Abolizione province, affossato sul nascere il Ddl Delrio

03/12/2013

Neanche il tempo di approdare in aula che la discussione sul disegno di legge recante disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni è stata nuovamente rinviata. Sarà forse perché il rinnovo delle 54 amministrazioni comunali è ormai prossimo?Questo non è dato sapersi, ma è certo che dopo lo strappo di Forza Italia, il confronto in Parlamento sembra essere sempre più serrato.

Doveva partire oggi alla Camera la discussione generale sul disegno di legge, fortemente voluto dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie Graziano Delrio, che avrebbe dovuto abolire le province, fondere i comuni e istituire le città metropolitane. A scombinare i piani del Ministro Delrio è arrivata la relatrice per la maggioranza Elena Centemero (Forza Italia). "La nostra - ha affermato la relatrice Centemero - è una scelta di merito, legata alla valutazione negativa di un provvedimento che non abolisce le province, che stabilisce che il sindaco della città metropolitana, sia di diritto, il sindaco del capoluogo, che crea addirittura "province ciambella" per i comuni che non vogliono aderire alle città metropolitane, che prevede procedimenti diversi per i comuni che vogliono entrare ed uscire dalle aree metropolitane, generando disparità e disuguaglianze".

"Il ddl Delrio - continua l'onorevole Centemero - non semplifica, non restituisce funzionalità al sistema, né efficienza né economicità. Esempio ne sono le città metropolitane: il ddl ne prevede addirittura dieci, mentre sarebbe stato ben più credibile attribuire questo status alle sole aree con popolazione superiore ai 3 milioni di abitanti. Riteniamo inoltre che manchi una visione organica di riforma costituzionale, che preveda anche la ridefinizione del ruolo delle regioni, più che mai urgente. In una parola, il provvedimento in esame non è una vera riforma. Proprio per la nostra vocazione riformista, improntata al principio di sussidiarietà, e per la consapevolezza della responsabilità che abbiamo di ammodernare lo Stato, ho rassegnato le dimissioni da relatore del provvedimento".

Nessuna apertura al Ddl da parte di Forza Italia, Lega, NCD, SEL e persino dal Movimento a 5 Stelle che ha parlato di "farsa e finta abolizione". ''Dopo la propaganda sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che noi Cinque Stelle abbiamo rifiutato - ha affermato la deputata M5S Dalila Nesci in Aula intervenendo sul Ddl Province - ecco l'ennesimo spot degli stessi partiti, cioè il falso addio alle Province. Non ci sarà alcuna abolizione, l'impianto del disegno di legge cancella solo la componente elettiva dell'ente provincia, cioé la rappresentanza politica scelta direttamente dai cittadini''.

La deputata stellata ha, inoltre, aggiunto: "C'è poi il tentativo di accorpare province e comuni delle future città metropolitane. Inoltre, si mantengono ancora in vita le Province, poiché esisteranno, se determinati comuni ne faranno richiesta. C'è il rischio concreto del raddoppio degli enti intermedi, dato che sullo stesso territorio potranno sopravvivere sia la provincia sia la città metropolitana".

A cura di Ilenia Cicirello


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