CONTRO L'ABOLIZIONE DELLE TARIFFE
05/07/2006
Oggi a Roma si riunisce il vertice del Comitato unitario delle
professioni (Cup), presieduto da Raffaele Sirica, presidente del
Consiglio Nazionale degli architetti.
All'ordine del giorno il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonchè interventi in materia di entrate e di contrasto all'evazione fiscale” e contenente, tra l'altro, l'abolizione delle tariffe professionali.
Il Presidente Raffaele Sirica sostiene che "Il governo è intervenuto con l'accetta: l'abolizione dei minimi tariffari nel settore della progettazione, per esempio, rischia di minare la qualità dei progetti e di marginalizzare il ruolo dei progettisti liberi professionisti".
I minimi tariffari - precisa Raffaele Sirica - sono solo indicativi e privi di valore obbligatorio. "I loro importi sono vecchi di oltre dieci anni e non hanno subito nemmeno un balzo in avanti con l'introduzione dell'euro. Oltre a essere i più bassi d'Europa".
Concorda con il Presidente del CUP anche Ferdinando Luminoso, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, precisando che "per certe prestazioni non si può lasciare tutto alla libera contrattazione" e che in molti lavori "il professionista si espone a una responsabilità civile e penale: calcoli strutturali, collaudo statico, Dia".
Ma il provvedimento del Governo sta scatenando polemiche ed il clima del Comitato unitario delle professioni (Cup) sarà molto caldo perché difficilmente le libere professioni accetteranno che simili determinazioni possano essere prese con lo strumento del decreto-legge senza che le categorie professionali siano state prima ascoltate.
E' prevista, anche, una riunione dei presidenti degli Ordini degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che si terrà venerdì prossimo e nella quale Raffaele Sirica, che è anche presidente del Consiglio nazionale, riferirà sulla riunione di oggi del Comitato unitario delle professioni (Cup).
Una mano d'aiuto a tutta la vicenda potrebbe darla il Ministro di Giustizia Clemente Mastella, insodisfatto delle "invasioni di campo" nelle competenze del suo dicastero.
Il Ministro della Giustizia rivendica la sua competenza sulla riforma degli ordni professionali e precisa che "E' uno dei primi purni nell'agenda politica del Ministero della Giustizia, che ha in materia una competenza specifica, sia sul piano istituzionale sia sul piano tecnico".
Dalla maggioranza rileviamo l'intervento di Pierluigi Mantini, responsabile professioni dell'Ulivo che ha parlato di intervento brusco ed ha ricordato che il problema andrebbe affrontato nel contesto più generale della riforma delle professioni e che non esclude, comunque, qualche adeguamento di un decreto i cui "principi sono assolutamente condivisibili2.
Ricordiamo che il decreto-legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio scorso e che all'interno di tale decreto-legge si evidenziano:
© Riproduzione riservata
All'ordine del giorno il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223 recante “Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonchè interventi in materia di entrate e di contrasto all'evazione fiscale” e contenente, tra l'altro, l'abolizione delle tariffe professionali.
Il Presidente Raffaele Sirica sostiene che "Il governo è intervenuto con l'accetta: l'abolizione dei minimi tariffari nel settore della progettazione, per esempio, rischia di minare la qualità dei progetti e di marginalizzare il ruolo dei progettisti liberi professionisti".
I minimi tariffari - precisa Raffaele Sirica - sono solo indicativi e privi di valore obbligatorio. "I loro importi sono vecchi di oltre dieci anni e non hanno subito nemmeno un balzo in avanti con l'introduzione dell'euro. Oltre a essere i più bassi d'Europa".
Concorda con il Presidente del CUP anche Ferdinando Luminoso, Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, precisando che "per certe prestazioni non si può lasciare tutto alla libera contrattazione" e che in molti lavori "il professionista si espone a una responsabilità civile e penale: calcoli strutturali, collaudo statico, Dia".
Ma il provvedimento del Governo sta scatenando polemiche ed il clima del Comitato unitario delle professioni (Cup) sarà molto caldo perché difficilmente le libere professioni accetteranno che simili determinazioni possano essere prese con lo strumento del decreto-legge senza che le categorie professionali siano state prima ascoltate.
E' prevista, anche, una riunione dei presidenti degli Ordini degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori che si terrà venerdì prossimo e nella quale Raffaele Sirica, che è anche presidente del Consiglio nazionale, riferirà sulla riunione di oggi del Comitato unitario delle professioni (Cup).
Una mano d'aiuto a tutta la vicenda potrebbe darla il Ministro di Giustizia Clemente Mastella, insodisfatto delle "invasioni di campo" nelle competenze del suo dicastero.
Il Ministro della Giustizia rivendica la sua competenza sulla riforma degli ordni professionali e precisa che "E' uno dei primi purni nell'agenda politica del Ministero della Giustizia, che ha in materia una competenza specifica, sia sul piano istituzionale sia sul piano tecnico".
Dalla maggioranza rileviamo l'intervento di Pierluigi Mantini, responsabile professioni dell'Ulivo che ha parlato di intervento brusco ed ha ricordato che il problema andrebbe affrontato nel contesto più generale della riforma delle professioni e che non esclude, comunque, qualche adeguamento di un decreto i cui "principi sono assolutamente condivisibili2.
Ricordiamo che il decreto-legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 153 del 4 luglio scorso e che all'interno di tale decreto-legge si evidenziano:
- l'abolizione delle tariffe minime dei professionisti (art. 2
);
- l'abolizione del divieto di farsi pubblicità(art.
2);
- la possibilità di creare società professionali
multidisciplinari (art. 2);
- l'obbligo di tenere conti correnti dedicati per la gestione
dell'attività professionale (art. 36, comma 12);
- il divieto di incassare i compensi in contanti (art. 36,
comma 12).
A cura di Paolo Oreto
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