APER, Stime GSE su produzione energia da FER inopportune
10/02/2011
APER - Associazione produttori energia da fonti rinnovabili ha
appreso che il Gestore dei Servizi Energetici, durante un'audizione
davanti alla X Commissione Senato nell'ambito dell'acquisizione dei
pareri relativi allo schema di Decreto Legislativo di recepimento
della Direttiva 28/2009 CE, ha dichiarato che "in attesa di
completare la raccolta delle informazioni si può stimare che i
lavori di costruzione (di impianti ricadenti nel decreto Salva
Alcoa) siano stati conclusi su circa 55.000 impianti per una
potenza di circa 4.000 MW" con la conseguenza che "la potenza
complessiva degli impianti installati (…) potrebbe essere pari, a
fine 2010, a circa 7.000 MW su oltre 200.000 impianti" e che "una
volta a regime, gli incentivi riconosciuti alla produzione di tali
impianti comporteranno un onere sulla componente A3 non inferiore a
3 miliardi di euro ogni anno per 20 anni".
L'Associazione intende rappresentare la propria posizione in merito a simili modalità di comunicazione sottolineando l'inopportunità di divulgare unicamente stime, apparentemente ancora da verificare, e non già anche dati consolidati. È sotto gli occhi di tutti l'effetto che tali comunicazioni hanno determinato.
Nello specifico, circa l'attuazione della legge n. 129/10, appare impossibile che alla data del 25 gennaio 2011 si disponga unicamente di stime della potenza corrispondente alle richieste ricevute entro il 31 dicembre 2010 e non invece ad un dato documentato e certo. Inoltre, il potenziale rischio di elusione delle disposizioni contenute nella predetta legge era immaginabile fin dalla sua ultima e definitiva pubblicazione avvenuta nel mese di agosto 2010: pertanto è da attendersi che le ispezioni e le verifiche siano state organizzate da tempo e siano state effettuate con la massima tempestività allo scadere del 31 dicembre 2010 così da disporre, già alla data del 25 gennaio 2010, di una significativa casistica di controlli.
L'utilizzo di sole stime comporta invece che le considerazioni circa lo sviluppo attuale e prospettico della potenza realmente installata, nonché circa l'impatto economico sui consumatori, assumano una valenza di carattere puramente ricognitivo ed a nostro parere avrebbero necessitato maggior cautela e prudenza espositiva. La questione emerge mentre è in corso un passaggio politico molto importante per tutto il settore delle energie rinnovabili: la definizione dei contenuti del nuovo decreto di recepimento della direttiva 28/2009/CE per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili al 2020. Non si può nascondere il fatto che l'entità dei costi derivanti dai calcoli sulle prime stime del GSE possa aver ingenerato un immediato impatto negativo ed un allarme nei confronti degli auditori in Commissione e sui media nazionali insinuando un sentimento di ostilità diffusa e generando ipotesi di reazioni fortemente penalizzanti quanto ingiustificate per il settore rispetto alle quali nulla potrebbe valere una futura e tardiva rettifica.
Tutto ciò premesso, APER ritiene indispensabile che il Gestore prosegua nell'azione di verifica e controllo comunicando in tempi ragionevoli, ma comunque brevi, gli esiti di tali azioni in modo da ottenere dati certi nel più breve tempo possibile ed estinguere l'attuale stato di incertezza. Si ritiene indispensabile avere un primo riscontro entro al massimo metà febbraio.
Si rappresenta inoltre come APER, sulla base del proprio codice etico, sia pronta ad intraprendere tutte le iniziative disciplinari del caso per sanzionare gli eventuali operatori associati che saranno riconosciuti responsabili di comunicazioni fraudolente o altri illeciti nei confronti del GSE, impegnandosi ad adottare ogni provvedimento interno utile a tutelare l'immagine dell'Associazione verso l'esterno e che possono contemplare l'espulsione dall'Associazione.
