AUDIZIONI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI
22/01/2008

Il 15 ed il 16 gennaio si sono svolte alla VIII Commissione
(Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) della Camera dei deputati,
le audizioni dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici,
dell’Ance, dell’AGI, dell’Oice e di rappresentanti di ordini
professionali; oggetto dell’audizione sono state tre proposte
di legge (C. 170 Lupi, C. 171 Lupi e C. 2822 Mariani) volte a
semplificare le procedure relative all’intervento di soggetti
privati per il finanziamento e la realizzazione di opere pubbliche,
la cosiddetta “finanza di progetto”(Project financing).
Per l’Autorità di vigilanza erano presenti il Presidente Luigi Giampaolino ed i consiglieri Alessandro Botto ed Andrea Camanzi.
Il Presidente Giampaolino ha valutato con favore l’iniziativa parlamentare in quanto l’attuale procedura, suddivisa in tre fasi come previsto dagli articoli 153-155 del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 163/2006), non è tale da garantire una efficace allocazione delle risorse finanziarie presenti nel mercato privato né incentiva la presentazione delle proposte da parte dei promotori (soggetti privati che possono presentare proposte per la realizzazione di lavori pubblici).
Tali difficoltà sono confermate anche dai dati elaborati dall’Autorità che documentano una flessione del ricorso allo strumento della finanza di progetto.
L’Autorità ha, poi:
Per l’Oice hanno partecipato il direttore generale, Massimo Ajello e il direttore dell’ufficio legislativo, Andrea Mascolini.
Dopo che il direttore Ajello ha illustrato il ruolo delle società di ingegneria nelle operazioni di finanza di progetto e ha messo in luce i risultati dell’andamento del mercato, che inizia a mostrare i primi segni di difficoltà derivanti dalla soppressione del c.d. diritto di prelazione, peraltro segnalati anche dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, è stato illustrato il contenuto del documento lasciato agli atti.
In particolare il direttore Andrea Mascolini ha toccato i seguenti temi principali:
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Per l’Autorità di vigilanza erano presenti il Presidente Luigi Giampaolino ed i consiglieri Alessandro Botto ed Andrea Camanzi.
Il Presidente Giampaolino ha valutato con favore l’iniziativa parlamentare in quanto l’attuale procedura, suddivisa in tre fasi come previsto dagli articoli 153-155 del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 163/2006), non è tale da garantire una efficace allocazione delle risorse finanziarie presenti nel mercato privato né incentiva la presentazione delle proposte da parte dei promotori (soggetti privati che possono presentare proposte per la realizzazione di lavori pubblici).
Tali difficoltà sono confermate anche dai dati elaborati dall’Autorità che documentano una flessione del ricorso allo strumento della finanza di progetto.
L’Autorità ha, poi:
- sottolineato l’opportunità di ulteriori modifiche volte ad anticipare il più possibile la fase di acquisizione delle autorizzazioni, problema questo che è alla base dei ritardi nel processo decisionale e, soprattutto di notevoli aumenti dei costi per la realizzazione delle opere, costi che incidono sui piani economico-finanziari;
- evidenziato la necessità di un rafforzamento dell’utilizzo dello strumento della conferenza di servizi e della redazione di studi di fattibilità con contenuti più soddisfacenti e puntuali.
Per l’Oice hanno partecipato il direttore generale, Massimo Ajello e il direttore dell’ufficio legislativo, Andrea Mascolini.
Dopo che il direttore Ajello ha illustrato il ruolo delle società di ingegneria nelle operazioni di finanza di progetto e ha messo in luce i risultati dell’andamento del mercato, che inizia a mostrare i primi segni di difficoltà derivanti dalla soppressione del c.d. diritto di prelazione, peraltro segnalati anche dall’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, è stato illustrato il contenuto del documento lasciato agli atti.
In particolare il direttore Andrea Mascolini ha toccato i seguenti temi principali:
- il rilancio del ruolo del promotore, attraverso l’incentivazione della collaborazione con le Amministrazioni nella fase di programmazione (si è proposto di assegnare un rimborso pari allo 0,50% del costo dei lavori al “promotore” che ha presentato uno studio di fattibilità, poi fatto proprio dall’amministrazione e relativo ad un intervento affidato in concessione);
- la necessità di superare l’attuale fase procedurale per andare verso una gara “secca” da aggiudicare con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa; l’ulteriore necessità della certezza dei costi di realizzazione anche con riguardo alle eventuali correzioni del piano economico-finanziario;
- l’opportunità di anticipare alla fase di programmazione la conferenza dei servizi, da svolgere sullo studio di fattibilità; la necessità di mettere a disposizione delle amministrazioni linee-guida, capitolati e schemi di contratto (attraverso l’opera dell’Unità finanza di progetto e dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici)m e di definire accuratamente il contenuto degli studi di fattibilità.
A cura di Paolo
Oreto
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