COMMENTO PRELIMINARE DI FEDERARCHITETTI
25/03/2009
Federarchitetti con comunicazione al Presidente del Consiglio ed ai
Ministri competenti (Rapporti con le Regioni, Amministrazione e
Innovazione, Grazia e Giustizia, Sviluppo Economico, Infrastrutture
e Trasporti) ha inviato il seguente
Commento preliminare al "Piano Casa"
Il Sindacato Architetti liberi Professionisti, Federarchitetti, riconosce, nell’intenzione del Governo di promuovere provvedimenti per l’edilizia, una scelta fondamentale per la ripresa dell’economia e la riqualificazione dei territori.
Una maggiore concertazione con le rappresentanze delle libere professioni costituirebbe un principio inderogabile anche per velocizzare l’iter di taluni provvedimenti legislativi.
L’attuale crisi economica ha paradossalmente spinto alla individuazione dei provvedimenti auspicati, idonei nel rompere gli schemi nei quali è rimasto per troppo tempo condizionato il territorio e sui quali dovrà intervenire la nuova legge urbanistica.
Deve essere rivisto il dogma che ha finora considerato ogni intervento come area di eterno conflitto uomo-natura, ma vanno sviluppate le capacità dell’uomo ad integrarsi sinergicamente ad essa, soddisfacendo le proprie esigenze nel rispetto delle caratteristiche dell’ambiente.
Migliorare le problematiche legate al tema della casa, riveste un ruolo centrale per le famiglie che costituiscono un capitale sociale, microeconomia, che deve tendere allo sviluppo.
Gli obiettivi
Un dispositivo legislativo deve quindi porsi gli obiettivi di:
Per gli aspetti attinenti le procedure, ed il conseguimento dei permessi a costruire, potrebbe ammettersi un doppio binario che preveda il permanere dei pareri degli Enti interessati a carico degli Uffici Tecnici, (modello: Sportello Unico), nei tempi agli stessi concessi, unitamente all’atto autorizzativo da emettere con termine perentorio di 15 giorni: oltre tale termine è il professionista a certificare l’istruttoria per quanto attiene la rispondenza alla normativa Locale.
In alternativa, possono essere istituite commissioni, anche c/o gli Ordini, con componenti dei sindacati professionali e delle associazioni dei consumatori, a procedere, in tempi obbligati, all’espletamento dell’istruttoria.
Per quanto attiene i pareri delle Soprintendenze, dovrebbero essere affidati a terne di addetti interne alle amministrazione e ad un rappresentante delle associazioni rappresentative sindacali dei liberi professionisti e dei consumatori, per svincolarsi dalla discrezionalità di un singolo funzionario.
L’applicazione dei parametri
Acquisito, anche con le sentenze della Corte Costituzionale, che la programmazione edilizia è materia concorrente, occorre che abbiano natura univoca alcuni principi di base della normativa per tutte le Regioni.
Gli interventi dovrebbero altresì indurre effetti positivi sul territorio a scala vasta.
Fondamentale effetto delle misure da adottare può essere costituito dalla applicazione di parametri incentivanti differenziati in realtà territoriali diverse, a seconda degli effetti da perseguire di riequilibrio della densità abitativa sul territorio. Per aree ad elevata densità edilizia, es. le fasce costiere di aree urbane o alcuni agglomerati periferici, l’aumento di cubatura previsto dovrebbe riguardare esclusivamente la idoneità delle strutture e il rafforzamento di servizi o commercio, questo da riportare nelle aree urbane, evitando di aumentarne il carico demografico ma riducendone la necessità di spostamenti. In altri termini, và scongiurato che la fattibilità economica degli interventi ricada solo sulle aree dove più alto è il valore immobiliare.
Inversamente, per i casi di abbattimento e ricostruzione di edifici isolati, o periferici, la previsione del 30% di aumento di cubatura può anche essere incrementata per accrescere la fattibilità economica degli interventi: la loro realizzazione aumenterebbe l’offerta verso aree meglio strutturate in termini di standards e quindi appetibili anche da chi risiede in zone affollate.
