Valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici con i software GIS
Uno degli argomenti più attuali negli ultimi anni è senza dubbio quello relativo alla certificazione energetica degli edifici. Già da parecchi anni si stanno...
Uno degli argomenti più attuali negli ultimi anni è senza dubbio quello relativo alla certificazione energetica degli edifici. Già da parecchi anni si stanno sperimentando diversi sviluppi su piattaforme GIS di applicazioni dedicate alla riqualificazione energetica degli edifici, soprattutto da un punto di vista di una analisi su ampia scala, a livello di quartiere o comune. Tuttavia, grazie alla grande scalabilità dei sistemi GIS, nulla vieta di usare tali strumenti per analisi a livello di singolo edificio.
I progetti GIS per le prestazioni energetiche
In Italia sono stati creati strumenti GIS per la valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici, per lo più finanziati da enti pubblici. Uno di questi è il progetto BEEPS (De Santoli, Biondi e Mancini, 2003), finanziato dal Ministero dell'Ambiente e realizzato dal Dipartimento di Fisica Tecnica dell'Università “La Sapienza” di Roma. L'acronimo BEEPS sta per “Building Energy & Environment Performance System” e punta a delineare un sistema in grado di effettuare una valutazione, su base statistica, dei rendimenti energetici degli edifici IACP di alcuni quartieri di Roma
GIS in
edilizia |
Il sistema è stato basato sull'analisi di 3 informazioni di base:
- la stima delle superfici opache e delle superfici vetrate;
- il calcolo dell'orientamento delle facciate degli edifici rispetto al nord;
- i dati sui consumi reali di metano per il riscaldamento in m3.
Il calcolo delle superfici viene eseguita semplicemente moltiplicando il perimetro di ogni fabbricato per l'altezza, mentre la superficie vetrata viene ottenuta stimandola in percentuale rispetto alla superficie totale sulla base di stime statistiche realizzate conoscendo le caratteristiche degli edifici oggetto dell'analisi. L'orientamento rispetto al nord viene calcolato geometricamente sulla base dell'orientazione in mappa delle piante dei singoli edifici. I consumi reali sono stati raccolti con appositi questionari, sommando tali consumi nel caso di più utenze in uno stesso edificio.
Un altro interessante progetto, sempre su base GIS, è quello intrapreso dalla Provincia di Torino, nel 2013, in collaborazione con il Politecnico di Torino in seno al progetto “Cities On Power” della comunità europea (Mutani G. e Vicentini G., 2013). Tale progetto, usando la piattaforma QGIS, è terminato con la realizzazione di un sistema informativo relativo al rendimento energetico degli edifici della città omonima, finalizzato all'individuazione del fabbisogno energetico annuo medio della città di Torino. Per la realizzazione della base di dati hanno proceduto alla individuazione ed alla schedatura di edifici tipo che rispecchiassero le tipologie edilizie presenti nel centro urbano. Tali tipologie sono state classificate sulla base dell'anno di costruzione, della tipologia costruttiva (usata per fare una stima delle trasmittanze degli involucri edilizi), le proprietà di forma (superficie, volume e rapporto S/V), la tipologia di impianto termo-tecnico e le stime dei consumi medi delle unità abitative sulla base della relativa ubicazione nel fabbricato (piano terra, piano intermedio o ultimo piano) ed alla esposizione (orientazione rispetto al nord della/e facciata/e esposta/e dell'unità abitativa). Sebbene a livello di calcolo sia molto approssimativo e non idoneo ad una valutazione energetica quantitativa di ogni singolo edificio, il progetto mira a generare una simulazione dei consumi che è stata poi validata attraverso il confronto con i consumi reali. Questo processo ha permesso di effettuare una stima dell'approssimazione del modello usato. Un'altra cosa molto interessante che emerge dalla presentazione di questo progetto, è la possibilità di individuare in maniera semplice ed immediata le tipologie di edifici che richiedono interventi di riqualificazione energetica. In merito a questa riqualificazione, il progetto ha puntato a definire dei criteri per determinare la fattibilità degli interventi di riqualificazione e l'efficacia degli stessi tenendo conto dei dati di una analisi di tipo socio-economica. Ultimo aspetto, ma non per questo meno importante, è la valutazione fatta sulla esposizione delle diverse aree della città al fine di valutare la disponibilità di energia solare per l'adozione di fonti energetiche alternative.
