Conto corrente professionale: è ancora obbligatorio?
16/01/2014
Con l'arrivo del nuovo anno sono parecchie le mail arrivate in
redazione con la stessa domanda: è ancora obbligatorio il conto
corrente professionale?. Per questo motivo, nonostante si parli
di norme ormai datate abbiamo deciso di rispondere
congiuntamente.
Nel lontano 2006, l'allora Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, varò quello che poi fu ribattezzato Decreto Bersani o Decreto sulle liberalizzazioni (i professionisti lo ricordano molto bene). In particolare, l'art. 35, comma 12 del D.L. n. 223/2006 (convertito dalla legge n. 248/2006) stabiliva che le persone fisiche che esercitano arti e professioni e le società o associazioni fra artisti e professionisti dovevano essere obbligate a tenere uno o più conti correnti bancari o postali ai quali far affluire, obbligatoriamente, le somme riscosse nell'esercizio dell'attività e dai quali effettuare i prelevamenti per il pagamento delle spese.
Tale norma stabilì, per la felicità delle banche, la necessità per i professionisti di aprire un conto corrente dedicato alla professione oltre a quello personale. Ma si sa, l'Italia è il Paese delle leggi che modificano leggi che modificano altre leggi e (in questo caso fortunatamente) nel 2008 il D.L. n. 112/2008 (convertito dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133) all'art. 32, comma 3, ha stabilito l'abrogazione delle disposizioni previste dal comma 12 dell'art. 35 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223.
Dunque, rispondendo al quesito iniziale, verrebbe da dire che: no, non è più obbligatorio il conto corrente professionale. In realtà non è esattamente così.
Pur essendo vero che non è più necessario avere un conto corrente professionale dedicato, l'art. 37 comma 49 del Decreto Bersani stabilisce anche:
A partire dall'1 ottobre 2006, i soggetti titolari di partita IVA sono tenuti ad utilizzare, anche tramite intermediari, modalità di pagamento telematiche delle imposte, dei contributi e dei premi di cui all'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e delle entrate spettanti agli enti ed alle casse previdenziali di cui all'articolo 28, comma 1, dello stesso decreto legislativo n. 241 del 1997".
La risposta definitiva al quesito è dunque che non è più obbligatorio il conto professionale dedicato pur essendo, comunque, obbligatorio avere almeno un conto corrente per far fronte agli obblighi previsti dal suddetto comma 49.
© Riproduzione riservata
Nel lontano 2006, l'allora Ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, varò quello che poi fu ribattezzato Decreto Bersani o Decreto sulle liberalizzazioni (i professionisti lo ricordano molto bene). In particolare, l'art. 35, comma 12 del D.L. n. 223/2006 (convertito dalla legge n. 248/2006) stabiliva che le persone fisiche che esercitano arti e professioni e le società o associazioni fra artisti e professionisti dovevano essere obbligate a tenere uno o più conti correnti bancari o postali ai quali far affluire, obbligatoriamente, le somme riscosse nell'esercizio dell'attività e dai quali effettuare i prelevamenti per il pagamento delle spese.
Tale norma stabilì, per la felicità delle banche, la necessità per i professionisti di aprire un conto corrente dedicato alla professione oltre a quello personale. Ma si sa, l'Italia è il Paese delle leggi che modificano leggi che modificano altre leggi e (in questo caso fortunatamente) nel 2008 il D.L. n. 112/2008 (convertito dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133) all'art. 32, comma 3, ha stabilito l'abrogazione delle disposizioni previste dal comma 12 dell'art. 35 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223.
Dunque, rispondendo al quesito iniziale, verrebbe da dire che: no, non è più obbligatorio il conto corrente professionale. In realtà non è esattamente così.
Pur essendo vero che non è più necessario avere un conto corrente professionale dedicato, l'art. 37 comma 49 del Decreto Bersani stabilisce anche:
A partire dall'1 ottobre 2006, i soggetti titolari di partita IVA sono tenuti ad utilizzare, anche tramite intermediari, modalità di pagamento telematiche delle imposte, dei contributi e dei premi di cui all'articolo 17, comma 2, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e delle entrate spettanti agli enti ed alle casse previdenziali di cui all'articolo 28, comma 1, dello stesso decreto legislativo n. 241 del 1997".
La risposta definitiva al quesito è dunque che non è più obbligatorio il conto professionale dedicato pur essendo, comunque, obbligatorio avere almeno un conto corrente per far fronte agli obblighi previsti dal suddetto comma 49.
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