Ulteriori effetti andrebbero a determinarsi in casi dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di due o tre piani, rendendo possibile intervenire su lotti di più fabbricati prevedendone la ricostruzione su un’unica area di sedime, anche con incremento complessivo di cubatura del 30%; in modo da liberare circa il 50% dell’area del lotto destinandola a spazi a verde attrezzato, pubblico e/o privato: ciò sarebbe possibile in molti centri dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di 2 o tre piani.
I liberi professionisti
La Federarchitetti, per quanto attiene il comparto tecnico libero professionale, ribadisce che la crisi delle categorie tecniche in Italia è ben anteriore all’attuale momento e sulla stessa ne sono state correntemente definite le cause: pertanto, più che a misure specifiche, pur utili da adottare, gli attuali impatti negativi della crisi economica sarebbero adeguatamente fronteggiati con una revisione delle regole che oggi governano le libere professioni, caratterizzate da una serie di anomalie, legislative e procedurali, che le pongono in difficoltà nel supportare adeguatamente le esigenze del Paese e per affrontare la concorrenza delle strutture straniere. Si ribadisce, per l’occasione come, a parere della Federarchitetti, la qualità dell’architettura è diretta conseguenza dello status della categoria e del riconoscimento del ruolo professionale.
Regole in tal senso, a coronamento degli indirizzi legislativi, potrebbero già riguardare:
Il Presidente
arch. Paolo Grassi
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Commento preliminare al "Piano Casa"
Il Sindacato Architetti liberi Professionisti, Federarchitetti, riconosce, nell’intenzione del Governo di promuovere provvedimenti per l’edilizia, una scelta fondamentale per la ripresa dell’economia e la riqualificazione dei territori.
Una maggiore concertazione con le rappresentanze delle libere professioni costituirebbe un principio inderogabile anche per velocizzare l’iter di taluni provvedimenti legislativi.
L’attuale crisi economica ha paradossalmente spinto alla individuazione dei provvedimenti auspicati, idonei nel rompere gli schemi nei quali è rimasto per troppo tempo condizionato il territorio e sui quali dovrà intervenire la nuova legge urbanistica.
Deve essere rivisto il dogma che ha finora considerato ogni intervento come area di eterno conflitto uomo-natura, ma vanno sviluppate le capacità dell’uomo ad integrarsi sinergicamente ad essa, soddisfacendo le proprie esigenze nel rispetto delle caratteristiche dell’ambiente.
Migliorare le problematiche legate al tema della casa, riveste un ruolo centrale per le famiglie che costituiscono un capitale sociale, microeconomia, che deve tendere allo sviluppo.
Gli obiettivi
Un dispositivo legislativo deve quindi porsi gli obiettivi di:
- consentire la concreta fattibilità economica delle iniziative;
- alleviare il fabbisogno abitativo ed il contenimento dei costi del mercato immobiliare;
- semplificare e velocizzare le procedure nella certezza dei tempi;
- ottimizzare il ruolo e le responsabilità dei liberi professionisti e delle pubbliche amministrazioni;
- incidere sul territorio in termini di qualità edilizia e di riequilibrio demografico e dei servizi;
- applicare tecnologie innovative dotate di requisiti di risparmio energetico;
- innovare in termini di qualità e sicurezza il patrimonio immobiliare;
- ridurre le esigenze di mobilità, degli spostamenti O/D, casa/lavoro- casa/servizi.
Per gli aspetti attinenti le procedure, ed il conseguimento dei permessi a costruire, potrebbe ammettersi un doppio binario che preveda il permanere dei pareri degli Enti interessati a carico degli Uffici Tecnici, (modello: Sportello Unico), nei tempi agli stessi concessi, unitamente all’atto autorizzativo da emettere con termine perentorio di 15 giorni: oltre tale termine è il professionista a certificare l’istruttoria per quanto attiene la rispondenza alla normativa Locale.
In alternativa, possono essere istituite commissioni, anche c/o gli Ordini, con componenti dei sindacati professionali e delle associazioni dei consumatori, a procedere, in tempi obbligati, all’espletamento dell’istruttoria.
