Sicurezza in edilizia: UNI pubblica la nuova prassi di riferimento
Uni in collaborazione con la rete dei Comitati Paritetici Territoriali (CPT) ha pubblicato una nuova prassi di riferimento che stabilisce gli "Indirizzi oper...
Uni in collaborazione con la rete dei Comitati Paritetici
Territoriali (CPT) ha pubblicato una nuova prassi di
riferimento che stabilisce gli "Indirizzi operativi per
l'asseverazione nel settore delle costruzioni edili e di ingegneria
civile (UNI/PdR 2:2013) ".
Il documento fornisce gli indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall'art. 51 del D.Lgs 81/08 e si applica al servizio di asseverazione erogato appunto dai CPT cioè dagli organismi bilaterali che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro nel settore edilizia.
Il processo di asseverazione, che prende avvio con la richiesta da parte dell'impresa edile al CPT, prevede sostanzialmente le seguenti tre fasi:
vDopo aver elaborato un primo documento al suo interno" - spiega Ruggero Lensi, Direttore Relazioni esterne sviluppo e innovazione dell'UNI - "la CNCPT (Commissione nazionale per la prevenzione infortuni, l'igiene e l'ambiente di lavoro) ha voluto inquadrarlo in modo corretto e coerente. Per questo motivo ha chiesto la nostra collaborazione e in pochi mesi siamo riusciti a definire un documento che identifica le fasi di verifica, le relative modalità operative e le competenze delle figure professionali incaricate del processo di asseverazione".
"Abbiamo deciso" - spiega il presidente CNCPT, Marco Garantola - "di approfondire gli aspetti connessi alla asseverazione costruendo una procedura, fissata in un documento, valida per l’intero territorio nazionale, in grado di fornire indicazioni omogenee a garanzia di tutte le imprese edili che vorranno fare asseverare i propri modelli di organizzazione e gestione della sicurezza. Per questo - conclude Garantola - ci siamo rivolti all'UNI affinché si giungesse all'elaborazione di una "prassi di riferimento", un documento che ha una durata limitata (cinque anni) ma che rispetto alla classica "norma tecnica" ha il vantaggio di essere più snella, fornendo al contempo tutte le garanzie di trasparenza che deve avere il mercato".
Il documento fornisce gli indirizzi operativi per il rilascio della asseverazione prevista dall'art. 51 del D.Lgs 81/08 e si applica al servizio di asseverazione erogato appunto dai CPT cioè dagli organismi bilaterali che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro nel settore edilizia.
Il processo di asseverazione, che prende avvio con la richiesta da parte dell'impresa edile al CPT, prevede sostanzialmente le seguenti tre fasi:
- una fase Istruttoria, caratterizzata dalla richiesta di asseverazione e dalla verifica dei pre-requisiti di accesso al servizio di asseverazione dell'impresa richiedente;
- una fase di Verifica durante la quale si effettua appunto la verifica e l'analisi di tutti gli obblighi documentali;
- un'ultima fase, Valutativa, caratterizzata dalla valutazione del rapporto di verifica e dal rilascio dell'asseverazione.
vDopo aver elaborato un primo documento al suo interno" - spiega Ruggero Lensi, Direttore Relazioni esterne sviluppo e innovazione dell'UNI - "la CNCPT (Commissione nazionale per la prevenzione infortuni, l'igiene e l'ambiente di lavoro) ha voluto inquadrarlo in modo corretto e coerente. Per questo motivo ha chiesto la nostra collaborazione e in pochi mesi siamo riusciti a definire un documento che identifica le fasi di verifica, le relative modalità operative e le competenze delle figure professionali incaricate del processo di asseverazione".
"Abbiamo deciso" - spiega il presidente CNCPT, Marco Garantola - "di approfondire gli aspetti connessi alla asseverazione costruendo una procedura, fissata in un documento, valida per l’intero territorio nazionale, in grado di fornire indicazioni omogenee a garanzia di tutte le imprese edili che vorranno fare asseverare i propri modelli di organizzazione e gestione della sicurezza. Per questo - conclude Garantola - ci siamo rivolti all'UNI affinché si giungesse all'elaborazione di una "prassi di riferimento", un documento che ha una durata limitata (cinque anni) ma che rispetto alla classica "norma tecnica" ha il vantaggio di essere più snella, fornendo al contempo tutte le garanzie di trasparenza che deve avere il mercato".
A cura di Gabriele
Bivona
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