Accorpamento delle professioni similari: i laureati triennali sono d'accordo?
02/03/2012
Da anni si parla ormai di quello che è divenuto un vero e proprio
problema che ha creato diversi e spesso inutili contenziosi: la
laurea triennale, nata con la pubblicazione del Decreto del
Presidente della Repubblica 5 giugno 2001, n. 328 recante
"Modifiche ed integrazioni della disciplina dei requisiti per
l'ammissione all'esame di Stato e delle relative prove per
l'esercizio di talune professioni, nonché della disciplina dei
relativi ordinamenti".
In particolare, il D.P.R. n. 328/2001 ha previsto l'istituzione di due sezioni all'interno degli albi professionali:
Per ciò che attiene alla professione dell'Ingegnere, l'art. 45 del D.P.R. n. 328/2001 stabilisce che l'albo è diviso nelle due sezioni A e B che, a loro volta, sono ripartite nei seguenti settori:
a) civile e ambientale;
b) industriale;
c) dell'informazione.
Agli iscritti nella sezione A spettano i seguenti titoli professionali:
a) agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale;
b) agli iscritti al settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale;
c) agli iscritti al settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione.
Agli iscritti nella sezione B spettano i seguenti titoli professionali:
a) agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale iunior;
b) agli iscritti al settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale iunior;
c) agli iscritti al settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione iunior.
L'iscrizione all'albo professionale degli ingegneri è accompagnata dalle dizioni: "sezione degli ingegneri - settore civile e ambientale"; "sezione degli ingegneri - settore industriale"; "sezione degli ingegneri - settore dell'informazione"; "sezione degli ingegneri iuniores - settore civile e ambientale"; "sezione degli ingegneri iuniores - settore industriale"; "sezione degli ingegneri iuniores - settore dell'informazione".
Ciò che importa evidenziare è che la figura dell'Ingegnere Juniores è stata forse mal digerita dallo stesso Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, pur prevedendo al suo interno un rappresentante della Sezione B, negli anni ha preferito relegare questa figura ai margini, "dimenticandosi" troppo spesso di portare avanti i diritti di ormai migliaia di laureati di primo livello, ritrovatisi da soli nel mondo del lavoro a dover contrastare i loro stessi parenti ingegneri quinquennali i quali molto spesso cercavano anche loro di emarginarli a livello professionale.
Per ultimo, un emendamento al D.L. n. 1/2012 (Decreto Liberalizzazioni) prevede l'inserimento di un periodo molto ondivago all'interno del D.L. n. 138/2011 (convertito con modificazioni dalla Legge n. 148/2011). In particolare, l'art. 3, comma 5 viene così modificato:
"Fermo restando l'esame di Stato di cui all'art. 33 quinto comma della Costituzione per l'accesso delle professioni regolamentate secondo i principi della riduzione e dell'accorpamento, su base volontaria, fra professioni che svolgono attività similari, gli ordinamenti devono garantire che l'esercizio dell'attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. (...)".
La modifica (in neretto) ha portato il Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, nonché guida del Pat (coordinamento dell'area tecnica), Giuseppe Jogna, a fare delle considerazioni che certamente non dovrebbero far piacere agli Ingegneri di corso triennale. Alla domanda di una giornalista del quotidiano Italia Oggi che metteva in luce il "problema degli Ingegneri junior, la cui condizione andrebbe sanata", il Presidente Jogna ha risposto:
"Non condivido l'espressione sanare per inquadrare il caso specifico. Ritengo, invece, che gli ingegneri junior meritino maggiore attenzione di quella che è stata data fino ad oggi, parliamo di una professione che non ha alcuna responsabilità sul sistema formativo in cui è sorta. Lavoreremo perché i laureati triennali dell'area tecnica arrivino a fare un albo per conto loro: gestiremo la transizione, consapevoli che il mondo si evolve, così come cambiano le caratteristiche formative".
Le domande che ci poniamo dopo le dichiarazioni del Presidente Jogna sono:
Con poche parole, il Presidente del CNI Armando Zambrano ha ieri affermato in merito all'Albo unico che questo dovrebbe comunque rispettare 4 condizioni semplici:
Anche il rappresentante della Sez. B del CNI, Ing. Anna Lopez, durante il Professional Day ha parlato dell'importanza di chiarimenti da parte del Governo in merito al D.P.R. n. 380/2001 e alle competenze degli Ingegneri Junior.
Poche parole ma sempre meglio di niente...
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In particolare, il D.P.R. n. 328/2001 ha previsto l'istituzione di due sezioni all'interno degli albi professionali:
- la sezione A, cui si accede, previo esame di Stato, con il titolo di laurea specialistica;
- la sezione B, cui si accede, previo esame di Stato, con il titolo di laurea.
Per ciò che attiene alla professione dell'Ingegnere, l'art. 45 del D.P.R. n. 328/2001 stabilisce che l'albo è diviso nelle due sezioni A e B che, a loro volta, sono ripartite nei seguenti settori:
a) civile e ambientale;
b) industriale;
c) dell'informazione.
