CIPU: Documento sugli indirizzi per una politica nazionale per le città

17/04/2013

In riferimento alle previsioni dell'articolo 12 bis del decreto-legge 22/6/2012, n. 83 convertito dalla legge 7/8/2012, n. 134, il 23 gennaio scorso si è insediato il Comitato Interministeriale per le Politiche Urbane (CIPU) che ha, recentemente predisposto il documento "Metodi e Contenuti sulle Priorità in tema di Agenda Urbana" sugli indirizzi per una politica nazionale per le città.
Il documento è stato promosso dal Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca e si avvale dei contributi del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e Ricerca Francesco Profumo, del vice-Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Mario Ciaccia, dei Sottosegretari Giovanni Ferrara (Ministero dell’Interno) e Vieri Ceriani (Ministero dell'Economia e Finanze), dei rappresentanti dei Ministeri dell'Ambiente, del Lavoro e degli Affari Regionali, del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica, delle Regioni, delle Province e dell'ANCI.

Il testo è stato elaborato partendo dalle azioni delle Amministrazioni interessate e tenendo conto delle diverse dimensioni urbane (aree metropolitane, grandi e medie città, sistemi di comuni) e delle specificità del Mezzogiorno e delle Aree interne. Sono evidenziati i punti di forza, criticità e priorità operative, descrivendo una traccia di metodo e di contenuto sulle priorità per una possibile Agenda Urbana che possa integrare i diversi livelli di governo, le politiche settoriali, le risorse finanziarie ordinarie e comunitarie.
In particolare, il documento articola possibili soluzioni per superare la sovrapposizione/contrapposizione tra politiche ordinarie e politiche aggiuntive, anche sulla base del documento “Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-20”.

Il documento del Cipu dedica ampio spazio ali aspetti legati alla riqualificazione urbana e allo sviluppo delle città e nel paragrafo relativo all'Urbanistica della Sicurezza viene precisato che "la sfida principale che si presenta per la politica delle città è determinata dalla necessità di promuovere una inversione di tendenza del rapporto espansione/riqualificazione. Necessità molto spesso denunciata, ma che ha stentato ad affermarsi nei fatti concreti. Perché questo possa avvenire, è necessario rendere vantaggioso, per gli addetti ai lavori (costruttori e gli altri operatori del settore) e per i cittadini investire, anche con vantaggi finanziari, sulle politiche di mantenimento e miglioramento della città costruita, piuttosto che sulla realizzazione di nuove edificazioni"
Le azioni da porre in essere possono essere sintetizzate in via esemplificativa, in:
  • gestione del patrimonio edilizio pubblico e privato attraverso politiche tendenti all'ottimizzazione del suo uso;
  • incentivazione dell'edilizia di sostituzione;
  • politiche di miglioramento della qualità edilizia.

Nel documento viene ipotizzato di incentivare le precedenti azioni "con le stesse modalità previste dal Dl 22 giugno 2012 n. 83, che prevede che fino al 30 giugno 2013, la percentuale del 36% per le ristrutturazioni aumenta al 50% e l'importo massimo di spesa per ogni unità abitativa sale da 48.000 a 96.000 euro.".
Per quanto concerne, poi, la riqualificazione urbana, il documento precisa che "va affrontata con un approccio attento anche alla gestione sociale delle politiche abitative, attraverso l'’incentivazione dell'edilizia sociale che dovrà essere articolata in relazione ai diversificati fabbisogni espressi dalla popolazione" con l'ipotesi di "un programma di ristrutturazione e riconversione del patrimonio pubblico obsoleto e non utilizzato, realizzato in chiave di miglioramento delle complessive prestazioni (funzionali, energetiche, statiche) dell'edificio, che consentirebbe di immettere sul mercato un'offerta alloggiativa, adeguata agli standard attuali, sotto il profilo tipologico-edilizio,energetico e a basso costo di gestione, funzionale ai bisogni della domanda sociale. Le suddette necessità impongono di verificare la fattibilità di rapportarsi con il settore privato e con le banche per implementare diverse e nuove modalità di finanziamento (formule di microcredito, garanzie per la morosità, accompagnamento finanziario per interventi di rigenerazione urbana)."

Le proposte conclusive affermano, per ultimo, la necessità, per rendere le città italiane più vivibili e competitive, di "dare sistematicità agli interventi di manutenzione e riqualificazione urbana. A questo fine devono essere individuate non soltanto partite finanziare da investire ma anche procedure più tempestive ed efficaci rispetto a quelle attualmente definite per gli investimenti infrastrutturali in sede CIPE, senza, però, cadere nell’eccezionalità e nella elusione delle garanzie, attraverso procedure derogatorie che non hanno mai dato buona prova di sé in un Paese che ha un significativo deficit di etica pubblica".

di Gabriele Bivona


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