Architetti, No a steccati tra imprenditori e liberi professionisti
05/11/2012
"Organizzare insieme una importante iniziativa pubblica - in
previsione della prossima scadenza elettorale - nella quale
elaborare proposte condivise per lo sviluppo e per l'avvio di
politiche finalizzate alla sostenibilità ambientale, alla riduzione
del peso fiscale e della burocrazia e alla soluzione al dramma dei
ritardi - e, spesso, dei mancati - pagamenti della PA, alle imprese
e ai professionisti. Se, insieme, saremo in grado di produrre idee
e proposte concrete il futuro potrà essere migliore per
tutti".
Con queste parole il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha chiesto in una lettera aperta inviata al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e al direttore generale Marcella Panucci, la cooperazione tra imprenditori e professionisti per elaborare insieme proposte concrete finalizzate alla risoluzione di problemi comuni.
"Non è più il tempo, soprattutto dopo la Riforma delle professioni, di alzare steccati tra imprenditori e professionisti - ha sottolineato il presidente del CNAPPC Leopoldo Freyrie - è tempo invece di fare insieme sistema su obiettivi comuni per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi. Dopo aver dimostrato di non essere una casta chiusa nel proprio mondo autoreferenziale, gli architetti italiani ancora una volta mettono conoscenze e saperi al servizio del Paese: elaborando studi e progetti sulla rigenerazione delle città, sulle funzioni di sussidiarietà e sull'uso di strumenti innovativi contro la burocrazia, sulla semplificazione delle norme edilizie ed urbanistiche, sulla collaborazione per competere sui mercati internazionali. Misure queste che possono rappresentare, di fatto, un importano volano per la crescita del Paese".
In tal senso, il CNAPPC ha condannato l'iniziativa promossa dal Raggruppamento Consultivo del Terziario Avanzato di Confindustria Friuli Venezia Giulia, che in occasione della presentazione del libro-inchiesta "Il cappio. Perché gli Ordini Professionali soffocano l'economia italiana" ha nuovamente attaccato il mondo delle libere professioni rappresentando una visione distorta e riduttiva della realtà.
"Va respinta la tesi - ha continuato il CNAPPC - illustrata in quella sede confindustriale, secondo la quale "l'Italia è il paese degli orticelli, dove, poiché si guarda sempre al proprio interesse perdendo di vista la collettività, gli Ordini costituiscono tante piccole lobby che si reggono le une con le altre e che gestiscono ognuna un settore dell'economia".
"Crediamo invece - ha concluso il CNAPPC - sia invece l'ora di mettere a frutto e di valorizzare gli Ordini professionali producendo idee e proposte, non dimenticando, comunque, che essi sono organi dello Stato e che costituiscono un importante rete sul territorio, pronta a fare i proprio dovere con entusiasmo e spirito di sacrificio".
© Riproduzione riservata
Con queste parole il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha chiesto in una lettera aperta inviata al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e al direttore generale Marcella Panucci, la cooperazione tra imprenditori e professionisti per elaborare insieme proposte concrete finalizzate alla risoluzione di problemi comuni.
"Non è più il tempo, soprattutto dopo la Riforma delle professioni, di alzare steccati tra imprenditori e professionisti - ha sottolineato il presidente del CNAPPC Leopoldo Freyrie - è tempo invece di fare insieme sistema su obiettivi comuni per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi. Dopo aver dimostrato di non essere una casta chiusa nel proprio mondo autoreferenziale, gli architetti italiani ancora una volta mettono conoscenze e saperi al servizio del Paese: elaborando studi e progetti sulla rigenerazione delle città, sulle funzioni di sussidiarietà e sull'uso di strumenti innovativi contro la burocrazia, sulla semplificazione delle norme edilizie ed urbanistiche, sulla collaborazione per competere sui mercati internazionali. Misure queste che possono rappresentare, di fatto, un importano volano per la crescita del Paese".
In tal senso, il CNAPPC ha condannato l'iniziativa promossa dal Raggruppamento Consultivo del Terziario Avanzato di Confindustria Friuli Venezia Giulia, che in occasione della presentazione del libro-inchiesta "Il cappio. Perché gli Ordini Professionali soffocano l'economia italiana" ha nuovamente attaccato il mondo delle libere professioni rappresentando una visione distorta e riduttiva della realtà.
"Va respinta la tesi - ha continuato il CNAPPC - illustrata in quella sede confindustriale, secondo la quale "l'Italia è il paese degli orticelli, dove, poiché si guarda sempre al proprio interesse perdendo di vista la collettività, gli Ordini costituiscono tante piccole lobby che si reggono le une con le altre e che gestiscono ognuna un settore dell'economia".
"Crediamo invece - ha concluso il CNAPPC - sia invece l'ora di mettere a frutto e di valorizzare gli Ordini professionali producendo idee e proposte, non dimenticando, comunque, che essi sono organi dello Stato e che costituiscono un importante rete sul territorio, pronta a fare i proprio dovere con entusiasmo e spirito di sacrificio".
A cura di Gabriele
Bivona
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