Appalto integrato: decisione tecnica o politica?
31/10/2018
Le recenti consultazioni sulla possibile nuova riforma del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti) e le osservazioni della Conferenza delle Regioni (leggi articolo) meritano un'attenta riflessione soprattutto in riferimento alla proposta relativa all'appalto integrato (art. 59, commi 1 e 1-bis).
La Conferenza delle Regioni, ma anche l'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), ha richiesto un ritorno al passato con la possibilità di ricorrere all’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo elaborato dall’amministrazione aggiudicatrice (il c.d. appalto integrato previsto dal vecchio D.Lgs. n. 163/2006).
Richiesta che non è piaciuta ai professionisti che proprio recentemente, con il vicepresidente del CNAPPC Rino La Mendola, hanno fatto sentire la loro voce definendo l'appalto integrato un errore perché "genera teoricamente l’illusione di ridurre i tempi, ma finisce inevitabilmente per allungarli, alimentando varianti in corso d’opera, contenziosi ed incompiute".
Entrando nel merito della proposta, la Conferenza delle Regioni ha previsto un metodo per temperare l’utilizzo dello strumento dell'appalto integrato che nel recente passato ha generato fenomeni distorsivi e un aumento della spesa pubblica. È stato, infatti, proposta l’utilizzazione dell’appalto integrato alle seguenti condizioni:
- affidamento sulla base del progetto definitivo elaborato dall’amministrazione;
- affidamento con il solo criterio del miglior rapporto qualità/prezzo;
- divieto di presentare riserve sul progetto esecutivo redatto dall'operatore economico che realizza i lavori (divieto da inserire nel bando e nel contratto quale condizione risolutiva espressa).
Da parte nostra, per cercare di comprendere la portata della proposta, abbiamo condotto due diversi sondaggi.
Con il primo abbiamo richiesto tramite il nostro canale Facebook se i nostri colleghi/fan fossero d'accordo con la proposta della Conferenza delle Regioni. Il risultato è stato molto interessante:
- il 47% ha risposto che è d'accordo;
- il 43% ha risposto di non essere d'accordo;
a dimostrazione di come l'argomento non sia facile e non riesca a mettere d'accordo tutti. Molti professionisti hanno infatti risposto di essere favorevoli all'appalto integrato perché metterebbe nelle condizioni la stazione appaltante di accelerare i tempi con la garanzia che la centralità e la qualità del progetto verrebbero assicurate dal rafforzamento dei contenuti dei singoli livelli di progettazione e dall’obbligo, dal 2019, della progettazione in BIM. Altrettanti professionisti, Rete delle Professioni Tecniche in testa, hanno invece affermato che un progetto esecutivo di qualità è l'unico modo che ha la stazione appaltante per assicurare la realizzazione dell'opera nei modi e nei tempi previsti.
Con un secondo sondaggio, molto più ampio (accedi ai risultati), abbiamo chiesto se si ritiene utilizzabile (come lo è allo stato attuale) il sistema di aggiudicazione dell’Offerta economicamente più vantaggiosa sul progetto esecutivo. Qui i risultati sono stati decisamente più netti e siamo riusciti ad entrare nel dettaglio:
- il 38.27% ha risposto di SI;
- il 49.23% ha risposto di NO;
- il restante 12.5% ha ammesso di non sapere rispondere.
Il 38.27% di SI è arrivato da:
- Libero Professionista: 14.89%
- Società di ingegneria: 1.76%
- Stazione Appaltante: 19.1%
- Società tra professionisti: 0.28%
- Impresa: 2.25%
Il 49.23% di NO è, invece, arrivato da:
- Libero Professionista: 22.68%
- Impresa: 6.46%
- Società di ingegneria: 1.19%
- Stazione Appaltante: 18.4%
- Società tra professionisti: 0.49%
Infine, il restante 12.5% che ha ammesso di non sapere rispondere è arrivato da:
- Libero Professionista: 4.42%
- Stazione Appaltante: 5.27%
- Impresa: 2.25%
- Società di ingegneria: 0.35%
- Società tra professionisti: 0.21%
In definitiva, pur ammettendo che probabilmente andrebbe rivisto
il criterio di aggiudicazione nel caso di gara sul progetto
esecutivo, non siamo certi che l'appalto integrato
sia uno di quegli argomenti da verità assoluta e che, sempre
probabilmente, la decisione sarà di natura politica e dimostrerà la
maggiore forza di chi propende verso un ritorno al passato e chi,
invece, ritiene che la centralità del progetto debba essere
estranea alla fase esecutiva. Ciò che però mi chiedo (e vi chiedo)
è cosa accadrà ai professionisti chiamati dalle imprese a
redigere il progetto esecutivo da proporre in gara nel caso in cui
non si riesca a vincere l'appalto? ai professionisti verrà
corrisposto un giusto compenso (anche a garanzia della qualità del
progetto)? o i professionisti si metteranno al servizio delle
imprese anche a scapito della loro indipendenza professionale (cosa
di per sé fondamentale per la riuscita di una fase progettuale di
qualità)? lascio come sempre a voi la risposta.
#unpensieropositivo oggi serve davvero tanto!
A cura di Ing. Gianluca Oreto
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