Aeroporto di Agrigento: il progetto non decolla

Secondo l'Ordine degli architetti è una mancata occasione per la realizzazione di un'infrastruttura strategica per il territorio e per un'economia che potrebbe basarsi sul turismo

di Redazione tecnica - 22/05/2023

La realizzazione del Ponte sullo Stretto, miraggio diventato speranza con l’approvazione del decreto-legge n. 35/2023, adesso in fase di conversione in legge, ha riaperto, o meglio riportato alla ribalta, l’annoso tema del potenziamento e dell’ammodernamento delle infrastrutture in Sicilia, ancora letteralmente troppo “isolata” dal resto dell’Italia e dell’Europa. 

Infrastrutture in Sicilia: oltre il Ponte sullo Stretto

Un territorio che vede sempre di più il turismo come una risorsa da fare “decollare”, ma che secondo alcuni, rischia di rimanere a terra per la mancanza di volontà nella realizzazione di altre infrastrutture strategiche. A sottolinearlo è l’Ordine degli architetti di Agrigento, all’indomani della bocciatura del progetto dell’aeroporto della Valle dei Templi da parte di Enac, ritenendo un vero e proprio scandalo la mancata realizzazione di un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo socio-economico del territorio provinciale e della Sicilia centro-meridionale.

Secondo l’ordine, Agrigento è l’unica città che non dispone di uno scalo aeroportuale raggiungibile in un’ora, nonostante la sua collocazione geografica e la grande attrattiva turistica della Valle dei templi la rendano un’area con un notevole bacino di utenza, fondamentale per il rilancio dell’economia locale.

Il mancato progetto dell'aeroporto di Agrigento

“Un aeroporto adeguato all’utenza della fascia centro meridionale della Sicilia - afferma il presidente dell’Ordine degli architetti Rino La Mendola - costerebbe meno di cinque chilometri di autostrada e la sua sostenibilità economica nel tempo sarebbe più che garantita dalla Valle dei Templi che, nel corso del 2022, ha registrato la presenza di oltre 800.000 turisti. Questi numeri, pur senza considerare i flussi ordinari legati all’utenza del territorio della Sicilia centro-meridionale, ci dicono che il tema della “sostenibilità” tanto utilizzato da chi non vuole l’aeroporto ad Agrigento è proprio “insostenibile”. Basti pensare allo scalo aeroportuale di Lampedusa, che sopravvive con un flusso turistico importante, ma non certamente paragonabile a quello della Valle (meno di 150.000 turisti/anno)”.

Secondo La Mendola, è incomprensibile “l’ostinata posizione assunta dall’Enac sulla “non sostenibilità” di un aeroporto ad Agrigento, nel momento in cui lo stesso Ente ha consentito l’apertura, in Sicilia, di scali aeroportuali con un bacino di utenza davvero irrisorio, rispetto a quello agrigentino, come gli aeroporti di Birgi e di Comiso, che sono a un tiro di schioppo, rispettivamente, da Punta Raisi e Fontanarossa. È fin troppo chiaro che uno scalo aeroportuale ad Agrigento garantirebbe l’utenza della Sicilia centro meridionale, “rischiando” di diventare il secondo, se non addirittura il primo aeroporto siciliano, mentre i bacini di utenza di Birgi e di Comiso si sovrappongono chiaramente con quelli di Punta Raisi e Fontanarossa”.

Continua il presidente dell’Ordine: “Agrigento, Capitale italiana per la Cultura 2025, rivendica il diritto di pretendere la realizzazione di un aeroporto raggiungibile in meno di un’ora, quale primo passo per realizzare un pacchetto di interventi infrastrutturali, già individuati con il manifesto della rete delle professioni tecniche, necessari per potenziare il sistema portuale centro-meridionale e dotare il territorio provinciale di un collegamento con l’anello autostradale siciliano e con la linea ferrata dell’alta velocità”.

Non manca un richiamo al recente Decreto Ponte: “Sarebbe importante la concreta realizzazione del ponte sullo Stretto, rilanciato dal governo centrale, che costituirebbe un eccezionale grimaldello per attirare grandi investimenti sull’intero sistema infrastrutturale portuale, su strada ferrata e gommata, con l’auspicio che questa volta non si tratti di uno dei tanti proclami politici che, negli ultimi quarant’anni, hanno illuso i cittadini e sperperato circa un miliardo di euro”.

“Confidiamo sull’impegno e sull’operatività del governo nazionale e della giunta regionale, in tema di infrastrutture per superare l’atavico isolamento infrastrutturale che, da troppo tempo, mortifica i diritti e l’intelligenza dei cittadini agrigentini”, conclude La Mendola.

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