SI DEL SENATO AL DLGS DIRETTIVA QUALIFICHE
Continua spedito, ma con significativi intoppi, l’iter per la definitiva approvazione e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dello schema di Decreto Legisl...
Continua spedito, ma con significativi intoppi, l’iter per la
definitiva approvazione e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
dello schema di Decreto Legislativo recante “Attuazione della
direttiva 2005/36/CE, relativa al riconoscimento delle qualifiche
professionali” su cui hanno espresso parere favorevole lo
scorso 10 ottobre le Commissioni riunite II Giustizia e X Attività
produttive della Camera dei deputati e su cui si sono appuntati gli
strali del Comitato unitario delle Professioni (CUP) che
nell’assemblea del 12 ottobre scorso aveva contesta il surrettizio
riconoscimento delle Associazioni professionali non regolamentate
ed aveva “denunciato che tale riconoscimento era illegittimo in
quanto esulava dalla delega conferita al Governo e anticipa un nodo
importante della riforma, palesando la totale indisponibilità della
maggioranza a costruire un percorso condiviso con tutti gli
operatori del settore”.
E’ del 17 ottobre scorso il parere favorevole con osservazioni espresso dalla Commissione Giustizia (II) del Senato che valuta positivamente lo schema di decreto legislativo, attuativo della direttiva comunitaria 2005/36/CE del Parlamento Europeo e che formula alcune osservazioni di dettaglio ma con una di notevole importanza in cui esprime perplessità in merito alla norma di cui all'articolo 25 dello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri ove si prevede che alla individuazione delle c.d. “piattaforme comuni”, ovvero dei criteri per uniformare i “curricula formativi” previsti nei vari Stati comunitari, partecipino - nel caso di professione già regolamentata - gli ordini, i collegi e le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale ed - in caso di professione non ancora regolamentata in Italia - esclusivamente le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale.
Tale norma, conducendo di fatto al riconoscimento di professioni non regolamentate, potrebbe configurare un eccesso di delega rispetto alla direttiva, atteso che l'ambito di applicazione di quest'ultima è limitato alle professioni c.d. regolamentate.
La norma in esame finirebbe - paradossalmente - per configurare tali associazioni (non ancora riconosciute in Italia) quali interlocutori legittimati a livello europeo, potendosi anche astrattamente configurare il loro riconoscimento surrettizio. Tra lo schema di decreto in esame ed i provvedimenti volti a riformare le professioni, vi è una stretta correlazione della quale non può non tenersi conto.
La Commissione Giustizia del Senato, dunque, è sulla stessa lunghezza d’onda del CUP che aveva contestato, come già avevamo fatto cenno prima “il surrettizio riconoscimento delle Associazioni professionali non regolamentate operato dalle Commissioni Giustizia e Attività produttive della Camera nel decreto legislativo di recepimento della Direttiva sulle qualifiche professionali 36/2005”.
La telenovela continua.
E’ del 17 ottobre scorso il parere favorevole con osservazioni espresso dalla Commissione Giustizia (II) del Senato che valuta positivamente lo schema di decreto legislativo, attuativo della direttiva comunitaria 2005/36/CE del Parlamento Europeo e che formula alcune osservazioni di dettaglio ma con una di notevole importanza in cui esprime perplessità in merito alla norma di cui all'articolo 25 dello schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri ove si prevede che alla individuazione delle c.d. “piattaforme comuni”, ovvero dei criteri per uniformare i “curricula formativi” previsti nei vari Stati comunitari, partecipino - nel caso di professione già regolamentata - gli ordini, i collegi e le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale ed - in caso di professione non ancora regolamentata in Italia - esclusivamente le associazioni di categoria rappresentative a livello nazionale.
Tale norma, conducendo di fatto al riconoscimento di professioni non regolamentate, potrebbe configurare un eccesso di delega rispetto alla direttiva, atteso che l'ambito di applicazione di quest'ultima è limitato alle professioni c.d. regolamentate.
La norma in esame finirebbe - paradossalmente - per configurare tali associazioni (non ancora riconosciute in Italia) quali interlocutori legittimati a livello europeo, potendosi anche astrattamente configurare il loro riconoscimento surrettizio. Tra lo schema di decreto in esame ed i provvedimenti volti a riformare le professioni, vi è una stretta correlazione della quale non può non tenersi conto.
La Commissione Giustizia del Senato, dunque, è sulla stessa lunghezza d’onda del CUP che aveva contestato, come già avevamo fatto cenno prima “il surrettizio riconoscimento delle Associazioni professionali non regolamentate operato dalle Commissioni Giustizia e Attività produttive della Camera nel decreto legislativo di recepimento della Direttiva sulle qualifiche professionali 36/2005”.
La telenovela continua.
A cura di Paolo
Oreto
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