Agli iscritti nella sezione A spettano i seguenti titoli professionali:
a) agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale;
b) agli iscritti al settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale;
c) agli iscritti al settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione.
Agli iscritti nella sezione B spettano i seguenti titoli professionali:
a) agli iscritti al settore civile e ambientale, spetta il titolo di ingegnere civile e ambientale iunior;
b) agli iscritti al settore industriale, spetta il titolo di ingegnere industriale iunior;
c) agli iscritti al settore dell'informazione, spetta il titolo di ingegnere dell'informazione iunior.
L'iscrizione all'albo professionale degli ingegneri è accompagnata dalle dizioni: "sezione degli ingegneri - settore civile e ambientale"; "sezione degli ingegneri - settore industriale"; "sezione degli ingegneri - settore dell'informazione"; "sezione degli ingegneri iuniores - settore civile e ambientale"; "sezione degli ingegneri iuniores - settore industriale"; "sezione degli ingegneri iuniores - settore dell'informazione".
Ciò che importa evidenziare è che la figura dell'Ingegnere Juniores è stata forse mal digerita dallo stesso Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, pur prevedendo al suo interno un rappresentante della Sezione B, negli anni ha preferito relegare questa figura ai margini, "dimenticandosi" troppo spesso di portare avanti i diritti di ormai migliaia di laureati di primo livello, ritrovatisi da soli nel mondo del lavoro a dover contrastare i loro stessi parenti ingegneri quinquennali i quali molto spesso cercavano anche loro di emarginarli a livello professionale.
Per ultimo, un emendamento al D.L. n. 1/2012 (Decreto Liberalizzazioni) prevede l'inserimento di un periodo molto ondivago all'interno del D.L. n. 138/2011 (convertito con modificazioni dalla Legge n. 148/2011). In particolare, l'art. 3, comma 5 viene così modificato:
"Fermo restando l'esame di Stato di cui all'art. 33 quinto comma della Costituzione per l'accesso delle professioni regolamentate secondo i principi della riduzione e dell'accorpamento, su base volontaria, fra professioni che svolgono attività similari, gli ordinamenti devono garantire che l'esercizio dell'attività risponda senza eccezioni ai principi di libera concorrenza, alla presenza diffusa dei professionisti su tutto il territorio nazionale, alla differenziazione e pluralità di offerta che garantisca l'effettiva possibilità di scelta degli utenti nell'ambito della più ampia informazione relativamente ai servizi offerti. (...)".
La modifica (in neretto) ha portato il Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, nonché guida del Pat (coordinamento dell'area tecnica), Giuseppe Jogna, a fare delle considerazioni che certamente non dovrebbero far piacere agli Ingegneri di corso triennale. Alla domanda di una giornalista del quotidiano Italia Oggi che metteva in luce il "problema degli Ingegneri junior, la cui condizione andrebbe sanata", il Presidente Jogna ha risposto:
"Non condivido l'espressione sanare per inquadrare il caso specifico. Ritengo, invece, che gli ingegneri junior meritino maggiore attenzione di quella che è stata data fino ad oggi, parliamo di una professione che non ha alcuna responsabilità sul sistema formativo in cui è sorta. Lavoreremo perché i laureati triennali dell'area tecnica arrivino a fare un albo per conto loro: gestiremo la transizione, consapevoli che il mondo si evolve, così come cambiano le caratteristiche formative".
Le domande che ci poniamo dopo le dichiarazioni del Presidente Jogna sono:
- sono d'accordo gli ingegneri juniores (che ricordiamo fanno capo al Consiglio Nazionale degli Ingegneri) a farsi rappresentare da una categoria notevolmente diversa dalla loro?
- dalle parole di Jogna si legge tra le righe l'intento di accorpare la categoria degli Ingegneri Juoniores con quella dei geometri e dei Periti. Considerato che l'accorpamento dovrebbe avvenire su base volontaria, gli Ingegneri Juoniores potranno mai essere d'accordo ad essere deportati in un albo che per natura non li rappresenta?
- che fine ha fatto il Consiglio Nazionale degli Ingegneri?con il cambio al vertice, che dovrebbe aver risolto i problemi degli ultimi anni, l'attuale esecutivo avrebbe dovuto prendere le parti di una categoria di professionisti che (volenti o nolenti) fa parte del CNI, come mai il CNI tace sulle questioni degli Ingegneri Juoniores?
Con poche parole, il Presidente del CNI Armando Zambrano ha ieri affermato in merito all'Albo unico che questo dovrebbe comunque rispettare 4 condizioni semplici:
- conservare il nome della categoria di appartenenza
- libertà ai laureati triennali di scegliere dove iscriversi
- competenze professionali originarie
- formazione all'università per passare a un livello superiore
Anche il rappresentante della Sez. B del CNI, Ing. Anna Lopez, durante il Professional Day ha parlato dell'importanza di chiarimenti da parte del Governo in merito al D.P.R. n. 380/2001 e alle competenze degli Ingegneri Junior.
Poche parole ma sempre meglio di niente...
A cura di Ilenia
Cicirello
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