Da ultimo, APER intende prendere le distanze dalle ipotesi di proroga per le asseverazioni tecniche previste dal decreto Salva Alcoa così come risulta dagli ultimi atti parlamentari in relazione all'adozione del decreto "Mille proroghe" da convertire in legge entro fine febbraio. Si ritiene questa eventualità del tutto inopportuna per gli ulteriori effetti distorsivi sul mercato del settore fotovoltaico che essa provocherebbe oltre agli evidenti rischi di adottare disposizioni discriminatorie tra gli operatori del settore.
A cura di APER
© Riproduzione riservata
L'Associazione intende rappresentare la propria posizione in merito a simili modalità di comunicazione sottolineando l'inopportunità di divulgare unicamente stime, apparentemente ancora da verificare, e non già anche dati consolidati. È sotto gli occhi di tutti l'effetto che tali comunicazioni hanno determinato.
Nello specifico, circa l'attuazione della legge n. 129/10, appare impossibile che alla data del 25 gennaio 2011 si disponga unicamente di stime della potenza corrispondente alle richieste ricevute entro il 31 dicembre 2010 e non invece ad un dato documentato e certo. Inoltre, il potenziale rischio di elusione delle disposizioni contenute nella predetta legge era immaginabile fin dalla sua ultima e definitiva pubblicazione avvenuta nel mese di agosto 2010: pertanto è da attendersi che le ispezioni e le verifiche siano state organizzate da tempo e siano state effettuate con la massima tempestività allo scadere del 31 dicembre 2010 così da disporre, già alla data del 25 gennaio 2010, di una significativa casistica di controlli.
L'utilizzo di sole stime comporta invece che le considerazioni circa lo sviluppo attuale e prospettico della potenza realmente installata, nonché circa l'impatto economico sui consumatori, assumano una valenza di carattere puramente ricognitivo ed a nostro parere avrebbero necessitato maggior cautela e prudenza espositiva. La questione emerge mentre è in corso un passaggio politico molto importante per tutto il settore delle energie rinnovabili: la definizione dei contenuti del nuovo decreto di recepimento della direttiva 28/2009/CE per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili al 2020. Non si può nascondere il fatto che l'entità dei costi derivanti dai calcoli sulle prime stime del GSE possa aver ingenerato un immediato impatto negativo ed un allarme nei confronti degli auditori in Commissione e sui media nazionali insinuando un sentimento di ostilità diffusa e generando ipotesi di reazioni fortemente penalizzanti quanto ingiustificate per il settore rispetto alle quali nulla potrebbe valere una futura e tardiva rettifica.
Tutto ciò premesso, APER ritiene indispensabile che il Gestore prosegua nell'azione di verifica e controllo comunicando in tempi ragionevoli, ma comunque brevi, gli esiti di tali azioni in modo da ottenere dati certi nel più breve tempo possibile ed estinguere l'attuale stato di incertezza. Si ritiene indispensabile avere un primo riscontro entro al massimo metà febbraio.
Si rappresenta inoltre come APER, sulla base del proprio codice etico, sia pronta ad intraprendere tutte le iniziative disciplinari del caso per sanzionare gli eventuali operatori associati che saranno riconosciuti responsabili di comunicazioni fraudolente o altri illeciti nei confronti del GSE, impegnandosi ad adottare ogni provvedimento interno utile a tutelare l'immagine dell'Associazione verso l'esterno e che possono contemplare l'espulsione dall'Associazione.
Da ultimo, APER intende prendere le distanze dalle ipotesi di proroga per le asseverazioni tecniche previste dal decreto Salva Alcoa così come risulta dagli ultimi atti parlamentari in relazione all'adozione del decreto "Mille proroghe" da convertire in legge entro fine febbraio. Si ritiene questa eventualità del tutto inopportuna per gli ulteriori effetti distorsivi sul mercato del settore fotovoltaico che essa provocherebbe oltre agli evidenti rischi di adottare disposizioni discriminatorie tra gli operatori del settore.
A cura di APER
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