CONFERMATA L'ENTRATA IN VIGORE
12/06/2006
Confermata l'entrata in vigore del "Codice dei contratti
pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle
direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE" per l'1 luglio
2006.
Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 9 scorso ha proceduto ad un cambio di rotta rispetto a quanto precedentemente annunziato sia dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che da vari esponenti della maggioranza; il non rinvio del Codice è scaturito dal rifiuto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a controfirmare decreti-legge che avrebbero proceduto a cancellare o a modificare le riforme varate dal precedente Governo Berlusconi, senza passare dal Parlamento.
Al Governo, per le modifiche al Codice, restano, pertanto, due alternative: procedere con un disegno di legge o percorrere la strada dei decreti correttivi.
Sembra che la volontà sia quella di percorrere la seconda strada con l'intento di varare tali decreti al più presto e, comunque, dopo l’entrata in vigore del codice stesso poiché la procedura correttiva può essere utilizzata soltanto dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo attuativo della legge delega.
Il programma è, quindi, quello di fare riunire, probabilmente già oggi stesso un "Comitato appalti", costituito dai tecnici della Presidenza del Consiglio e dei ministeri interessati, per mettere a punto il decreto da trasmettere al Parlamento già il prossimo 1 luglio, data di entrata in vigore del Codice stesso.
Nei successivi quaranta giorni, le Commissioni parlamentari competenti dovrebbero esprimere il loro parere, al fine di consentire al Governo di emanare il decreto stesso prima della pausa estiva.
Si prospetta, quindi, la possibilità che il nuovo Codice entri in vigore, così come è stato pubblicato, il prossimo 1 luglio mentre, probabilmente già entro i primi giorni del mese di agosto subirà alcune modifiche.
Non si parla, invece del regolamento di attuazione e del nuovo Capitolato d’appalto che come, credo sia chiaro a molti, è il problema più cogente ed, infatti, dell'attuale Regolamento n. 554/1999, dal codice stesso vengono già abrogati parecchi articoli; ma il problema riguarda la sua struttura complessiva poiché quello in vigore è un Regolamento che riguarda soltanto i lavori mentre deve essere esteso ai servizi ed alle forniture.
D’altra parte anche il codice prevede notevoli difficoltà nell'utilizzazione dell’attuale Regolamento quando all’articolo 253 comma 3 precisa che "Per i lavori pubblici, fino all'entrata in vigore del regolamento di cui all'articolo 5, continuano ad applicarsi il decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, il decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, e le altre disposizioni regolamentari vigenti che, in base al presente codice, dovranno essere contenute nel regolamento di cui all'articolo 5, nei limiti di compatibilità con il presente codice. Per i lavori pubblici, fino all'adozione del nuovo capitolato generale, continua ad applicarsi il decreto ministeriale 19 aprile 2000, n. 145, se richiamato nel bando."
© Riproduzione riservata
Il Consiglio dei Ministri nella seduta del 9 scorso ha proceduto ad un cambio di rotta rispetto a quanto precedentemente annunziato sia dal Ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che da vari esponenti della maggioranza; il non rinvio del Codice è scaturito dal rifiuto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a controfirmare decreti-legge che avrebbero proceduto a cancellare o a modificare le riforme varate dal precedente Governo Berlusconi, senza passare dal Parlamento.
Al Governo, per le modifiche al Codice, restano, pertanto, due alternative: procedere con un disegno di legge o percorrere la strada dei decreti correttivi.
Sembra che la volontà sia quella di percorrere la seconda strada con l'intento di varare tali decreti al più presto e, comunque, dopo l’entrata in vigore del codice stesso poiché la procedura correttiva può essere utilizzata soltanto dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo attuativo della legge delega.
Il programma è, quindi, quello di fare riunire, probabilmente già oggi stesso un "Comitato appalti", costituito dai tecnici della Presidenza del Consiglio e dei ministeri interessati, per mettere a punto il decreto da trasmettere al Parlamento già il prossimo 1 luglio, data di entrata in vigore del Codice stesso.
Nei successivi quaranta giorni, le Commissioni parlamentari competenti dovrebbero esprimere il loro parere, al fine di consentire al Governo di emanare il decreto stesso prima della pausa estiva.
Si prospetta, quindi, la possibilità che il nuovo Codice entri in vigore, così come è stato pubblicato, il prossimo 1 luglio mentre, probabilmente già entro i primi giorni del mese di agosto subirà alcune modifiche.
Non si parla, invece del regolamento di attuazione e del nuovo Capitolato d’appalto che come, credo sia chiaro a molti, è il problema più cogente ed, infatti, dell'attuale Regolamento n. 554/1999, dal codice stesso vengono già abrogati parecchi articoli; ma il problema riguarda la sua struttura complessiva poiché quello in vigore è un Regolamento che riguarda soltanto i lavori mentre deve essere esteso ai servizi ed alle forniture.
D’altra parte anche il codice prevede notevoli difficoltà nell'utilizzazione dell’attuale Regolamento quando all’articolo 253 comma 3 precisa che "Per i lavori pubblici, fino all'entrata in vigore del regolamento di cui all'articolo 5, continuano ad applicarsi il decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554, il decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, e le altre disposizioni regolamentari vigenti che, in base al presente codice, dovranno essere contenute nel regolamento di cui all'articolo 5, nei limiti di compatibilità con il presente codice. Per i lavori pubblici, fino all'adozione del nuovo capitolato generale, continua ad applicarsi il decreto ministeriale 19 aprile 2000, n. 145, se richiamato nel bando."
© Riproduzione riservata
- Tag: