Valore legale del titolo di studio: gli italiani vogliono la laurea per le attività professionali
Il valore legale del titolo di studio, soprattutto per le professioni che impattano sulla sicurezza e la salute dei cittadini, rappresenta ancora una certezz...
Il valore legale del titolo di studio, soprattutto per le
professioni che impattano sulla sicurezza e la salute dei
cittadini, rappresenta ancora una certezza sia per chi fornisce le
prestazioni che per chi ne usufruisce. Questo, in definitiva, il
responso degli italiani alla consultazione pubblica sul valore
legale del titolo di studio voluta dal Governo e gestita dal
Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR),
che attraverso un percorso di 15 domande divise in 4 aree tematiche
ha confermato ciò che in realtà tutti si aspettavano, ovvero che
gli italiani considerano indispensabile il percorso universitario e
quindi una laurea certificata per svolgere le attività
professionali.
I risultati della consultazione on line hanno inequivocabilmente evidenziato la netta preferenza degli italiani verso il mantenimento del valore legale della laurea. Su oltre 15 mila partecipanti, il 75 per cento si è, infatti, espresso a favore del riconoscimento del titolo per accedere alla professione e ai concorsi pubblici.
Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti
"Ora che è stata finalmente chiusa la diatriba accademica sul "valore legale" del titolo di studio, facendo definitivamente chiarezza sul rapporto tra laurea e libere professioni, chiediamo al Governo di portare in Consiglio dei Ministri e di approvare il Dpr sulle professioni regolamentate, considerati anche i tempi ormai strettissimi per l'avvicinarsi della "scadenza tagliola" del 12 di agosto" e quelli relativi all'iter di firma da parte del Capo dello Stato. La Riforma delle Professioni è a tutti gli effetti a metà del guado, in parte approvata e cogente, in parte ancora da approvare: questa situazione di insicurezza normativa rappresenta un danno per gli architetti italiani, già duramente colpiti dalla crisi, che da luglio 2011, come gli altri professionisti, non hanno più certezze sulle regole che riguardano lo svolgimento quotidiano della loro professione".
Queste le parole del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori all'indomani della pubblicazione dei risultati della consultazione.
"Confermiamo al Governo e al Parlamento - conclude il CNAPPC - la più completa disponibilità a partecipare al progetto per una università migliore, dove il merito sia riconosciuto e certificato, nella quale lo Stato verifichi e promuova una maggior qualità disciplinare e scientifica su tutto il territorio nazionale. Ad una università migliore devono anche corrispondere sostegni e opportunità per gli studenti economicamente più svantaggiati e, più in generale, create le condizioni perché l'Italia raggiunga gli standard e il numero di laureati degli altri grandi Paesi europei".
I risultati della consultazione on line hanno inequivocabilmente evidenziato la netta preferenza degli italiani verso il mantenimento del valore legale della laurea. Su oltre 15 mila partecipanti, il 75 per cento si è, infatti, espresso a favore del riconoscimento del titolo per accedere alla professione e ai concorsi pubblici.
Il commento del Consiglio Nazionale degli Architetti
"Ora che è stata finalmente chiusa la diatriba accademica sul "valore legale" del titolo di studio, facendo definitivamente chiarezza sul rapporto tra laurea e libere professioni, chiediamo al Governo di portare in Consiglio dei Ministri e di approvare il Dpr sulle professioni regolamentate, considerati anche i tempi ormai strettissimi per l'avvicinarsi della "scadenza tagliola" del 12 di agosto" e quelli relativi all'iter di firma da parte del Capo dello Stato. La Riforma delle Professioni è a tutti gli effetti a metà del guado, in parte approvata e cogente, in parte ancora da approvare: questa situazione di insicurezza normativa rappresenta un danno per gli architetti italiani, già duramente colpiti dalla crisi, che da luglio 2011, come gli altri professionisti, non hanno più certezze sulle regole che riguardano lo svolgimento quotidiano della loro professione".
Queste le parole del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori all'indomani della pubblicazione dei risultati della consultazione.
"Confermiamo al Governo e al Parlamento - conclude il CNAPPC - la più completa disponibilità a partecipare al progetto per una università migliore, dove il merito sia riconosciuto e certificato, nella quale lo Stato verifichi e promuova una maggior qualità disciplinare e scientifica su tutto il territorio nazionale. Ad una università migliore devono anche corrispondere sostegni e opportunità per gli studenti economicamente più svantaggiati e, più in generale, create le condizioni perché l'Italia raggiunga gli standard e il numero di laureati degli altri grandi Paesi europei".
A cura di Ilenia
Cicirello
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