Sblocca Italia: dagli Architetti la richiesta di reintrodurre il regolamento Edilizio nazionale

Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo che rilevava come nella speciale classifica realizzata da Doing Business nel 2013 in merito alla "facilità di fare ...

24/09/2014
Pochi giorni fa ho pubblicato un articolo che rilevava come nella speciale classifica realizzata da Doing Business nel 2013 in merito alla "facilità di fare impresa" di 185 economie mondiali, l'Italia fosse stata posizionata al 73esimo posto (leggi articolo).

Ammetto di aver scritto questo articolo in tono certamente polemico nei confronti di chi ancora oggi parla di detrazioni fiscali ed ecobonus come possibile soluzione ai problemi italiani. Ultimo a parlarne è stato il Consiglio Nazionale degli Architetti che mosso probabilmente dalle mie parole (e qui ammetto la mia soddisfazione soprattutto nei confronti di chi critica il lavoro di questo portale), ha pubblicato un nuovo comunicato stampa in cui a distanza di 2 giorni cita proprio questa speciale classifica di Doing Business, prendendola come spunto per richiedere al Governo di stare molto attento in sede di conversione dello Sblocca Italia.

Mi fa piacere che il CNAPPC legga queste pagine e li prenda come spunto dei suoi quotidiani comunicati stampa, anche se in effetti noi poveri professionisti forse ci aspetteremmo un po' di più dai nostri rappresentanti nazionali. Ma questa è un'altra storia.

Il comunicato stampa comincia così.
"L'Italia è al 112° posto su 185 Paesi per numero di procedure, tempi e costi necessari per poter avere un permesso in edilizia con una Germania che si colloca al 12° posto e dove perfino la Grecia - 66° - occupa una posizione migliore della nostra. Se poi guardiamo la classifica dei tempi necessari ad avere un permesso è la debacle: siamo al 151° posto, in fondo alla classifica. Il Regno Unito autorizza un progetto in 88 giorni, gli USA in 91, la Germania in 97 giorni e noi in 233!"

Dopo aver snocciolato questi dati, il CNAPPC ha invitato anche in nostri Parlamentari a prenderne visione affinché in sede di conversione in legge dello Sblocca Italia abbiano un "quadro plastico e la spiegazione razionale delle ragioni per cui in Italia l'edilizia è crollata, le banche non fanno credito ai progetti e i grandi investitori vanno altrove".

"E' più che urgente cambiare subito questa inaccettabile situazione - ha continuato il CNAPPC - se vogliamo davvero rimettere l'Italia sui binari dello sviluppo, avendo tutti ormai molto chiaro che le lungaggini burocratiche non hanno garantito né la salvaguardia dei territori né la fine dell'abusivismo edilizio, anzi".

"Lo Sblocca Italia diventando legge può superare i problemi formali di "contenimento" legislativo dei decreti legge, ed è perciò strategico per intervenire con un approccio assai più profondo e riformista di quanto abbia potuto fare il Governo, per esempio re-introducendo il regolamento Edilizio nazionale, maggiori responsabilità della P.A. inerte, limiti temporali all'autotutela della P.A. e ai diritti di terzi. Tre mesi, con certezza del diritto, sono un tempo più che sufficiente per dire di sì o di no a un progetto: in caso contrario l'industria edilizia affonderà definitivamente (750 mila occupati in meno ) e con essa l'Italia, considerato che il settore vale circa il 15% del PIL nazionale".

Ringrazio ufficialmente il CNAPPC per aver letto il mio articolo e li invito a restare collegati alle nostre pagine giornalmente, leggendo magari anche i commenti dei nostri utenti, affinché possano restare collegati anche con la realtà dei professionisti che certamente non è buona.

A cura di Gianluca Oreto
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