Infine è da annoverare il portale del Comune di Corbetta che permette di visionare on-line i certificati energetici di alcuni edifici attraverso una semplice e pratica interfaccia GIS implementata con OpenLayers ed un server QGIS. Nel portale è possibile visualizzare le informazioni relative agli edifici presenti nel comune e di alcuni di essi è possibile visionare l'attestato di certificazione energetica depositato. Questo portale è molto valido per vedere cosa è possibile fare con i GIS dal punto di vista della gestione delle pratiche energetiche in un comune.
Progetto GIS di esempio
È ora il momento di vedere come mettere in piedi una stima della valutazione delle prestazioni energetiche in un ambiente GIS. Per fare questo utilizzeremo il software QGIS e vedremo come usarlo per fare un'analisi dell'efficienza energetica in un gruppo di edifici nella stagione invernale (con esclusione del fabbisogno di acqua calda sanitaria), per il periodo estivo si può procedere in maniera del tutto analoga. Il calcolo sarà effettuato adottando un metodo semplificato che ci consenta di avere un quadro medio ragionevole con poche informazioni generali a disposizione.
I dati di input
Le informazioni che andremo ad utilizzare per l'analisi sono:
- Consumi di gas naturale per il riscaldamento e l'acqua sanitaria in m3: è possibile utilizzare la formula empirica, usata anche in BEEPS, per il calcolo dei kWh (1 m3 metano = 9.8 kWh)
- Superfici utili e volumi riscaldati: è possibile utilizzare le superfici dedotte dagli elementi in mappa ed i volumi calcolati moltiplicando le superfici per l'altezza.
- Zona climatica dell'edificio: sarà usata per definire i GG della località dell'edificio. A tale scopo assumeremo una temperatura interna media di 20° a fronte di una esterna media di -2°. La zona climatica sarà definita tramite il numero di giorni della stagione invernale.
Zona climatica |
Inizio |
Fine |
---|---|---|
A |
1° dicembre |
15 marzo |
B |
1° dicembre |
31 marzo |
C |
15 novembre |
31 marzo |
D |
1° novembre |
15 aprile |
E |
15 ottobre |
15 aprile |
F |
5 ottobre |
22 aprile |
- Superficie degli involucri esterni degli edifici: sarà definita dal perimetro della pianta dell'edificio in mappa moltiplicato per l'altezza totale del fabbricato. A tale superficie verrà aggiunta due volte la superficie in pianta per simulare le chiusure orizzontali in fondazione e copertura (quest'ultima sarà assunta per semplicità sempre orizzontale). Volendo si potrebbe anche suddividere ogni edifici in unità più piccole, ad esempio i vari piani, distinguendo fra piano terra, ultimo piano e piani intermedi. Inoltre sugli ultimi piani si potrebbe adottare una ulteriore diversificazione in base al tipo di copertura (a falde o a terrazza). Noi non includeremo queste informazioni per avere un esempio più semplice e chiaro.
Nel nostro caso, quindi, l'edificio sarà considerato come un'unica zona termica. Da queste informazioni verrà calcolato il valore del Qh approssimativo con la formula:
Qh = 0.024 x HT x GG
dove HT è il coefficiente di trasmissione termica globale dell'edificio e sarà definito come la trasmittanza media (Um) della struttura dell'involucro edilizio moltiplicata per la superficie opaca totale più il prodotto fra la superficie vetrata e la relativa trasmittanza; mentre GG sono i gradi giorno ottenuti dalla tabella relativa alla zona climatica.
Introdurremo per ogni edificio anche una sorta di tipologia costruttiva che (tramite gli abachi dell'appendice B della UNI/TS 11300-1) ci permetterà di estrapolare i valori medi di trasmittanza degli involucri edilizi sulla base della relativa tecnologia. Per la trasmittanza delle superfici vetrate useremo un valore fisso di 2.0 W/m2k. Per ogni edificio si definirà una percentuale della superficie disperdente da considerare come superficie vetrata alla quale verrà attribuita la trasmittanza appena detta.
Il valore di HT sarà allora dato da:
HT = (STOT - SVET) x Um + SVET x 2.0
dove STOT è la superficie totale, SVET è la superficie vetrata ed Um è la trasmittanza media dell'involucro opaco.
Una volta ottenuto il Qh in termini di kWh si effettuerà il calcolo del corrispondente indice di prestazione invernale EPi secondo la seguente formula:
EPi = (Qh/APAV)/ƞg
dove ηg è il rendimento globale medio stagionale dell'impianto di riscaldamento (anche questo sarà un dato di input), stimato come uguale per tutti gli edifici, e APAV è la superficie netta del pavimento in m2.
