ANCE, crisi senza fine per il settore delle costruzioni
15/02/2012
Ancora crisi per il settore delle costruzioni. Secondo le
previsioni dell’ANCE, il 2012, dopo una riduzione del 5,4% del
2011, vedrà un ulteriore ridimensionamento dei livelli produttivi
(-3,8%). La sfiducia degli investitori e le sempre maggiori
difficoltà di accesso al credito hanno di fatto intaccato
l’economia reale del Paese e le già basse prospettive di crescita
del 2012 con la conseguenza che secondo le stime dell’Ocse il Pil
subirà nel 2012 una diminuzione dello 0,5% rispetto al 2011; più
pessimista Confindustria che ha invece stimato una riduzione
dell’1,6%.
Secondo le stime dell’ANCE, la caduta degli investimenti coinvolge tutti i comparti ad eccezione di quello che riguarda la riqualificazione del patrimonio abitativo che è aumentato nell’ultimo quinquennio del 6,3%, grazie soprattutto alla agevolazioni fiscali per le spese di ristrutturazioni edilizie (36%).
Il settore delle nuove costruzioni abitative ha di contro perso il 40,4% del volume degli investimenti. Il dato è sostenuto dalla diminuzione dei permessi di costruire che sono passati da 305.706 del 2005 ai 160.454 del 2009. Anche l’edilizia non residenziale privata ha avuto una flessione rilevante nell’ultimo quinquennio (-23,3%). Mentre per i lavori pubblici, il calo nello stesso periodo si è attestato al 37,2%; per questo comparto il ridimensionamento dei volumi produttivi è in atto ormai da otto anni, con una flessione complessiva, tra il 2004 ed il 2012, del 44,5%.
L’ANCE ha rilevato che nonostante la forte crisi, il settore delle costruzioni fornisce un importante contributo all’economia del Paese rappresentando circa il 10% degli impieghi del Pil. Il settore delle costruzioni è, inoltre, in grado di attivare impulsi che si riflettono e si amplificano all’interno del sistema economico su moltissimi settori. Basti pensare che il settore delle costruzioni effettua acquisti di beni e servizi da ben l’80% dell’insieme dei settori economici. Inoltre, una domanda aggiuntiva di 1 miliardo di euro nel settore delle costruzioni genera una ricaduta complessiva nell’intero sistema economico di 3,374 miliardi di euro ed un aumento di 17.000 occupati di cui circa 11.000 nel settore delle costruzioni e 6.000 negli altri settori.
© Riproduzione riservata
Secondo le stime dell’ANCE, la caduta degli investimenti coinvolge tutti i comparti ad eccezione di quello che riguarda la riqualificazione del patrimonio abitativo che è aumentato nell’ultimo quinquennio del 6,3%, grazie soprattutto alla agevolazioni fiscali per le spese di ristrutturazioni edilizie (36%).
Il settore delle nuove costruzioni abitative ha di contro perso il 40,4% del volume degli investimenti. Il dato è sostenuto dalla diminuzione dei permessi di costruire che sono passati da 305.706 del 2005 ai 160.454 del 2009. Anche l’edilizia non residenziale privata ha avuto una flessione rilevante nell’ultimo quinquennio (-23,3%). Mentre per i lavori pubblici, il calo nello stesso periodo si è attestato al 37,2%; per questo comparto il ridimensionamento dei volumi produttivi è in atto ormai da otto anni, con una flessione complessiva, tra il 2004 ed il 2012, del 44,5%.
L’ANCE ha rilevato che nonostante la forte crisi, il settore delle costruzioni fornisce un importante contributo all’economia del Paese rappresentando circa il 10% degli impieghi del Pil. Il settore delle costruzioni è, inoltre, in grado di attivare impulsi che si riflettono e si amplificano all’interno del sistema economico su moltissimi settori. Basti pensare che il settore delle costruzioni effettua acquisti di beni e servizi da ben l’80% dell’insieme dei settori economici. Inoltre, una domanda aggiuntiva di 1 miliardo di euro nel settore delle costruzioni genera una ricaduta complessiva nell’intero sistema economico di 3,374 miliardi di euro ed un aumento di 17.000 occupati di cui circa 11.000 nel settore delle costruzioni e 6.000 negli altri settori.
A cura di Gabriele
Bivona
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