Riforma professioni: riorganizzazione nell'interesse del cittadino

Nonostante le recenti vicende che hanno visto i professionisti dell'edilizia penalizzare la propria professionalità, il Governo continua il suo lavoro per un...

07/04/2010
Nonostante le recenti vicende che hanno visto i professionisti dell'edilizia penalizzare la propria professionalità, il Governo continua il suo lavoro per una riorganizzazione totale delle professioni, la cancellazione del decreto Bersani e la ripresa del settore delle libere professioni intellettuali.

Lo stesso Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, aveva convocato per il oggi (rinviata poi al 15 aprile) un'assemblea straordinaria con i presidenti dei Consigli nazionali degli ordini professionali, con l'obiettivo di snellire gli ordinamenti per un’impostazione più rispondente alle moderne esigenze di ambiti professionali proiettati in uno scenario internazionale.

Il gruppo di lavoro servirà ad eliminare eventuali sovrapposizioni di norme che, nel tempo, si sono succedute ed inoltre procedere all’eliminazione di quelle che, introdotte nella precedente legislatura, lungi dall’avere beneficiato i cittadini, hanno solo punito i professionisti.

Contemporaneamente, l’On.le Maria Grazia Siliquini, relatore in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati del provvedimento di riforma delle Libere Professioni (AC503) ha affermato la necessità di rivedere la riforma delle professioni e che "Il vero obiettivo da perseguire è il riordino normativo nell’interesse dei cittadini italiani, che oggi sono spesso alla mercé di operatori abusivi, dopo i grandi pasticci combinati durante il Governo Prodi. Ci chiediamo come mai il PD, oggi come allora, non perda occasione per aggredire i due milioni di lavoratori autonomi, che rappresentano la categoria di eccellenza tra le partite IVA. Trattasi, infatti, dei professionisti intellettuali che si formano dopo seri periodi di studio e che si mettono ogni giorno in gioco con serietà e dedizione, dando vita al 12,5% del PIL".

L'On.le Silifquini ha, inoltre, confermato la complessità del tema sostenendo che la necessità è quella di tener conto delle vere problematiche dei professionisti italiani e della violazione della direttiva europea 36/2005. "Andare avanti - ha concluso la Siliquini - significa fare delle riforme vere che riportino l’Italia in linea con l’Europa, applicando correttamente e compiutamente la direttiva Zappalà, che è stata disapplicata dal decreto Prodi. Oggi l’Italia, come è emerso nel corso dell’audizione in commissione Giustizia durante l’indagine conoscitiva del relatore Zappalà, è fuori dall’Europa. Noi abbiamo il dovere di procedere alla modernizzazione delle professioni in linea con l’ordinamento comunitario".

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