Sismabonus 2018: cos'è, come funziona e cosa ne pensano gli Ingegneri Professionisti?
Con la pubblicazione del Decreto Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017, n. 58 recante "Linee guida per la classificazione del risch...
Con la pubblicazione del Decreto Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017, n. 58 recante "Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni", nel 2017 si è dato avvio al cosiddetto “Sismabonus” o "SismaBonus", cioè gli incentivi fiscali, previsti dall’articolo 1, comma 2, lettera c), della Legge di Bilancio 2017.
Le Linee Guida hanno affrontato per la prima volta in Italia il tema della classificazione del Rischio Sismico delle costruzioni esistenti prevedendo 8 classi di rischio dalla classe A+ (meno rischio) alla classe G (più rischio) che consentono di attribuire ad un edificio una specifica Classe di Rischio Sismico mediante un unico parametro che tenga conto sia della sicurezza sia degli aspetti economici.
Cos'è il SismaBonus?
Il c.d. SismaBonus è stato previsto dalla Legge di Bilancio per il 2017 (legge n. 232/2016) che ha modificato l’articolo 16 (Proroga delle detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia e per l'acquisto di mobili) del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, prevedendo una detrazione del 50%, fino ad un massimo di a 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno, per gli interventi relativi all'adozione di misure antisismiche (leggi articolo). Nella detrazione rientrano gli immobili situati nelle zone sismiche 1, 2 e 3: in sostanza la maggior parte del territorio italiano
Come funziona?
Nel caso gli interventi determinino una riduzione del rischio sismico e quindi il passaggio ad una classe di rischio inferiore, è prevista una maggiorazione della detrazione. In particolare, per le abitazioni e gli edifici produttivi, la detrazione maggiorata è pari:
- al 70%, in caso di passaggio a una classe di rischio inferiore
- all’80%, in caso di passaggio a due classi di rischio inferiori.
Per gli interventi realizzati su parti comuni di edifici condominiali, la detrazione maggiorata è pari:
- al 75%, in caso di passaggio a una classe di rischio inferiore
- all’85%, in caso di passaggio a due classi di rischio inferiori.
La legge di Bilancio per il 2018
Sul S.O. n. 62 alla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2017 è stata pubblicata la legge 27 dicembre 2017, n. 205 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020”. Tra le varie cose, al comma 3 è stato previsto l’inserimento del comma 4-quater all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, per le spese relative agli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali ricadenti nelle zone sismiche 1, 2 e 3, finalizzati congiuntamente alla riduzione del rischio sismico e alla riqualificazione energetica, spetta una detrazione maggiorata dell’80%, se gli interventi determinano il passaggio a una classe di rischio inferiore, o dell’85% se gli interventi determinano il passaggio a due classi di rischio inferiori.
Cosa ne pensano gli Ingegneri professionisti?
Al fine di verificare il funzionamento di questa detrazione, il Centro Studi del Consiglio Nazionale Ingegneri ha raccolto i pareri di un campione formato da 4mila ingegneri, dai quali sono emersi tanti aspetti positivi ma anche delle criticità.
Gli aspetti positivi
“Il Sismabonus - ha affermato Armando Zambrano, Presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri - è molto importante per almeno tre motivi. Intanto la portata strategica dello strumento. Per la prima volta si è giunti ad un intervento agevolativo finalizzato a promuovere una maggiore cultura della sicurezza e della prevenzione dal rischio ed uno strumento operativo che agisce in via preventiva, piuttosto che dopo il verificarsi di un sisma distruttivo".
“Un secondo aspetto importante - continua il Presidente Zambrano - concerne il potenziale raggio di intervento di tale misura. Il sisma bonus può agevolare interventi di miglioramento della sicurezza degli edifici su quasi tutto il territorio nazionale, agendo su tre delle quattro aree di classificazione sismica. Infine, è importante la modalità attraverso cui viene attivata l’intera procedura per l’ottenimento delle agevolazioni che passa per una certificazione di esclusiva competenza di personale tecnico competente sulla materia".