L'area del pavimento verrà calcolata moltiplicando l'area in pianta dell'edifico per il numero di piani dell'edificio stesso in modo da tener conto della superficie effettivamente riscaldata di tutti i livelli di ogni singolo edificio.
La struttura del dato cartografico
Passiamo ora a definire i layers cartografici a cui associare le informazioni. Per semplificare avremo semplicemente un layer di tipo poligonale composto dai perimetri esterni degli edifici. In questo modo sarà possibile dare maggiore risalto all'elaborazione ed a come questa viene condotta. Questo layer sarà associato alle informazioni appartenenti agli edifici considerati come corpo unico (altezza totale, coefficiente di trasmissione termica globale dell'edificio, rendimento globale medio dell'impianto di riscaldamento, GG della zona climatica in cui si trova l'edificio, il valore totale dei consumi di gas naturale dell'edificio). Questo layer ha lo scopo di simulare gli edifici appartenenti ad un ipotetico quartiere residenziale in cui andremo ad imporre alcune diversificazioni relative ai parametri di input di ogni edificio per vedere poi, attraverso un tematismo a classi come sia possibile avere una mappa delle classi energetiche di appartenenza dei vari edifici.
Volendo è possibile anche introdurre ulteriori layers, ad esempio con le unità abitative di ogni edificio, in modo da ripartire il calcolo su ogni unità abitativa ed ottenere così una valutazione delle prestazioni di ogni edificio basandosi su informazioni più dettagliate. Il livello di dettaglio scelto può essere quello che preferiamo, passando da una semplice suddivisione in livelli, ad una suddivisione in unità abitative per ogni piano o addirittura alle varie zone in ogni unità abitativa. Ovviamente, come detto, tale scelta è funzione del livello di dettaglio cui mira la nostra valutazione.
Gli attributi del layer degli edifici
Vediamo praticamente come definire gli attributi del layer degli edifici. Partiamo con la definizione dei campi di input, cioè quegli attributi che contengono le informazioni di input per il calcolo. La tabella così ottenuta è mostrata nella seguente figura.
Come è possibile vedere sono stati inseriti i campi relativi alle informazioni di base che vengono utilizzate per calcolare tutti gli altri parametri ed infine EPi. I valori inseriti sono numeri non reali, ma finalizzati a migliorare la comprensione quanto più possibile chiara di quanto si vuole esporre con questo esempio. Di seguito si descrivono in sequenza i vari campi:
- id: identificativo univoco dell'edificio. Questo campo corrisponde alla chiave primaria che consente di identificare univocamente ogni edificio. Si tratta di un campo sempre presente in tutti i layers vettoriali, poiché rappresenta l'elemento distintivo di ogni singola entità territoriale.
- Tip.Edil.: definisce la tipologia edilizia. Il valore rappresenta il numero della scheda della struttura opaca presentata nell'allegato B della norma UNI/TS 11300-1. Per ogni struttura è stata definita una trasmittanza media (Um), calcolata sulla base degli spessori e dei valori di resistività dei vari materiali della stratigrafia.
- Altezza: definisce l'altezza totale dell'edificio in metri. Il valore dell'altezza ci permette anche di calcolare il numero di piani dell'edificio dividendo tale altezza per un'altezza interpiano media (assumeremo un'altezza interpiano di 3 m).
- N Appartam: Numero di appartamenti per ogni edificio. Assumendo una superficie media di 100 m2, abbiamo stimato il numero di appartamenti usando l'area in pianta dell'edificio, dividendola per la nostra superficie media ad appartamento e moltiplicandola per il numero di piani. Questo campo non è usato attivamente nel calcolo, la sua presenza serve solo per mostrare un altro dei calcoli possibili nei GIS. E di come sia possibile fare anche una stima dei consumi medi di ogni appartamento semplicemente dividendo i consumi totali per il numero di appartamenti. Questo campo può essere anche utilizzato per fare una stima più dettagliata sui consumi, assegnando i consumi ad ogni appartamento e facendone poi la somma per ottenere i consumi a livello di edificio. Come si vede ancora una volta è possibile estendere il discorso al livello di dettaglio che preferiamo.
