Una web serie sulle nuove stazioni metropolitane della Capitale
Lo scorso 16 Giugno su YouTube è stata inaugurata la web serie "METRO leggende romane" che ha come oggetto le nuove stazioni delle linee B1 e C di Roma. In...
Lo scorso 16 Giugno su YouTube è stata inaugurata la web
serie "METRO leggende romane" che ha come oggetto le nuove
stazioni delle linee B1 e C di Roma.
In concomitanza con le ultime aperture, l'Arch. Vita Cofano ha voluto mettere a disposizione, sia della gente comune sia degli esperti di ingegneria civile, l'esperienza accumulata in oltre un decennio di attività nella progettazione architettonica di questi manufatti per la viabilità.
Purtroppo le stazioni spesso sono vittime di critiche legate alla cattiva manutenzione, al loro aspetto oppure alla conformazione interna. Allora perché non sfatare queste leggende metropolitane dovute a scarsa informazione? Il mezzo dei filmati internet è stato scelto perché rappresenta un modo efficace per catturare maggiormente l'attenzione, in un'era in cui siamo tutti predisposti a guardare immagini più che a leggere, in quanto adoperiamo con molta frequenza i computer ed i cellulari.
La prima stagione è costituita da 7+1 puntate in uscita ogni martedì ed è dedicata ad alcuni volumi architettonici in emersione emblematici. Nella prima puntata si parla della stazione Torrenova, la "più antica" tra quelle in uso a Roma, di seguito Giardinetti, definita "di confine", e via discorrendo. La carrellata di brevi racconti spazia da un lato all'altro della città per tentare di decifrare le scelte compiute dagli studi di architettura assieme ai general contractors e ai loro fornitori, le quali sono dettate solo parzialmente da motivazioni estetiche. E comunque anche l'estetica non è mai fine a se stessa, è un mezzo per avvalorare l'edificio e/o il quartiere che lo ospita, se non la stessa città. E' indotta parecchie volte da input di quello specifico luogo, come per la stazione Libia, dove l'estrema profondità dei binari, dovuta al fiume Aniene, ha comportato l'inserimento del "pozzo di luce". C'è da dire inoltre che i progetti sono un "assemblaggio" di ambienti sulla base delle normative contingenti per svolgere al meglio tutte le funzioni, come nella stazione Jonio con il suo parcheggio di scambio ed il tetto-giardino. Gli spazi distributivi ed i percorsi che ne risultano sono non in ultimo l'integrazione tra strutture ed impianti civili ed elettroferroviari.
Si, sono dei "luoghi problematici", come gli ha definiti il noto Arch. Franco Purini in un articolo qualche tempo fa, ma è pur vero che "sono in grado di determinare nuovi orizzonti progettuali il cui effetto può farsi sentire anche oltre il dominio specifico delle infrastrutture".
Buona visione e, come si dice a conclusione di ogni puntata "Buona metropolitana a tutti!"
STAZIONE TORRENOVA
STAZIONE GIARDINETTI
In concomitanza con le ultime aperture, l'Arch. Vita Cofano ha voluto mettere a disposizione, sia della gente comune sia degli esperti di ingegneria civile, l'esperienza accumulata in oltre un decennio di attività nella progettazione architettonica di questi manufatti per la viabilità.
Purtroppo le stazioni spesso sono vittime di critiche legate alla cattiva manutenzione, al loro aspetto oppure alla conformazione interna. Allora perché non sfatare queste leggende metropolitane dovute a scarsa informazione? Il mezzo dei filmati internet è stato scelto perché rappresenta un modo efficace per catturare maggiormente l'attenzione, in un'era in cui siamo tutti predisposti a guardare immagini più che a leggere, in quanto adoperiamo con molta frequenza i computer ed i cellulari.
La prima stagione è costituita da 7+1 puntate in uscita ogni martedì ed è dedicata ad alcuni volumi architettonici in emersione emblematici. Nella prima puntata si parla della stazione Torrenova, la "più antica" tra quelle in uso a Roma, di seguito Giardinetti, definita "di confine", e via discorrendo. La carrellata di brevi racconti spazia da un lato all'altro della città per tentare di decifrare le scelte compiute dagli studi di architettura assieme ai general contractors e ai loro fornitori, le quali sono dettate solo parzialmente da motivazioni estetiche. E comunque anche l'estetica non è mai fine a se stessa, è un mezzo per avvalorare l'edificio e/o il quartiere che lo ospita, se non la stessa città. E' indotta parecchie volte da input di quello specifico luogo, come per la stazione Libia, dove l'estrema profondità dei binari, dovuta al fiume Aniene, ha comportato l'inserimento del "pozzo di luce". C'è da dire inoltre che i progetti sono un "assemblaggio" di ambienti sulla base delle normative contingenti per svolgere al meglio tutte le funzioni, come nella stazione Jonio con il suo parcheggio di scambio ed il tetto-giardino. Gli spazi distributivi ed i percorsi che ne risultano sono non in ultimo l'integrazione tra strutture ed impianti civili ed elettroferroviari.
Si, sono dei "luoghi problematici", come gli ha definiti il noto Arch. Franco Purini in un articolo qualche tempo fa, ma è pur vero che "sono in grado di determinare nuovi orizzonti progettuali il cui effetto può farsi sentire anche oltre il dominio specifico delle infrastrutture".
Buona visione e, come si dice a conclusione di ogni puntata "Buona metropolitana a tutti!"
STAZIONE TORRENOVA
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