Cedolare secca sul reddito da locazione degli immobili ad uso commerciale: nuovi chiarimenti dalle Entrate
20/05/2019
È possibile avvalersi del regime sostitutivo della "cedolare secca" per la locazione di un immobile di categoria catastale C/1 da parte di un conduttore che agisce nell’esercizio di attività di impresa?
A rispondere a questo quesito ci ha pensato l'Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 17 maggio 2019, n. 50/E recante "Consulenza giuridica - Ambito applicativo del regime della cedolare secca sul reddito da locazione degli immobili ad uso commerciale (articolo 1, comma 59 della legge 30 dicembre 2018, n. 145)" con la quale ha chiarito che il regime della cedolare secca previsto dall’articolo 3 del D.lgs. 14 marzo 2011 n. 23 è stato esteso dall’articolo 1, comma 59, della Legge 30 dicembre 2018, n. 145 (c.d. Legge di bilancio per il 2019) alle unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1.
L’articolo 1, comma 59, della Legge di bilancio per il 2019 prevede che “Il canone di locazione relativo ai contratti stipulati nell’anno 2019, aventi ad oggetto unità immobiliari classificate nella categoria catastale C/1, di superficie fino a 600 metri quadrati, escluse le pertinenze, e le relative pertinenze locate congiuntamente, può, in alternativa rispetto al regime ordinario vigente per la tassazione del reddito fondiario ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, essere assoggettato al regime della cedolare secca, di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, con l’aliquota del 21 per cento. Tale regime non è applicabile ai contratti stipulati nell’anno 2019, qualora alla data del 15 ottobre 2018 risulti in corso un contratto non scaduto, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotto anticipatamente rispetto alla scadenza naturale”.
La norma estende, dunque, la disciplina di cui all’articolo 3 del D.lgs. n. 23/2011, che ha istituito il regime della "cedolare secca", anche ai canoni derivanti dalla stipula dei contratti di locazione, effettuata nel 2019, aventi ad oggetto immobili destinati all’uso commerciale classificati nella categoria catastale C/1 (Negozi e botteghe) e relative pertinenze (locate congiuntamente alle unità immobiliari C/1). Per usufruire di tale regime opzionale, l’unità immobiliare C/1, oggetto della locazione, deve avere una superficie complessiva, al netto delle pertinenze, non superiore a 600 metri quadrati.
L'Agenzia ha anche ricordato che per l’applicazione della "cedolare secca" occorre porre rilievo anche all’attività del conduttore, restando esclusi dal regime i contratti aventi ad oggetto immobili abitativi conclusi con conduttori che agiscono nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. Tale ultima condizione non deve, invece, essere soddisfatta nel caso di locazione di immobili rientranti nella categoria C/1, tenuto conto che tali contratti hanno ad oggetto proprio immobili da destinare ad attività commerciale.
In definitiva, l'Agenzia ha chiarito che possono accedere al regime della "cedolare secca" anche le locazioni di immobili di categoria catastale C/1 stipulati con conduttori, sia persone fisiche che soggetti societari, che svolgono attività commerciale. Resta ferma, invece, per quanto attiene alla figura del locatore, titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento sugli immobili, che lo stesso sia una persona fisica che non agisce nell’esercizio dell’attività d’impresa o di arti e professioni, così come chiarito con la circolare n. 26/E del 2011.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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