3 Regole per l'Italia che deve ripartire: regole e tempi certi, investimenti e semplificazione della burocratica
19/11/2013
Regole e tempi certi, investimenti e semplificazione della
burocratica. Tre semplici regole per l'Italia che deve ripartire,
venute fuori lo scorso 13 novembre dall'Assemblea del Consiglio
Nazionale degli Ingegneri a cui, tra l'altro, hanno partecipato il
presidente di Confindustria Giorgio Squinzi,
l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro
Moretti, il presidente dell'Anas Pietro Ciucci, il
presidente dell'Ente nazionale per il Microcredito Mario
Baccinie il presidente della Cassa Depositi e Prestiti
Franco Bassanini.
Tutti d'accordo sui tre punti dell'innovazione: regole e tempi certi, investimenti e semplificazione della burocratica. "Molte delle nostre proposte sono state condivise dai tanti relatori intervenuti alla nostra assemblea. Noi ingegneri siamo pronti a lavorare: vogliamo contribuire alla necessaria revisione delle norme, alla valutazione della priorità effettiva di ogni singola infrastruttura e alla riqualificazione del territorio. Insieme alle altre professioni tecniche e a tutti gli interlocutori economici e politici, faremo la nostra parte". Con queste parole il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, ha aperto i lavori dell'Assemblea della categoria, dal titolo "Ri-progettare l'Italia. Innovazione, ricerca, infrastrutture: gli ingegneri oltre la crisi".
"Non possiamo più permetterci di pagare 810 miliardi l'anno di spese dello Stato - ha dichiarato il Vice presidente degli Ingegneri italiani Fabio Bonfà - Serve la dismissione del patrimonio pubblico che vale 500 miliardi solo di immobili e di partecipazioni. Ci vogliono interventi choc per riavviare la crescita e creare nuovi posti di lavoro".
E sul ruolo della categoria esplicito l'invito del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: "Bisogna valorizzare i professionisti poiché, al di là delle risorse e delle norme, è necessaria una buona progettazione. E la politica deve fare di più. Non abbiamo visto nuovi investimenti nelle infrastrutture, ma semplici rimodulazioni di risorse già stanziate negli anni passati".
"Se parliamo di infrastrutture e collegamenti - ha dichiarato Mauro Moretti delle Ferrovie - il problema è la rete. In Italia, per alcuni aspetti dal punto di vista tecnologico, siamo più avanzati del Giappone ma non riusciamo a sfruttare appieno queste potenzialità. Così come non riusciamo nemmeno a spendere i fondi europei destinati al Paese".
© Riproduzione riservata
Tutti d'accordo sui tre punti dell'innovazione: regole e tempi certi, investimenti e semplificazione della burocratica. "Molte delle nostre proposte sono state condivise dai tanti relatori intervenuti alla nostra assemblea. Noi ingegneri siamo pronti a lavorare: vogliamo contribuire alla necessaria revisione delle norme, alla valutazione della priorità effettiva di ogni singola infrastruttura e alla riqualificazione del territorio. Insieme alle altre professioni tecniche e a tutti gli interlocutori economici e politici, faremo la nostra parte". Con queste parole il presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Armando Zambrano, ha aperto i lavori dell'Assemblea della categoria, dal titolo "Ri-progettare l'Italia. Innovazione, ricerca, infrastrutture: gli ingegneri oltre la crisi".
"Non possiamo più permetterci di pagare 810 miliardi l'anno di spese dello Stato - ha dichiarato il Vice presidente degli Ingegneri italiani Fabio Bonfà - Serve la dismissione del patrimonio pubblico che vale 500 miliardi solo di immobili e di partecipazioni. Ci vogliono interventi choc per riavviare la crescita e creare nuovi posti di lavoro".
E sul ruolo della categoria esplicito l'invito del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: "Bisogna valorizzare i professionisti poiché, al di là delle risorse e delle norme, è necessaria una buona progettazione. E la politica deve fare di più. Non abbiamo visto nuovi investimenti nelle infrastrutture, ma semplici rimodulazioni di risorse già stanziate negli anni passati".
"Se parliamo di infrastrutture e collegamenti - ha dichiarato Mauro Moretti delle Ferrovie - il problema è la rete. In Italia, per alcuni aspetti dal punto di vista tecnologico, siamo più avanzati del Giappone ma non riusciamo a sfruttare appieno queste potenzialità. Così come non riusciamo nemmeno a spendere i fondi europei destinati al Paese".
A cura di Gabriele
Bivona
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