Veneto: giunta fissa limiti per realizzazione e funzionamento centrali a biomassa
Bionergie sì, ma non ad ogni costo: non a scapito del territorio e non a scapito delle produzioni agricole destinate all’alimentazione. E’ questa in sostanza...
Bionergie sì, ma non ad ogni costo: non a scapito del territorio e
non a scapito delle produzioni agricole destinate
all’alimentazione. E’ questa in sostanza la scelta del Veneto,
formalizzata oggi dalla giunta regionale su iniziativa
dell’assessore all’agricoltura Franco Manzato di concerto con gli
assessore all’energia Massimo Giorgetti e all’ambiente Maurizio
Conte, che ha individuato le aree e i siti considerati “non idonei
alla costruzione e all’esercizio di impianti per la produzione di
energia alimentati da biomasse, biogas e per produzione di
biometano”.
“Il provvedimento – ha affermato Manzato – limita la possibilità di realizzare ovunque questi impianti ma limita anche l’impiego indiscriminato di produzioni vegetali, andando incontro alle esigenze etiche riferite alle finalità alimentari dell’agricoltura ed evitando turbative nel mercato per eccesso di domanda alimentare rispetto all’offerta. Nessun limite viene invece posto per l’impiego energetico degli scarti agroindustriali. Rimangono peraltro invariati i limiti per impianti al di sopra di 1 megawatt. Tutto questo – ha concluso Manzato – è in linea con le indicazioni del Ministero dello sviluppo sia per quanto riguarda la tutela del territorio, sia per quanto concerne la riduzione della dipendenza energetica da fonti fossili”.
Il provvedimento della Giunta veneta individua come non utilizzabili per la realizzazione di impianti di bioenergia siti che siano dichiarati patrimonio storico-architettonico e del paesaggio o inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO; aree e beni di notevole interesse culturale; aree e immobili dichiarati di notevole interesse pubblico; aree tutelate per legge; zone all’interno di coni visuali la cui immagine è storicizzata e identifica i luoghi in termini di notorietà internazionale di attrattività turistica; zone umide di importanza internazionale, le Important Birds Areas; le aree incluse nella Rete Natura 2000; le aree naturali protette (nazionali, regionali e locali); aree che svolgono funzioni determinanti per la conservazione della biodiversità; aree di dissesto o rischio idrogeologico; geositi; aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate a consumo umano; aree agricole interessate da produzioni biologiche, DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG, produzioni tradizionali; aree agricole di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico culturale.
“Il provvedimento – ha affermato Manzato – limita la possibilità di realizzare ovunque questi impianti ma limita anche l’impiego indiscriminato di produzioni vegetali, andando incontro alle esigenze etiche riferite alle finalità alimentari dell’agricoltura ed evitando turbative nel mercato per eccesso di domanda alimentare rispetto all’offerta. Nessun limite viene invece posto per l’impiego energetico degli scarti agroindustriali. Rimangono peraltro invariati i limiti per impianti al di sopra di 1 megawatt. Tutto questo – ha concluso Manzato – è in linea con le indicazioni del Ministero dello sviluppo sia per quanto riguarda la tutela del territorio, sia per quanto concerne la riduzione della dipendenza energetica da fonti fossili”.
Il provvedimento della Giunta veneta individua come non utilizzabili per la realizzazione di impianti di bioenergia siti che siano dichiarati patrimonio storico-architettonico e del paesaggio o inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO; aree e beni di notevole interesse culturale; aree e immobili dichiarati di notevole interesse pubblico; aree tutelate per legge; zone all’interno di coni visuali la cui immagine è storicizzata e identifica i luoghi in termini di notorietà internazionale di attrattività turistica; zone umide di importanza internazionale, le Important Birds Areas; le aree incluse nella Rete Natura 2000; le aree naturali protette (nazionali, regionali e locali); aree che svolgono funzioni determinanti per la conservazione della biodiversità; aree di dissesto o rischio idrogeologico; geositi; aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate a consumo umano; aree agricole interessate da produzioni biologiche, DOP, IGP, IGT, DOC, DOCG, produzioni tradizionali; aree agricole di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico culturale.
fonte www.regione.veneto. it
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