- Consumi: valore dei consumi di gas naturale in m3. Questi sono stati stimati associandoli alla tipologia di involucro ed assumendo i seguenti valori in m3 ogni 100 m2 di superficie: 3000 nel caso di strutture di tipo 2; 2500 per strutture i tipo 1 e 1500 per strutture di tipo 6 (il tipo di cui stiamo parlando si riferisce alle tipologia di involucro edilizio riportate negli abachi della appendice B della norma UNI/TS 11300-1).
- GG: valore dei gradi giorno (è stato scelto il comune di Cassano Irpino, afferente alla zona climatica D per il quale sono valutabili 2010 GG).
- EtaG: rendimento globale medio stagionale dell'impianto. Si è assunto un valore costante di 0.70. Questo per semplificare il calcolo e per dare risalto alle differenze di classificazione indotte dalle altre variabili in gioco. Inoltre alla fine vedremo come è possibile vedere subito gli effetti legati al miglioramento di questo parametro per tutti gli edifici in esame. Ovviamente, anche questo parametro può essere dettagliato a piacimento, in base agli obiettivi che vogliamo raggiungere.
- SupVetr: percentuale di superficie vetrata. Questa percentuale va applicata alla superficie totale dell'edificio per ottenere la superficie vetrata per il calcolo di HT. I valori di tale percentuale sono scelti randomicamente, per ogni edifici, in un range attendibile di riferimento.
- Um: valore di trasmittanza media per l'involucro dell'edificio, calcolato, come già accennato, usando i valori della struttura UNI/TS 11300-1 riportata nella tipologia edilizia vista sopra. Per il calcolo abbiamo considerato 1 cm di spessore per gli intonaci e 30 cm per la muratura. Le trasmittanze ottenute sono: 2,262 per la tipologia 1; 3,003 per la tipologia 2; 1,432 per la tipologia 6 (in W/m2k).
Come si vede si è cercato di uniformare tutti i parametri di calcolo in modo da dare risalto agli effetti della struttura edilizia e dei valori di trasmittanza media rispetto a tutti gli altri fattori. Questo ci permetterà di dare risalto anche agli effetti degli interventi migliorativi ipotizzati nell'analisi che mireranno al cambiamento della struttura delle superfici disperdenti (superfici opache e vetrate) e di conseguenza della trasmittanza media dell'involucro.
A questo punto andiamo ad aggiungere i campi calcolati. I campi che dobbiamo calcolare sono:
- Valore della superficie totale di ogni edificio. Tale superficie è data dal perimetro degli edifici in mappa × l'altezza dell'edificio + 2 volte l'Area dell'edificio in pianta. Questo perché assumiamo che ogni edificio sia una unica zona termica e che la copertura sia piana.
- Valore della superficie vetrata, calcolata applicando la percentuale del campo %SupVetr alla superficie totale dell'edificio.
- Valore della superficie opaca, calcolata dalla differenza della superficie totale meno la superficie vetrata.
- Valore di HT, calcolato con la formula vista in precedenza.
- Valore di Qh, anche questo calcolato con la relativa formula precedente.
- Valore di EPi.
Per poter compiere questa operazione cominciamo con l'aggiunta
del primo campo “SupLat” che contiene il valore della superficie
laterale.
Sebbene il nome che le abbiamo dato può trarre in inganno, questo
campo contiene la superficie esterna totale dell'edificio, ottenuta
assimilando quest'ultimo ad un prisma retto che ha per base il
poligono dell'edificio in mappa. La procedura è semplice e segue
gli stessi criteri di un foglio di calcolo.
Apriamo in QGIS la tabella degli attributi ed aggiungiamo un nuovo campo di tipo numerico decimale composto da 7 cifre di cui 3 decimali. Una volta aggiunto il campo, selezioniamolo nella casella a discesa in alto a sinistra, e poi componiamo la formula di calcolo dalla superficie come il prodotto fra il perimetro dell'edificio per l'altezza totale dell'edificio stesso più il doppio dell'area di base. Il risultato è visibile nella seguente figura.
Allo stesso modo eseguiamo il calcolo per i campi rimanenti. Alla fine dei calcoli il risultato è mostrato nella seguente figura. A questo punto abbiamo tutti i dati per effettuare la nostra analisi.
L'analisi GIS
Lo scopo di questa analisi è quello di mostrare non tanto l'uso dei GIS nella valutazione energetica del singolo edificio, quanto la possibilità offerta dai GIS di una analisi più estesa finalizzata alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Ovviamente per una analisi di questo tipo si può adottare anche un criterio differente, ad esempio usando direttamente i valori di classificazione desumibili dei certificati energetici dei vari edifici, facendo una media fra i valori di ogni unità abitativa.
