Architetti, la riqualificazione urbana sia la prima grande infrastruttura del millennio

04/04/2012

"La riqualificazione, organica e strutturata, del patrimonio immobiliare del Paese non può più attendere: deve rappresentare una priorità per garantire qualità e sicurezza dell'habitat per i cittadini e per promuovere i valori culturali del territorio italiano anche rappresentando un importante volano economico per il settore delle costruzioni, incentivando la ricerca e l'innovazione tecnologica. Ma a condizione che non sia declinato per parti separate o scorporate: fermare il consumo del suolo, risparmiare l'energia e l'acqua, usare materiali eco-compatibili, realizzare le infrastrutture digitali nelle città e nelle case, aiutare il processo di razionalizzazione del ciclo dei rifiuti e per la mobilità sostenibile, rigenerare gli spazi pubblici, sono tutte azioni che vanno mantenute in un unico programma ambizioso ma realizzabile".

Con queste parole il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., Leopoldo Freyrie, è intervenuto al Convegno "Un piano per le città. Trasformazione urbana e sviluppo sostenibile", in cui è stato presentato uno studio Censis-Ance che rappresenta un contributo al dibattito nazionale sulla trasformazione urbana e a cui ha avuto seguito una tavola rotonda con i principali attori del processo.

La seconda sessione del Convegno si terrà a Roma il 20 e 21 Aprile con la presentazione del Rapporto del Cresme RI.U.SO., nato dalla collaborazione di architetti, costruttori ed ambientalisti all'insegna dell'hi-low: hi performance e low cost. Il progetto "Ri.U.SO - Città e rigenerazione urbana", sarà uno dei momenti più significativi nel confronto tra rappresentanti delle istituzioni, della politica, dell'economia e della filiera dell'edilizia.

"Il Progetto Ri.U.SO - ha affermato il presidente Freyrie - contiene già in sé le risorse economiche che, messe a reddito con strumenti finanziari adeguati e sommate a incentivi pubblici, bonus volumetrici e fondi europei, rendono realizzabile questa sfida. Per vincerla serve anche una vasta condivisione politica e sociale di Governo, Parlamento, Regioni, Comuni, ma anche del Demanio, non solo per la dismissione ma anche per la valorizzazione del patrimonio pubblico; così come serve coinvolgere anche le grandi proprietà immobiliari private e le istituzioni finanziarie italiane e comunitarie".

I dati messi in evidenza dal presidente Freyrie risultano essere particolarmente significativi della situazione del patrimonio edilizio italiano che ha per il 43% più di 50 anni, per il 65% più di 40 e per il 63% è considerato potenzialmente a rischio per vetustà o per problematiche di tipo costruttivo.

"Qualche segnale positivo - ha proseguito il Presidente degli Architetti - si può cogliere: da un lato si registra che dei 213 miliardi di euro che corrispondono al valore della produzione nelle costruzioni nel 2011, circa 133 - pari a oltre il 60% del totale - sono destinati a interventi di riqualificazione; dall'altro il Governo, attraverso il viceministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia, annuncia "il piano città a 360 gradi" volto ad incentivare interventi di riqualificazione urbana".

"Vi sono tutte le premesse - ha concluso Freyrie - perché si possa decisamente avviare questo impegnativo Progetto, prima vera e concreta grande infrastruttura del millennio per ammodernare il Paese e rilanciarne l'economia e la ricerca: gli architetti italiani mettono a disposizione le loro capacità e le loro competenze per essere parte attiva e propositiva per questi aspetti fondamentali per la vita dei cittadini".

A cura di Ilenia Cicirello


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