TEMPI STRETTI ANZI STRETTISSIMI PER EVITARE ULTERIORI RINVII
Dopo il “NO” della Conferenza delle Regioni del 15 marzo scorso ed il “NO” del Consiglio di Stato che ha espresso il proprio parere nell’adunanza n. 1750 del...
Dopo il “NO” della Conferenza delle Regioni del 15 marzo
scorso ed il “NO” del Consiglio di Stato che ha
espresso il proprio parere nell’adunanza n. 1750 del 6 giugno
scorso, il secondo decreto correttivo del Codice dei
contratti approda sia alla Camera dei Deputati che al
Senato della Repubblica dove le competenti commissioni
parlamentari della Camera (la commissione ambiente presieduta da
Ermete Realacci ma anche la commissione Bilancio e la commissione
per le politiche dell’Unione europea) e del Senato (la commissione
Lavori Pubblici presieduta da Anna Donati ma anche la commissione
affari costituzionali, bilancio, giustizia, istruzione e beni
culturali, lavoro e la commissione Unione europea.
Ma il tempo è assolutamente minimo ed, infatti, le commissioni della Camera e del Senato dovranno varare il parere entro il prossimo 24 luglio, una settimana prima dell’1 agosto 2007 data in cui scade la sospensione di alcune norme del Codice fra cui quelle su centrali di committenza, dialogo competitivo, procedura negoziata, appalto integrato prevista con il primo decreto legislativo correttivo n. 6/2007.
Ricordiamo che sul secondo decreto correttivo si è espresso lo scorso 6 giugno il Consiglio di Stato che ha espresso le proprie perplessità sia sull’uso della delega prevista dalla legge n. 62/2005 sia su alcune norme specifiche, come per esempio l’articolo 53 in materia di appalto integrato, per il quale il governo ha previsto l’entrata in vigore anche oltre il termine del 31 luglio e fino all’emanazione del regolamento qundo, invece. per i giudici del Consiglio di Stato, la norma ha natura “self-executing”.
Ma attendiamo il parere delle commissioni parlamentari che, all’epoca della messa a punto del Codice, con il loro parere obbligatorio ma non vincolante, costrinsero il governo a correggere molte norme della “bozza De Lise”.
Dal 24 luglio, quindi, all’1 agosto, soltanto in una settimana e salvo che le commissioni non facciano prima, il governo dovrà rivedere il testo del secondo decreto correttivo per tenere conto dei rilievi del Consiglio di Stato e di quelli eventuali delle commissioni e portarlo in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitivo.
Non siamo veggenti ma prevediamo che tutto si risolverà con la solita strada di ulteriori rinvii ed aspettando, comunque il parere della Corte costituzionale che si esprimerà entro il 23 ottobre prossimo ul problema legato alla richiesta delle Regioni di un riequilibrio in senso federalista delle competenze fissate dal Codice.
Ma il tempo è assolutamente minimo ed, infatti, le commissioni della Camera e del Senato dovranno varare il parere entro il prossimo 24 luglio, una settimana prima dell’1 agosto 2007 data in cui scade la sospensione di alcune norme del Codice fra cui quelle su centrali di committenza, dialogo competitivo, procedura negoziata, appalto integrato prevista con il primo decreto legislativo correttivo n. 6/2007.
Ricordiamo che sul secondo decreto correttivo si è espresso lo scorso 6 giugno il Consiglio di Stato che ha espresso le proprie perplessità sia sull’uso della delega prevista dalla legge n. 62/2005 sia su alcune norme specifiche, come per esempio l’articolo 53 in materia di appalto integrato, per il quale il governo ha previsto l’entrata in vigore anche oltre il termine del 31 luglio e fino all’emanazione del regolamento qundo, invece. per i giudici del Consiglio di Stato, la norma ha natura “self-executing”.
Ma attendiamo il parere delle commissioni parlamentari che, all’epoca della messa a punto del Codice, con il loro parere obbligatorio ma non vincolante, costrinsero il governo a correggere molte norme della “bozza De Lise”.
Dal 24 luglio, quindi, all’1 agosto, soltanto in una settimana e salvo che le commissioni non facciano prima, il governo dovrà rivedere il testo del secondo decreto correttivo per tenere conto dei rilievi del Consiglio di Stato e di quelli eventuali delle commissioni e portarlo in Consiglio dei Ministri per l’approvazione definitivo.
Non siamo veggenti ma prevediamo che tutto si risolverà con la solita strada di ulteriori rinvii ed aspettando, comunque il parere della Corte costituzionale che si esprimerà entro il 23 ottobre prossimo ul problema legato alla richiesta delle Regioni di un riequilibrio in senso federalista delle competenze fissate dal Codice.
A cura di Paolo
Oreto
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