Servizi di Ingegneria: a Teggiano ribasso record dell'86,1%
Nel 2014 l'importo medio della gare per i servizi di ingegneria affidati a professionisti è di 28mila euro, contro i quasi 366mila euro di quelle assegnate a...
Nel 2014 l'importo medio della gare per i servizi di ingegneria
affidati a professionisti è di 28mila euro, contro i quasi 366mila
euro di quelle assegnate alle società e i 440mila di quelli "vinte"
dai consorzi.
Questo, in sintesi, il contenuto di un'interessante analisi
condotta dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri relativo al "Monitoraggio sui bandi per i servizi
di ingegneria Anno 2014" e redatto da un gruppo di lavoro
coordinato da Massimiliano Pittau e composto da Emanuele
Palumbo e Maria Morgillo. Analisi che certifica, al
paragrafo 4 relativo ai bandi per servizi di ingegneria (senza
esecuzione) aggiudicati certifica la criticità relativa agli
importi delle gare aggiudicate, che l'importo medio delle gare
affidate ai professionisti è pari a 28mila euro, contro i quasi
366mila di quelle assegnate alle società e i 440 di quelli "vinte"
dai consorzi. Si tratta di importi abbastanza esigui tanto che
ai liberi professionisti (singoli, studi di ingegneria,
RTI/ATI di professionisti e società di professionisti) è stato
aggiudicato appena il 14,6% del totale degli importi.
Altra criticità evidenziata dal Centro Sudi è quella relativa ai
ribassi. Mentre nel 2014 è aumentato il numero di gare
aggiudicate con il massimo ribasso (1.383 a fronte delle 1.179 gare
dell'anno precedente), il ribasso medio si mantiene quasi sui
livelli del 2013 (35,2% nel 2014 contro il 34,5% dell'anno
precedente), ma, a differenza delle scorse indagini, la categoria
dei liberi professionisti non è più quella che offre i ribassi
maggiori. Tutt'altro: i liberi professionisti concedono in media
ribassi inferiori rispetto agli altri (33%,contro il 40,5% rilevato
tra le società e il 43,9% dei consorzi).
A livello regionale, pur annoverando l'appalto aggiudicato con il
ribasso più elevato (86,1%), la Campania è tra quelle in cui
le gare vengono affidate con i ribassi più contenuti: in media il
24%, valore superiore solo al 22,6% registrato nelle Marche.
Al contrario, Friuli Venezia Giulia e Umbria, con
ribassi medi che si aggirano intorno al 48% sono le Regioni in cui
i contraenti si aggiudicano i servizi di ingegneria offrendo i
ribassi più consistenti.
Le regioni con i maggiori ribassi medi sono cinque: Friuli
Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Umbria e Puglia, e per le
stesse il ribasso medio è compreso tra il 40 e il 50%. Hanno un
ribasso medio tra il 35 e il 40%, invece, altre 7 regioni e,
precisamente: Valle d'Aosta, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo,
Basilicata, Calabria e Sicilia.
In pratica, ben dodici regioni si collocano sopra la media
nazionale del 35,2%.
Relativamente ai ribassi il Record spetta al Comune di
Teggiano in provincia di Salerno con l'affidamento di un
incarico per la progettazione definitiva ed esecutiva, la direzione
lavori, il coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione
ed esecuzione per un liceo con un ribasso record dell'86,1%.
La procedura del prezzo più basso, ancora una volta, ha prodotto un
ribasso record.
"L'aumento degli affidamenti nelle gare per la realizzazione di
opere pubbliche - ha commentato Luigi Ronsivalle,
Presidente del Centro Studi CNI - indubbiamente induce ad un
moderato ottimismo. Del resto, i primi consistenti segnali di
crescita economica sono evidenziati anche dai dati sull'incremento
dell'occupazione degli ingegneri rispetto agli anni
scorsi".
"Va anche aggiunto - ha proseguito Ronsivalle - che
permane la situazione di svantaggio dei liberi professionisti.
Eppure dei piccoli professionisti non si può fare a meno perché
sono certamente più adatti a gestire la miriade di piccole opere
che difficilmente riscuoterebbero l'interesse delle grandi società.
Tuttavia, a causa degli eccessivi ribassi e della esclusione di
fatto dalle gare maggiori, essi non sono adeguatamente
valorizzati".
"La soluzione - ha concluso Ronsivalle - sarebbe trovare
forme di aggregazione diverse e più agili che consentano ai singoli
di mantenere un'autonomia amministrativa e strutture operative
molto snelle, pur non perdendo la possibilità di partecipare alle
gare più importanti. Penso ad esempio a qualcosa di simile alle
reti di piccole e medie imprese, che vedano un riconoscimento nelle
norme per gli appalti pubblici, tema che il Centro Studi si è
ripromesso di approfondire".
La marginalizzazione sottolineata da Ronsivalle è
determinata soprattutto da due fattori:
- da un lato le stazioni appaltanti in media chiedono alle società la presenza di almeno sei professionisti, il che taglia fuori dagli appalti più importanti gran parte degli studi professionali;
- d'altra parte, la quasi totalità dei bandi, in violazione delle indicazioni dell'Anac, richiede ai partecipanti un fatturato superiore al doppio dell'importo messo a gara, altro elemento che taglia le gambe ai piccoli studi di professionisti.
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