Aper: Una doppia minaccia dalle aste per gli impianti rinnovabili
06/10/2011
Le conclusioni del working paper "Le aste per l'incentivazione alle
rinnovabili - Possibili configurazioni e criticità del caso
italiano", a cura del Centro Studi APER, individuano nel meccanismo
delle aste, introdotto dal dlgs 28/2011, una doppia minaccia: da un
lato il rallentamento, se non il freno, alle nuove iniziative
rinnovabili; dall'altro la concentrazione del settore a causa delle
difficoltà di accesso al credito delle iniziative soggette ad asta.
La discussione nel corso del primo "APERitivo" ha confermato questi
timori.
Si è infatti convenuto sull'esistenza di numerosi profili di rischio, tra i quali l'esistenza di costi di sviluppo non recuperabili, la modifica delle condizioni al contorno e l'applicazione di penali, anche alla luce dei lunghi tempi che intercorrono tra l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto, l'acquisizione del diritto all'incentivo e l'effettiva messa in esercizio. Tali rischi, è stato più volte rimarcato dai partecipanti, si rifletterebbero comunque sul livello delle offerte, rischiando di accrescere anziché contenere il costo complessivo del meccanismo.
Nel definire finalmente i meccanismi delle aste, il Governo dovrà tener conto delle basilari necessità del settore, finanziabilità e tutela della libera impresa, piuttosto che subire il fascino di un modello teorico che, all'atto pratico, già in altri Paesi ha dimostrato di non funzionare.
In allegato il working paper.
Fonte: www.webaper.it
© Riproduzione riservata
Si è infatti convenuto sull'esistenza di numerosi profili di rischio, tra i quali l'esistenza di costi di sviluppo non recuperabili, la modifica delle condizioni al contorno e l'applicazione di penali, anche alla luce dei lunghi tempi che intercorrono tra l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto, l'acquisizione del diritto all'incentivo e l'effettiva messa in esercizio. Tali rischi, è stato più volte rimarcato dai partecipanti, si rifletterebbero comunque sul livello delle offerte, rischiando di accrescere anziché contenere il costo complessivo del meccanismo.
Nel definire finalmente i meccanismi delle aste, il Governo dovrà tener conto delle basilari necessità del settore, finanziabilità e tutela della libera impresa, piuttosto che subire il fascino di un modello teorico che, all'atto pratico, già in altri Paesi ha dimostrato di non funzionare.
In allegato il working paper.
Fonte: www.webaper.it
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