Abusi edilizi: il Consiglio di Stato sul procedimento di demolizione

Il Consiglio di Stato ha ribadito alcuni importanti concetti relativi alla natura dell’ordine di demolizione degli abusi edilizi. Vediamo quali

di Redazione tecnica - 16/07/2024

Conclusioni

La sentenza del Consiglio di Stato ribadisce alcuni concetti ormai pacifici che dovrebbero guidare non solo l’azione amministrativa ma anche i privati nella scelta consapevole degli interventi edilizi da realizzare in considerazione della rigorosa applicazione della normativa edilizia.

Tra questi concetti appare opportuno ricordare:

  • la rigorosità delle regole edilizie per contrastare l'abusivismo Edilizio: come anticipato, benché in alcuni casi la normativa consente la sanatoria o la sanzione alternativa alla demolizione, nel caso di interventi privi di permesso di costruire, in totale difformità o con variazione essenziale, a maggior ragione se realizzati in area con vincolo paesaggistico, l’unica possibilità è la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi;
  • la sanzione demolitoria non ha tempo: non esiste la prescrizione per l’ordine di demolizione e il tempo non sana l’abuso edilizio che può essere sempre sanzionato da parte della pubblica amministrazione;
  • la natura dell’ordine di demolizione: non è annullabile il provvedimento adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti qualora, per la natura vincolata del provvedimento, sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato; l’ordine di demolizione non è comunque annullabile per mancata comunicazione dell'avvio del procedimento qualora l'amministrazione dimostri in giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato;
  • il principio di proporzionalità: la valutazione di un abuso edilizio presuppone una visione complessiva e non atomistica delle opere realizzate con la conseguenza che non è possibile scomporne una parte per negare l'assoggettabilità ad una determinata sanzione demolitoria, in quanto il pregiudizio arrecato al regolare assetto del territorio deriva non da ciascun intervento a sé stante considerato, ma dall'insieme delle opere nel loro contestuale impatto edilizio e nelle reciproche interazioni.
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