Per quanto attiene i pareri delle Soprintendenze, dovrebbero essere affidati a terne di addetti interne alle amministrazione e ad un rappresentante delle associazioni rappresentative sindacali dei liberi professionisti e dei consumatori, per svincolarsi dalla discrezionalità di un singolo funzionario.
L’applicazione dei parametri
Acquisito, anche con le sentenze della Corte Costituzionale, che la programmazione edilizia è materia concorrente, occorre che abbiano natura univoca alcuni principi di base della normativa per tutte le Regioni.
Gli interventi dovrebbero altresì indurre effetti positivi sul territorio a scala vasta.
Fondamentale effetto delle misure da adottare può essere costituito dalla applicazione di parametri incentivanti differenziati in realtà territoriali diverse, a seconda degli effetti da perseguire di riequilibrio della densità abitativa sul territorio. Per aree ad elevata densità edilizia, es. le fasce costiere di aree urbane o alcuni agglomerati periferici, l’aumento di cubatura previsto dovrebbe riguardare esclusivamente la idoneità delle strutture e il rafforzamento di servizi o commercio, questo da riportare nelle aree urbane, evitando di aumentarne il carico demografico ma riducendone la necessità di spostamenti. In altri termini, và scongiurato che la fattibilità economica degli interventi ricada solo sulle aree dove più alto è il valore immobiliare.
Inversamente, per i casi di abbattimento e ricostruzione di edifici isolati, o periferici, la previsione del 30% di aumento di cubatura può anche essere incrementata per accrescere la fattibilità economica degli interventi: la loro realizzazione aumenterebbe l’offerta verso aree meglio strutturate in termini di standards e quindi appetibili anche da chi risiede in zone affollate.
Ulteriori effetti andrebbero a determinarsi in casi dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di due o tre piani, rendendo possibile intervenire su lotti di più fabbricati prevedendone la ricostruzione su un’unica area di sedime, anche con incremento complessivo di cubatura del 30%; in modo da liberare circa il 50% dell’area del lotto destinandola a spazi a verde attrezzato, pubblico e/o privato: ciò sarebbe possibile in molti centri dove la tipologia edilizia è rappresentata da immobili di 2 o tre piani.
I liberi professionisti
La Federarchitetti, per quanto attiene il comparto tecnico libero professionale, ribadisce che la crisi delle categorie tecniche in Italia è ben anteriore all’attuale momento e sulla stessa ne sono state correntemente definite le cause: pertanto, più che a misure specifiche, pur utili da adottare, gli attuali impatti negativi della crisi economica sarebbero adeguatamente fronteggiati con una revisione delle regole che oggi governano le libere professioni, caratterizzate da una serie di anomalie, legislative e procedurali, che le pongono in difficoltà nel supportare adeguatamente le esigenze del Paese e per affrontare la concorrenza delle strutture straniere. Si ribadisce, per l’occasione come, a parere della Federarchitetti, la qualità dell’architettura è diretta conseguenza dello status della categoria e del riconoscimento del ruolo professionale.
Regole in tal senso, a coronamento degli indirizzi legislativi, potrebbero già riguardare:
- la definizione dei ruoli pubblico – privato:
- l’obbligo di completamento degli atti istruttori con dichiarazione di corrispondenza degli oneri professionali;
- obbligo di competenze interdisciplinari per le principali fasi tecniche degli interventi;
- adozione di procedure di determinazione degli onorari fondate su parametri diversi, sulla base di studi già pubblicati da Federarchitett;
- rapporti corretti con le P.A e minor frazionamento delle centrali di committenza pubblica;
- correttivi al Testo Unico degli appalti;
- maggior controllo sui costi e sul regime sanzionatorio messo in atto da Ordini e Casse di Previdenza e revisione degli attuali studi di settore, inattendibili a fronte della situazione reale;
- riforma effettiva che definisca rappresentanze democratiche, libera scelta della formazione post-laurea con supporto agli studi professionali, diversa composizione e ruolo degli Ordini.
Il Presidente
arch. Paolo Grassi
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