Terremoto: cosa fare prima, durante e dopo
La consapevolezza del rischio che si sta correndo è il miglior modo per rendere più sicura la propria vita. Il D.Lgs. n. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza Lavor...
La consapevolezza del rischio che si sta correndo è il miglior modo per rendere più sicura la propria vita. Il D.Lgs. n. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza Lavoro) definisce "rischio" come la "probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione".
Per quanto riguarda il terremoto, purtroppo, il "rischio" è un concetto che troppo spesso non viene valutato e inserito all'interno della nostra vita, se non quando è ormai troppo tardi. Il terremoto è un evento naturale che non può essere evitato ma considerato che il rischio è un valore definito dal prodotto Probabilità x Vulnerabilità, certamente qualcosa è possibile fare per ridurne la portata.
Non potendo agire sulla probabilità che l'evento possa interessare il luogo dove viviamo, è possibile intervenire con la riduzione della vulnerabilità sia in termini strutturali (effettuando un miglioramento o meglio un adeguamento sismico della propria abitazione) che per ciò che riguarda la gestione dell'emergenza.
Cominciamo con la definizione della probabilità che un territorio possa avvenire nel luogo dove viviamo.
Questa è stata per la prima volta mappata in Italia nel 2003 con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 con la quale sono stati emanati i criteri di nuova classificazione sismica del territorio nazionale, basati sugli studi e le elaborazioni più recenti relative alla pericolosità sismica del territorio, ossia sull’analisi della probabilità che il territorio venga interessato in un certo intervallo di tempo (generalmente 50 anni) da un evento che superi una determinata soglia di intensità o magnitudo.
Il provvedimento detta i principi generali sulla base dei quali le Regioni, a cui lo Stato ha delegato l’adozione della classificazione sismica del territorio, hanno compilato l’elenco dei comuni con la relativa attribuzione ad una delle quattro zone, a pericolosità decrescente, nelle quali è stato riclassificato il territorio nazionale:
- Zona 1 - E’ la zona più pericolosa. Possono verificarsi fortissimi terremoti
- Zona 2 - In questa zona possono verificarsi forti terremoti
- Zona 3 - In questa zona possono verificarsi forti terremoti ma rari
- Zona 4 - E’ la zona meno pericolosa. I terremoti sono rari
Con la nuova classificazione sparisce il territorio “non classificato” e viene introdotta la zona 4 nella quale è facoltà delle Regioni prescrivere l’obbligo della progettazione antisismica. A ciascuna zona, inoltre, viene attribuito un valore dell’azione sismica utile per la progettazione, espresso in termini di accelerazione massima su roccia (zona 1=0.35 g, zona 2=0.25 g. zona 3=0.15 g, zona 4=0.05 g).
Tale studio è stato poi aggiornato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006 con la quale viene aggiornata la classificazione, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche. In particolare:
- Zona 1 - ag >0.25
- Zona 2 - 0.15 <ag≤ 0.25
- Zona 3 - 0.05 <ag≤ 0.15
- Zona 4 - ag ≤ 0.05
Nel rispetto degli indirizzi e criteri stabiliti a livello nazionale, alcune Regioni hanno classificato il territorio nelle quattro zone proposte, altre Regioni hanno classificato diversamente il proprio territorio, ad esempio adottando solo tre zone (zona 1, 2 e 3) e introducendo, in alcuni casi, delle sottozone per meglio adattare le norme alle caratteristiche di sismicità. Per il dettaglio e significato delle zonazioni di ciascuna Regione, è possibile visionare direttamente le disposizioni normative regionali.
