Terremoto Marche: dagli Ingegneri la richiesta di un piano nazionale di messa in sicurezza degli edifici e un tavolo tecnico per elaborare un processo di prevenzione
10 interminabili secondi di scossa per un terremoto che "fortunatamente" non ha arrecato danni significativi a persone o cose. Nessun bilancio catastrofico p...
10 interminabili secondi di scossa per un terremoto che
"fortunatamente" non ha arrecato danni significativi a persone o
cose. Nessun bilancio catastrofico per il terremoto che ha colpito
la regione dell'off shore adriatico all'altezza delle Marche lo
scorso 21 luglio alle ore 3:32 (stessa ora del sisma che ha colpito
L'Aquila nel 2009).
Ma, cosa sarebbe accaduto ai territori marchigiani se il sisma non avesse avuto epicentro profondo 10 km ed in mare?A parte la paura del giorno dopo, la domanda che ci si pone sempre riguarda la vetustà del patrimonio edilizio che, come accaduto già troppe volte, mal si sposa con la pericolosità di sismica dei territori italiani e con la totale assenza di un piano nazionale di messa in sicurezza degli edifici. Proprio su quest'ultimo è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano, primo intervenuto tra i rappresentanti delle principali professioni tecniche italiane.
"Il terremoto che ha colpito le Marche richiama ancora una volta l'attenzione sulla necessità di implementare con urgenza un piano nazionale di messa in sicurezza degli edifici". Queste le parole del Presidente Zambrano che ha chiesto con forza al Ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando e al Ministro delle Infrastrutture, Maurizio lupi, l'istituzione di un tavolo tecnico per elaborare norme che attivino quanto prima un processo di prevenzione, volto ad incidere sulla sicurezza della vita dei cittadini, delle loro abitazioni, delle loro città, una rivisitazione della normativa tecnica, una semplificazione delle procedure e degli interventi di riqualificazione del patrimonio esistente, puntando sulla defiscalizzazione degli interventi stessi.
"Occorre incentivare - ha ribadito Zambrano - anche attraverso l'accensione di mutui agevolati, l'aumento di sicurezza del patrimonio edilizio esistente".
Il Presidente Zambrano ha, infine, offerto la disponibilità degli Ingegneri italiani per offrire un sostegno alle popolazioni e alle istituzioni colpite dal sisma.
Ma, cosa sarebbe accaduto ai territori marchigiani se il sisma non avesse avuto epicentro profondo 10 km ed in mare?A parte la paura del giorno dopo, la domanda che ci si pone sempre riguarda la vetustà del patrimonio edilizio che, come accaduto già troppe volte, mal si sposa con la pericolosità di sismica dei territori italiani e con la totale assenza di un piano nazionale di messa in sicurezza degli edifici. Proprio su quest'ultimo è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano, primo intervenuto tra i rappresentanti delle principali professioni tecniche italiane.
"Il terremoto che ha colpito le Marche richiama ancora una volta l'attenzione sulla necessità di implementare con urgenza un piano nazionale di messa in sicurezza degli edifici". Queste le parole del Presidente Zambrano che ha chiesto con forza al Ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando e al Ministro delle Infrastrutture, Maurizio lupi, l'istituzione di un tavolo tecnico per elaborare norme che attivino quanto prima un processo di prevenzione, volto ad incidere sulla sicurezza della vita dei cittadini, delle loro abitazioni, delle loro città, una rivisitazione della normativa tecnica, una semplificazione delle procedure e degli interventi di riqualificazione del patrimonio esistente, puntando sulla defiscalizzazione degli interventi stessi.
"Occorre incentivare - ha ribadito Zambrano - anche attraverso l'accensione di mutui agevolati, l'aumento di sicurezza del patrimonio edilizio esistente".
Il Presidente Zambrano ha, infine, offerto la disponibilità degli Ingegneri italiani per offrire un sostegno alle popolazioni e alle istituzioni colpite dal sisma.
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