ANNULLAMENTO DEI DECRETI ATTUATIVI
28/06/2006
Preoccupazione e allarme sono stati espressi dall'Ance per la
decisione del ministero dell'Ambiente di dichiarare inefficaci e
privi di effetti giuridici 17 decreti attuativi del Codice
dell'ambiente.
"Scelte di questo genere - ha dichiarato il presidente dell’Ance Claudio De Albertis - sono incomprensibili nella sostanza e hanno l’effetto di provocare un grave disorientamento tra le imprese di costruzione, destinatarie principali delle norme relative alla gestione delle rocce e terre da scavo dei cantieri edili".
"Cambiare norme in vigore, senza preavviso e in corsa - ha detto ancora De Albertis -provoca pesanti effetti sull’attività delle imprese, soprattutto di quelle che nei loro cantieri avevano già adottato le nuove procedure".
Particolarmente preoccupante è infatti l’effetto dell’azzeramento del decreto sui piccoli cantieri, che, grazie alla norma - inserita peraltro su espressa richiesta del Parlamento - potevano usufruire di procedure semplificate e finalizzate a consentire il riutilizzo del materiale senza eccessivi aggravi procedurali ed economici.
"Va inoltre sottolineato - ha rilevato De Albertis - che la sospensione di queste norme comporterà non solo maggiori oneri per l'impresa ma rischia anche di avere effetti negativi in termini ambientali. Si verificherà, infatti, un più ampio ricorso alle attività estrattive e potrebbero essere favoriti fenomeni di smaltimento illecito."
Peraltro il provvedimento del ministero di fatto contraddice l'intenzione espressa dal Governo di procedere a modifiche del Codice dell’Ambiente solo dopo un confronto con tutte le parti interessate e rischia inoltre di condizionare in modo negativo il dibattito nell’ambito della Commissione promossa dal ministro dell’Ambiente per la revisione del Codice.
"Noi ci auguriamo - ha concluso De Albertis - che la decisione del Ministro Pecoraro Scanio sia scaturita da perplessità di ordine formale e che quindi i decreti possano essere ripristinati in tempi molto brevi".
© Riproduzione riservata
"Scelte di questo genere - ha dichiarato il presidente dell’Ance Claudio De Albertis - sono incomprensibili nella sostanza e hanno l’effetto di provocare un grave disorientamento tra le imprese di costruzione, destinatarie principali delle norme relative alla gestione delle rocce e terre da scavo dei cantieri edili".
"Cambiare norme in vigore, senza preavviso e in corsa - ha detto ancora De Albertis -provoca pesanti effetti sull’attività delle imprese, soprattutto di quelle che nei loro cantieri avevano già adottato le nuove procedure".
Particolarmente preoccupante è infatti l’effetto dell’azzeramento del decreto sui piccoli cantieri, che, grazie alla norma - inserita peraltro su espressa richiesta del Parlamento - potevano usufruire di procedure semplificate e finalizzate a consentire il riutilizzo del materiale senza eccessivi aggravi procedurali ed economici.
"Va inoltre sottolineato - ha rilevato De Albertis - che la sospensione di queste norme comporterà non solo maggiori oneri per l'impresa ma rischia anche di avere effetti negativi in termini ambientali. Si verificherà, infatti, un più ampio ricorso alle attività estrattive e potrebbero essere favoriti fenomeni di smaltimento illecito."
Peraltro il provvedimento del ministero di fatto contraddice l'intenzione espressa dal Governo di procedere a modifiche del Codice dell’Ambiente solo dopo un confronto con tutte le parti interessate e rischia inoltre di condizionare in modo negativo il dibattito nell’ambito della Commissione promossa dal ministro dell’Ambiente per la revisione del Codice.
"Noi ci auguriamo - ha concluso De Albertis - che la decisione del Ministro Pecoraro Scanio sia scaturita da perplessità di ordine formale e che quindi i decreti possano essere ripristinati in tempi molto brevi".
© Riproduzione riservata