Tornando al concetto di rischio e alla vulnerabilità, la prima cosa da fare sarebbe quella di contattare un ingegnere strutturista specializzato in sismica e far valutare la "vulnerabilità sismica" dell'edificio dove viviamo (in tale senso vi invito a leggere questo articolo - clicca qui). La conoscenza piena del rischio potrebbe essere molto utile sia per valutarne un adeguamento o miglioramento, sia per sapere a cosa potremmo andare incontro in caso di evento sismico di una certa portata. La consapevolezza del rischio dovrebbe generare anche la voglia di informarsi e conoscere le poche e basilari regola per affrontare eventuali momenti di crisi. Sapere come comportarsi in determinati momenti è, infatti, essenziale per aiutare sé stessi e il nostro nucleo familiare.
A tal fine, la Protezione civile ha messo a disposizione un piccolo vademecum che fornisce suggerimenti e risposte, spiega cosa e come fare e, soprattutto, quali sono i comportamenti pericolosi e quelli corretti. In particolare, vengono definiti i comportamenti da tenere:
- prima del terremoto
- durante il terremoto
- dopo il terremoto
COSA FARE PRIMA DEL TERREMOTO
INFORMATI SULLA CLASSIFICAZIONE SISMICA DEL COMUNE IN
CUI RISIEDI
Devi sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare
riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza
INFORMATI SU DOVE SI TROVANO E SU COME SI CHIUDONO I
RUBINETTI DI GAS, ACQUA E GLI INTERRUTTORI DELLA LUCE
Tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto
EVITA DI TENERE GLI OGGETTI PESANTI SU MENSOLE E
SCAFFALI PARTICOLARMENTE ALTI
Fissa al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderti
addosso
TIENI IN CASA UNA CASSETTA DI PRONTO
SOCCORSO
Una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurati
che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti
A SCUOLA O SUL LUOGO DI LAVORO INFORMATI SE È STATO
PREDISPOSTO UN PIANO DI EMERGENZA
Perché seguendo le istruzioni puoi collaborare alla gestione
dell’emergenza
COSA FARE DURANTE IL TERREMOTO
SE SEI IN LUOGO CHIUSO CERCA RIPARO NEL VANO DI UNA
PORTA
Inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave
perché ti può proteggere da eventuali crolli
RIPARATI SOTTO UN TAVOLO
È pericoloso stare vicino a mobili, oggetti pesanti e vetri che
potrebbero caderti addosso
NON PRECIPITARTI VERSO LE SCALE E NON USARE
L’ASCENSORE
Talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e
l’ascensore può bloccarsi e impedirti di uscire
SE SEI IN AUTO, NON SOSTARE IN PROSSIMITÀ DI PONTI, DI
TERRENI FRANOSI O DI SPIAGGE
Potrebbero lesionarsi o crollare o essere investiti da onde di
tsunami
SE SEI ALL’APERTO, ALLONTANATI DA COSTRUZIONI E LINEE
ELETTRICHE
Potrebbero crollare
COSA FARE DOPO IL TERREMOTO
ASSICURATI DELLO STATO DI SALUTE DELLE PERSONE ATTORNO A
TE
Così aiuti chi si trova in difficoltà ed agevoli l’opera di
soccorso
NON CERCARE DI MUOVERE PERSONE FERITE
GRAVEMENTE
Potresti aggravare le loro condizioni
ESCI CON PRUDENZA INDOSSANDO LE SCARPE
In strada potresti ferirti con vetri rotti e calcinacci
RAGGIUNGI UNO SPAZIO APERTO, LONTANO DA EDIFICI E DA
STRUTTURE PERICOLANTI
Potrebbero caderti addosso
STA LONTANO DA IMPIANTI INDUSTRIALI E LINEE
ELETTRICHE
È possibile che si verifichino incidenti
STA LONTANO DAI BORDI DEI LAGHI E DALLE SPIAGGE
MARINE
Si possono verificare onde di tsunami
EVITA DI ANDARE IN GIRO A CURIOSARE
e raggiungi le aree di attesa individuate dal piano di emergenza
comunale perché bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli
EVITA DI USARE IL TELEFONO E L’AUTOMOBILE
È necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per
non intralciare i soccorsi
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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