La prima fase consta nella valutazione degli indici di prestazione energetica dei vari edifici nello stato di fatto. Per fare questo ci avvaleremo di un tematismo a classi. Per prima cosa definiremo le classi tematiche sulla base dei range di valori di EPi ed assegnandovi il relativo colore. Il tematismo è stato creato definendo in QGIS uno stile con “regole” in cui abbiamo aggiunto le categorie con i relativi valori di EPi ammessi. Il tematismo è visibile nella figura che segue.
Per fare questa analisi procederemo come segue:
- facciamo una copia del layer dello stato di fatto;
- interveniamo sul valore di Um modificandolo in modo da tener conto dell'effetto isolante del cappotto. Abbiamo a questo punto calcolato il valore di resistività del cappotto assumendo uno spessore di 5 cm ed usando una conduttività di 0.03 per il polistirolo.
Il risultato è una resistività di 1,667 che usiamo per calcolare i nuovi valori di trasmittanza:
- 0,474 per la tipologia 1;
- 0,494 per la tipologia 2;
- 0,418 per la tipologia 6.
- inoltre alla superficie vetrata applicheremo una trasmittanza di 1,5 invece del valore di 2,0 usato in precedenza;
- interveniamo sul valore di HT calcolandolo con il nuovo valore di Um e la nuova trasmittanza dei vetri fissata a 1,5;
- calcoliamo di conseguenza Qh ed EPi.
Con questi semplici passaggi possiamo vedere subito i risultati che sono mostrati nella seguente figura. Come si vede con la realizzazione del cappotto e la sostituzione degli infissi, ora gli edifici ricadono in categorie energetiche che variano da C a G.
Diciamo che però noi non siamo ancora contenti (dato che abbiamo edifici ancora in classe G per i quali gli effetti sono praticamente trascurabili) e vogliamo fare di meglio. Facciamo una copia di quest'ultimo layer e diciamo che al nuovo layer vogliamo applicare anche un miglioramento del rendimento degli impianti (campo “EtaG”).
Diciamo che facciamo aumentare tale valore dall'attuale 0,70 a 0,90. Quindi facciamo i seguenti passi:
- modifichiamo il valore di EtaG a 0,90;
- ricalcoliamo EPi.
Il risultato è visualizzato nella figura 38. Come possiamo vedere con la modifica degli impianti sono “scomparsi” gli edifici di categoria G e sono aumentati quelli di categoria A, B, C, D, E ed F. A questo punto si lascia al lettore la facoltà di divertirsi a modificare i parametri per il miglioramento al fine di ottenere, ad esempio, una classificazione più uniforme. Si potrebbe pensare di migliorare ancora la classe raddoppiando lo spessore del cappotto, per gli edifici a rendimento più basso, o quanto il lettore scelga di fare. Io vorrei solo far vedere un'ultima cosa. All'inizio della discussione per la realizzazione del progetto GIS ho fatto notare l'inserimento del campo relativo ai consumi annui di gas naturale.
A cosa ci serve questa cosa? Come ultima cosa farò vedere come risultano classificati gli edifici iniziali, senza le modifiche dovute agli interventi migliorativi, usando come parametro i consumi e le superfici, usando la formula:
EPi = (C x 9.8)/S
dove C rappresenta i consumi in m3 di metano ed S la superficie di calpestio.
La formula EPi assume che per ogni m3 di gas naturale si ottengano 9.8 kWh.
Effetto della modifica del campo hg in seguito all'ipotesi migliorativa per il rendimento energetico degli impianti
Classificazione degli edifici basata sui consumi
Come si vede abbiamo ancora una categoria energetica compresa
fra F e G, che è all'incirca la stessa che avevamo con il primo
calcolo.
Questo esempio serve a far vedere come sia possibile avere una
stima iniziale orientativa delle prestazioni senza dover mettere in
piedi un calcolo più dispendioso. Ovviamente, i dati ottenuti
daranno solo informazioni qualitative sulla base delle quali
possiamo poi procedere a calcoli più raffinati, magari integrando
dati provenienti da software di calcolo specifici. Inoltre questo
valore dei consumi verrà ora usato per valutare il risparmio in
termini di consumi (con i miglioramenti apportati) ed il rapporto
fra i costi degli interventi ed il risparmio in consumi. Per fare
quest'ultima cosa sarà sufficiente introdurre tre parametri:
- il costo del cappotto al m2 (in media ho assunto circa 50 € al m2);
- il costo degli infissi al m2 (in media ho assunto circa 170 € al m2);
- il costo per l'acquisto di nuove caldaie; una per ogni appartamento, utilizzeremo a questo scopo il campo relativo al numero di appartamenti (in media ho assunto un costo di 2000 € per ogni caldaia).
