Apertura vano in muratura portante: come si fa ed esempio pratico
07/02/2020
L'apertura di un vano in muratura portante è probabilmente una delle problematiche che tutti i professionisti si sono trovati a risolvere almeno una volta nella loro carriera. L'apertura di una porta che consente di far comunicare due ambienti separati è, infatti, una delle richieste più frequenti di chi acquista casa o decide di ristrutturare la propria.
- Apertura di un vano in muratura portante: cosa prendere in considerazione
- La realizzazione di nuove aperture
- Esempio pratico di apertura di un vano porta in muratura portante
Siamo sempre sicuri che ogni richiesta del committente può essere esaudita? l'apertura di una porta su un muro non ha nessun rischio per la salute strutturale dell'edificio?
Alla prima domanda cerchiamo di rispondere sempre "si", coscienti che l'opera di persuasione dei confronti del cliente spesso "ignorante" (nel senso che non conosce e quindi ignora molte conoscenze note ai professionisti) dovrà portarlo alla soluzione migliore sotto tutti gli aspetti (soprattutto normativi).
Alla seconda domanda la risposta è un secco e deciso "no" perché per aprire una porta su una parete (attività che a molti potrebbe sembrare semplice e frutto unicamente del lavoro di un bravo operaio) è preventivamente necessario conoscere l'edificio e predisporre una verifica su diversi livelli di approfondimento. La conoscenza dell’edificio in muratura oggetto della verifica risulta di fondamentale importanza ai fini di una adeguata analisi, e può essere conseguita con diversi livelli di approfondimento, in funzione dell’accuratezza delle operazioni di rilievo, delle ricerche storiche, e delle indagini sperimentali. Tali operazioni saranno funzione degli obiettivi preposti ed andranno ad interessare tutto o in parte l’edificio, a seconda della ampiezza e della rilevanza dell’intervento previsto.
Il piano delle indagini fa comunque parte sia della fase diagnostica che del progetto vero e proprio, e dovrà essere predisposto nell’ambito di un quadro generale volto a mostrare le motivazioni e gli obiettivi delle indagini stesse.
Apertura di un vano in muratura portante: cosa prendere in considerazione
È, dunque, preventivamente necessario acquisire informazioni in merito:
- alla geometria strutturale dell'edificio che ha lo scopo di consentire, nella successiva fase diagnostica, l’individuazione dell’origine e delle possibili evoluzioni delle problematiche strutturali;
- ai dettagli costruttivi, tra i quali:
- la qualità del collegamento tra pareti verticali;
- la qualità del collegamento tra orizzontamenti e pareti ed eventuale presenza di cordoli di piano o di altri dispositivi di collegamento;
- l'esistenza di architravi strutturalmente efficienti al di sopra delle aperture;
- la presenza di elementi strutturalmente efficienti atti ad eliminare le spinte eventualmente presenti;
- la presenza di elementi, anche non strutturali, ad elevata vulnerabilità;
- la tipologia della muratura (a un paramento, a due o più paramenti, con o senza collegamenti trasversali), e sue caratteristiche costruttive (eseguita in mattoni o in pietra, regolare, irregolare, …).
- alle proprietà dei materiali, l’esame della qualità muraria e l’eventuale valutazione sperimentale delle caratteristiche meccaniche hanno come finalità principale quella di stabilire se la muratura in esame è capace di un comportamento strutturale idoneo a sostenere le azioni statiche e dinamiche prevedibili per l’edificio in oggetto;
- al comportamento dei maschi murari.
La realizzazione di nuove aperture
L’O.PC.M. n. 3274/2003 prevede che la realizzazione di nuove aperture nei muri portanti sia accompagnata dalla posa in opera di un telaio chiuso, ad esempio in acciaio, di rigidezza e resistenza tali da ripristinare la condizione preesistente.
Questo concetto viene ripreso anche dalle NTC 2018 (punto 8.7.4) e dalla Circolare applicativa n. 7/2019 che al punto C8.7.4.1 recita: “Nel caso di realizzazione di nuove aperture in pareti esistenti, per far fronte alla diminuzione della capacità resistente della parete e all’aumento della sua deformabilità, può essere necessario prevedere rinforzi in grado di collaborare con la muratura esistente attraverso opportune connessioni ripristinando, per quanto possibile, la condizione dell’intera parete in atto prima della realizzazione dell’apertura”.
Tale diminuzione delle capacità della muratura non sono tanto legate alla geometria della porzione che viene asportata, quanto invece alla geometria della parete che rimane ossia quella nello “stato finale” cioè ad apertura effettuata.
Le perdite di rigidezza e di resistenza dovute alla realizzazione di un varco, si calcolano quindi come differenza tra i corrispondenti valori delle pareti calcolati nella situazione iniziale e quelli nella situazione finale. A volte, erroneamente, le perdite di rigidezza e resistenza vengono calcolate prendendo a riferimento la porzione di muratura da asportare, considerandola, al solito, come una parete vincolata alla “Grinter”; questo procedimento non è corretto perché a parità di larghezza del varco da effettuare, si ha l’assurdo che ad una minore altezza dello stesso corrisponde una maggiore richiesta di rinforzo della parete ossia ad una minore quantità di parete asportata corrisponde un maggior rinforzo da mettere in atto.
Infatti: h1 > h3 implica K2 > K1 dove K1 è la perdita di rigidezza della parete nell’ipotesi di asportare una porzione di altezza h1 (coincidente con la rigidezza della porzione di muratura di altezza h1 e larghezza a); K2 è la perdita di rigidezza della parete nell’ipotesi di asportare una porzione di altezza h3 (coincidente con la rigidezza della porzione di muratura di altezza h3 e larghezza a).
Ne risulta che ad una minore asportazione di materiale corrisponderebbe un maggior indebolimento della parete e quindi un maggior rinforzo da mettere in atto per ripristinare lo stato preesistente (senza apertura).
Per maggiore chiarezza si riporta di seguito un esempio pratico.
Esempio pratico di apertura di un vano porta in muratura portante
Oggetto dell’intervento è la manutenzione straordinaria e opere interne ad un edificio composto da piano terra, piano primo e soffitte, dove si prevede di realizzare un vano porta, di larghezza 90 cm e altezza 250 cm, nella parete portante al piano terra.
Le pareti portanti sono realizzate in mattoni pieni a due teste, spessore 25 cm. I solai sono in laterocemento: quelli di calpestio del piano terra, del piano primo e del piano soffitte hanno altezza 24 cm (20 + 4) mentre il solaio di copertura ha altezza 20 cm (16 + 4). È presente il cordolo di piano in c.a. in corrispondenza di ogni impalcato.
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A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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