Sciopero Colosseo, Franceschini: misura è colma
"La misura è colma. Ora basta. Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di go...
"La misura è colma. Ora basta. Proprio nel momento in cui la
tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo
anni al centro dell'azione di governo, proprio mentre i dati del
turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre
Expo e Giubileo portano ancora di più l'attenzione del mondo
sull'Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle
discussioni preparatorie per la legge di stabilità a cercare di
portare più risorse per la cultura e per il personale del
ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo
a ai più importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti
in fila davanti agli occhi di tutto il mondo".
Queste le parole del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini dopo che, per un'assemblea sindacale, sono state ritardate alle 11.30 le aperture di alcuni dei siti archeologici più importanti di Roma tra i quali il Colosseo, il Foro Romano e Palatino, le Terme di Diocleziano e Ostia Antica. "Non si è trattato di chiusure ma di aperture ritardate - ha precisato la Soprintendenza speciale per il Colosseo e l'area archeologica - I siti, come previsto, alle 11.30 hanno aperto, compreso l'Anfiteatro Flavio".
Dispiaciuto ma con le mani legate anche il soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti cha ha affermato "Sono dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l'assemblea. Tutto si è svolto regolarmente, l'assemblea non aveva come oggetto il Colosseo, il problema è nazionale e riguarda il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio: non ci sono rivendicazioni nei confronti della soprintendenza, ma del datore di lavoro generale che è il Mibact".
Molto critico il Ministro Franceschini: "Il buonsenso nell'applicare regole e nell'esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese. Per questo abbiamo concordato questa mattina con il Presidente Renzi che al Consiglio dei Ministri di questo pomeriggio proporrò una modifica legislativa che consenta di inserire anche i Musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico tra i servizi pubblici essenziali".
"La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale - leggiamo in una nota del Garante degli scioperi - motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre città". Critico anche il Presidente Roberto Alesse, che ha proposto la trasformazione dei beni culturali in servizi pubblici essenziali.
Queste le parole del Ministro dei beni culturali Dario Franceschini dopo che, per un'assemblea sindacale, sono state ritardate alle 11.30 le aperture di alcuni dei siti archeologici più importanti di Roma tra i quali il Colosseo, il Foro Romano e Palatino, le Terme di Diocleziano e Ostia Antica. "Non si è trattato di chiusure ma di aperture ritardate - ha precisato la Soprintendenza speciale per il Colosseo e l'area archeologica - I siti, come previsto, alle 11.30 hanno aperto, compreso l'Anfiteatro Flavio".
Dispiaciuto ma con le mani legate anche il soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti cha ha affermato "Sono dispiaciuto per i disagi, ma era impossibile vietare l'assemblea. Tutto si è svolto regolarmente, l'assemblea non aveva come oggetto il Colosseo, il problema è nazionale e riguarda il mancato rinnovo del contratto e il mancato pagamento del salario accessorio: non ci sono rivendicazioni nei confronti della soprintendenza, ma del datore di lavoro generale che è il Mibact".
Molto critico il Ministro Franceschini: "Il buonsenso nell'applicare regole e nell'esercitare diritti evidentemente non basta più per evitare danni al proprio Paese. Per questo abbiamo concordato questa mattina con il Presidente Renzi che al Consiglio dei Ministri di questo pomeriggio proporrò una modifica legislativa che consenta di inserire anche i Musei e i luoghi della cultura aperti al pubblico tra i servizi pubblici essenziali".
"La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale - leggiamo in una nota del Garante degli scioperi - motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre città". Critico anche il Presidente Roberto Alesse, che ha proposto la trasformazione dei beni culturali in servizi pubblici essenziali.
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