Aggiungiamo, quindi, al layer degli edifici completi degli interventi migliorativi, 4 campi: uno chiamato “CostoCapp” che definisce il costo del cappotto per ogni edificio; un altro “CostoInfis” che contempla il costo degli infissi; un terzo chiamato “CostoCald” che ingloba il costo delle caldaie ed infine un quarto campo “CostoTot” che è la somma dei tre precedenti. I calcoli dei valori sono semplici poiché abbiamo già calcolato la superficie delle strutture opache e quelle delle superfici vetrate.
A questo punto andiamo a definire il costo medio di 1 m3 di gas naturale. Di solito il costo varia da 0.85 € a 1.20 € per cui noi assumeremo un valore medio di 1 € al m3. Ricordando il calcolo che abbiamo fatto sui consumi per ottenere il fabbisogno energetico di ogni edificio, applicando la formula inversa, possiamo ottenere i m3 di gas necessari per soddisfare il fabbisogno energetico dopo gli interventi migliorativi. Quindi, aggiungiamo una colonna “ConsMigl” in cui andremo a calcolare il valore dei consumi stimati con l'effetto dei miglioramenti. Infine aggiungiamo un nuovo campo “Rispar” in cui inseriamo il risparmio in termini economici di consumi di gas metano moltiplicando la differenza fra i m3 iniziali e quelli appena calcolati per il nostro costo del gas. Mi sono inoltre permesso di aggiungere un ulteriore campo finale (chiamato “Ammort”) in cui ho calcolato il numero di anni di ammortamento dei costi. Questa colonna è molto importante perché fa saltare subito agli occhi come, per gli edifici sui quali gli interventi non hanno avuto un effetto riqualificante significativo, il tempo di ammortamento dei costi sale a valori assurdi (50 anni ed oltre). Del resto questo è del tutto intuitivo. Questa cosa ci consente anche di valutare se effettivamente vale la pena fare determinati interventi su tali edifici, o magari di progettarne di diversi per rendere gli interventi di riqualificazione economicamente vantaggiosi.
Ora il lettore può anche usare lo stesso criterio per fare una valutazione sul singolo edificio. È sufficiente creare un progetto in cui il layer non contiene i poligoni di singoli edifici, ma quelli delle unità abitative o delle zone che si vogliono calcolare. Il resto del procedimento è identico. Questo per far notare la grande scalabilità dei GIS, che ci permettono di passare da un'analisi a grande scala (quartiere) ad una a scala minore (singolo edificio).
Credo siano state evidenziate le possibilità offerte dai GIS, nel contesto della valutazione o meglio della riqualificazione energetica a livello di piccola e/o grande scala. Viene da se che un comune può usare i criteri esposti per fare una stima delle prestazioni degli edifici nel proprio comune ed un tecnico incaricato può facilmente valutare quali sono gli edifici più carenti, fare delle ipotesi di interventi migliorativi e valutarne a colpo d'occhio gli effetti sulle prestazioni. Inoltre, credo sia chiaro che una analisi di questo tipo non è possibile con i software finalizzati al calcolo della certificazione, poiché essi si concentrano sul singolo edificio o sulla singola unità abitativa. Molto può essere fatto in questo campo con i GIS, sta alle idee ed alle esigenze del tecnico che compie l'analisi andare a delineare i parametri di classificazione da usare.
Per i calcoli usati abbiamo adottato una metodologia sintetica ridotta all'osso, poiché ai fini illustrativi del testo non si mirava ad approfondire tale aspetto. In una situazione reale, è possibile utilizzare i dati di calcolo provenienti dai software specifici adottando una strutturazione del layer degli edifici basata su tali dati. In questo modo si può avere subito in mappa la situazione realistica di un dato quartiere o addirittura di un intero comune. Infatti, questo è quanto è stato fatto anche nelle soluzioni GIS discusse nell'introduzione del capitolo.
A cura di
Vincenzo Carella
Geologo professionista autore del libro
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