Le criticità
“Tuttavia - conclude Zambrano - sono ancora rilevabili già oggi alcune criticità che possono depotenziare l’efficacia di tale misura e che sono emerse da una rilevazione effettuata dal nostro Centro Studi”.
La ricerca del Centro Studi CNI ha fatto emergere in primo luogo il fatto che solo poco più di un terzo degli intervistati ha dichiarato di avere una conoscenza abbastanza approfondita di tale strumento. Il resto del campione rivela competenze basse o nulle sulla materia, tali da non fare di questi professionisti, per il momento, un adeguato strumento di diffusione del sisma bonus. Nello specifico, il 54,2% degli ingegneri professionisti intervistati ha indicato di aver sentito parlare del sisma bonus, ma di non conoscerlo nel dettaglio, mentre quasi il 12% del campione ha ammesso di non sapere di cosa si tratti. Il dato sul livello di conoscenza della misura risente, tuttavia, di una sensibile variabilità a livello regionale, elemento che ha una certa importanza. Nelle aree già colpite da eventi sismici, la percentuale di ingegneri che conosce il sisma bonus aumenta rispetto alla media generale e si attesta o supera il 40%.
Secondo l'analisi del CNI la motivazione risiede principalmente dal fatto che la sensibilità dei proprietari di immobili nei confronti dei temi della mitigazione del rischio, ovvero coloro i quali dovrebbero richiedere la prestazione, è attualmente molto bassa. Proprio per questo motivo, e in assenza di interventi centrali volti a non solo incentivare ma anche a promuovere questi interventi, secondo il CNI vi è la necessità di attori competenti ed informati, che possano operare in una logica di promozione efficace di alcune iniziative di natura informativa e formativa della categoria sul sisma bonus.
Entrando nel dettaglio dell'analisi del Centro Studi del CNI, è possibile vedere come solo il 6,1% degli ingegneri intervistati ha dichiarato di essere già stato coinvolto in pratiche connesse al sisma bonus. A questi si aggiunge una quota del 12,6% di coloro che ritengono che a breve lo utilizzeranno. La quota di utilizzatori effettivi e potenziali non sembra eccessivamente contenuta, da un punto di vista relativo, tenendo conto che la misura agevolativa è entrata in vigore da poco tempo, ovvero a marzo 2017. Potrebbe essere preoccupante, però, il fatto che appena il 12,6% degli intervistati pensa di attivarsi, nell’immediato, per gestire pratiche connesse al sisma bonus.
Le Regioni in cui si è attivato il Sismabonus
Le Regioni dove si registra una più elevata percentuale di professionisti che ha già fatto uso del sisma bonus sono, ancora una volta, quelle a maggiore rischio sismico o che comunque sono state coinvolte in eventi gravi: Umbria, Molise, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Marche, Abruzzo e Veneto.
Le motivazioni
Secondo il campione intervistato, le principali criticità individuate sono almeno quattro:
- la scarsa consapevolezza dei proprietari di immobili della necessità di interventi di mitigazione del rischio (37,8% degli intervistati);
- i lavori per la mitigazione del rischio percepiti come eccessivamente invasivi (28,3%);
- l’impossibilità, per gli incapienti, di ricorrere al sisma bonus (26,9%);
- la scarsa conoscenza della misura da parte dei proprietari di immobili (26,7%).
Tutto lascia pensare che il tema del sisma bonus sia ancora largamente aperto e che alcuni provvedimenti migliorativi vadano adottati. Trattandosi di uno strumento di valore strategico, forse ancora poco compreso nella sua portata, è evidente che diversi attori sono chiamati ad intervenire rapidamente. Certamente un ruolo rilevante può e deve essere svolto dai Consigli e Collegi nazionali delle professioni tecniche e dalla vasta rete degli ordini provinciali, per essere i primi portatori e divulgatori di una cultura della mitigazione e della prevenzione del rischio tra gli iscritti ai diversi Albi professionali.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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