali professioni tecniche. È stato sufficiente che nella proposta della Siliquini si parlasse di cancellazione dell'Albo B degli ordini (ingegneri e architetti junior) ed istituzione di un albo unico riservato ai tecnici di primo livello, affinché i buoni propositi iniziali di sciogliessero come neve al sole: da una parte ingegneri e architetti che temono di perdere il controllo sui junior (laureati triennali) e allo stesso tempo hanno paura di equiparare le lauree di primo livello ai diplomi tecnici; dall'altra geometri e periti che vedono nella riforma uno spiraglio per un riconoscimento più ampio ed uno snellimento che dia concretezza alle proprie professioni.
Proprio questi ultimi, in un comunicato del Cogepapi (Coordinamento geometri, periti agrari e periti industriali) hanno affermato la bontà del testo della Siliquini, rilevando un allarmismo sproporzionato da parte delle altre professioni. Secondo i presidenti delle tre categorie, rispettivamente Fausto Savoldi, Andrea Bottaro e Giuseppe Jogna, per la prima volta si ha il coraggio di proporre davvero qualcosa di nuovo: non per l'interesse dei singoli professionisti ma per quello dei cittadini, della società tutta e del mercato. Tutto questo con uno sguardo rivolto verso quella semplificazione auspicata dallo stesso ministro della Giustizia Angelino Alfano quando, lo scorso 15 aprile, ha incontrato i rappresentanti degli ordini professionali.
Il Cogepapi ha evidenziato i punti qualificanti della bozza Siliquini, ovvero:
Entrando nel dettaglio della proposta della Siliquini, evidenziamo i punti critici che hanno generato la rottura tra le varie categorie professionali:
Ricordiamo che la riforma era partita nel migliore dei modi con il raggiungimento di un accordo nel 2009 (chiamato PAT) che sanciva un'intesa insperata tra le principali professioni tecniche. È stato sufficiente che nella proposta della Siliquini si parlasse di cancellazione dell'Albo B degli ordini (ingegneri e architetti junior) ed istituzione di un albo unico riservato ai tecnici di primo livello, affinché i buoni propositi iniziali di sciogliessero come neve al sole: da una parte ingegneri e architetti che temono di perdere il controllo sui junior (laureati triennali) e allo stesso tempo hanno paura di equiparare le lauree di primo livello ai diplomi tecnici; dall'altra geometri e periti che vedono nella riforma uno spiraglio per un riconoscimento più ampio ed uno snellimento che dia concretezza alle proprie professioni.
Proprio questi ultimi, in un comunicato del Cogepapi (Coordinamento geometri, periti agrari e periti industriali) hanno affermato la bontà del testo della Siliquini, rilevando un allarmismo sproporzionato da parte delle altre professioni. Secondo i presidenti delle tre categorie, rispettivamente Fausto Savoldi, Andrea Bottaro e Giuseppe Jogna, per la prima volta si ha il coraggio di proporre davvero qualcosa di nuovo: non per l'interesse dei singoli professionisti ma per quello dei cittadini, della società tutta e del mercato. Tutto questo con uno sguardo rivolto verso quella semplificazione auspicata dallo stesso ministro della Giustizia Angelino Alfano quando, lo scorso 15 aprile, ha incontrato i rappresentanti degli ordini professionali.
Il Cogepapi ha evidenziato i punti qualificanti della bozza Siliquini, ovvero:
- pone fine all'inutile distinzione tra ordini e collegi che, di fatto, assolvono al medesimo compito;
- affronta il nodo del livello formativo e stabilisce che un titolo di studio deve consentire l'accesso all'esercizio di una sola professione.
Entrando nel dettaglio della proposta della Siliquini, evidenziamo i punti critici che hanno generato la rottura tra le varie categorie professionali:
- l'ar. 4, prevede l'accorpamento degli Ordini professionali esistenti e la soppressione della sezione B degli albi;
- l'art. 5 definisce le modalità di accesso alla professione, prevedendo un tirocinio obbligatorio (che prevede un equo compenso, avente natura indennitaria) e un esame di stato per l'abilitazione all'esercizio della professione. Nel caso in cui l'ordinamento professionale lo preveda, il tirocinio può essere svolto in parte mediante la partecipazione a corsi di formazione per la preparazione agli esami di Stato;
- l'art. 6 affronta l'annoso problema delle tariffe professionali. In particolare, prevede che le stesse siano stabilite con decreto del Ministero della Giustizia e che siano rinnovate ogni triennio, su proposta dei rispettivi consigli nazionali. Le tariffe dovranno indicare i minimi e i massimi, ma potranno essere derogate in caso di pattuizione antecedente la prestazione. In caso di mancata determinazione consensuale del compenso, quando il committente è un ente pubblico, si applicano comunque le tariffe previste dal decreto del Ministero della Giustizia;
- l'art. 7 tratta la pubblicità informativa, autorizzando il professionista a promuovere il proprio nome, titolo e albo di appartenenza, le materie o i settori di arrività prevalente, le eventuali specializzazioni conseguite nonché la ragione sociale della società di professionisti di cui fanno parte. Sarà compito degli ordini stabilire i parametri di correttezza dell'informazione pubblicitaria;
- l'art. 8 riguarda l'assicurazione professionale;
- l'art. 9 riguarda agevolazioni e incentivi diretti a favorire la ricerca, lo sviluppo dell'occupazione e gli investimenti dei professionisti, nonché le spese deducibili per la formazione;
- il Capo II (articoli da 10 a 13) del ddl tratta la struttura degli ordini;
- il Capo III (articoli da 14 a 16) riguarda il controllo deontologico e amministrativo;
- infine, il Capo IV riguarda le norme transitorie e le deleghe al governo.
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A cura di Ilenia
Cicirello
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