Costruzioni: a rischio altri 30.000 posti di lavoro

25/05/2010

Il settore delle costruzioni, da sempre un volano di crescita per l'economia del Paese, è colpito da una crisi senza precedenti, ma non figura nell'agenda delle priorità del Governo, in ritardo sugli impegni assunti un anno fa. Adesso, l'aggravarsi dei problemi del settore, con il rischio concreto dell'ulteriore perdita di oltre 30.000 posti di lavoro, rende non più rinviabile l'adozione di misure di sostegno alla domanda, in particolare di investimenti, per salvare base produttiva ed occupazione e favorire una ripresa produttiva senza la quale non c'è possibilità di risanamento finanziario.

A rinnovare l'allarme sulle gravi difficoltà dell'edilizia in Italia è l'Assemblea Nazionale delle Cooperative di Costruzioni aderenti ad Ancpl-Legacoop (252 cooperative e 6 consorzi, un giro d'affari complessivo di circa 6 miliardi di Euro e quasi 16.000 occupati), riunitasi oggi a Roma per richiamare l'attenzione del Governo e delle forze politiche sulla necessità di misure urgenti per un rilancio del settore.
"Comprendiamo bene - ha detto aprendo i lavori Carlo Zini, Presidente di Ancpl-Legacoop - la necessità di controllare il disavanzo, ma crediamo che debba essere compatibile con una politica di sviluppo che separi la spesa necessaria da quella improduttiva".
Razionalizzare la spesa, programmare gli interventi.
In concreto, secondo Ancpl-Legacoop governo nazionale e governi regionali dovrebbero avviare una decisa azione di razionalizzazione delle modalità di spesa delle risorse pubbliche, di maggiore programmazione degli interventi, di riduzione del numero delle stazioni appaltanti, di semplificazione delle procedure di gara.

"Quest'anno la crisi del settore è diventata gravissima -ha aggiunto Zini - e per evitare una grave recessione si deve puntare sul partenariato pubblico-privato, sul project financing, sul leasing in costruendo, provvedendo, con urgenza, a definire una normativa che dia alle imprese e alle strutture finanziarie tutte le garanzie che facilitino l'investimento privato nelle opere".

Dare continuità ai finanziamenti delle grandi opere ed agli investimenti per quelle piccole e medie; eliminare i ritardi di pagamento della P. A.; dare rapida attuazione al Piano Casa.
Ma oltre ad avviare un lavoro comune di questo tipo occorrono delle risposte immediate.

"Bisogna dare tempestiva attuazione e continuità - ha detto Zini - ai finanziamenti delle grandi opere ed agli investimenti per quelle piccole e medie, sulla base delle priorità definite dagli enti locali, dando la possibilità di realizzare investimenti a quelli che hanno un'effettiva capacità di spesa, ed eliminare gli inaccettabili ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione che mettono a rischio anche imprese con requisiti patrimoniali ed economici idonei a reggere la crisi; senza dimenticare la necessità di dare rapida attuazione, per le ricadute positive sugli investimenti pubblici e privati, al Piano Casa 2 ed alle politiche di housing sociale bloccati, da più di un anno, da lunghe procedure e da rimpalli di responsabilità tra poteri centrali ed amministrazioni locali".

Alcune misure concrete urgenti: revisione della disciplina IVA per la cessione di abitazioni e degli oneri di urbanizzazione. Secondo Ancpl-Legacoop occorre inoltre intervenire a sostegno delle imprese attraverso misure che non hanno oneri diretti per lo Stato, se non in misura minore.
"Ad esempio la revisione della disciplina IVA delle cessioni di abitazioni - ha spiegato Zini - superando il limite dei 4 anni per l'applicazione della stessa imposta, per frenare il notevole incremento dei costi di produzione che ora penalizza le imprese che non riescono a vendere gli immobili; anche la parziale revisione della disciplina degli oneri di urbanizzazione prevista dalla disciplina comunitaria, troppo rigidamente recepita nel nostro Paese, è un'altra misura di semplificazione che potrebbe avere, con l'avvio più rapido dei lavori, anche effetti anticiclici".

Regole efficaci per ridurre i tempi di realizzazione delle opere.
Un'altra questione è quella della ridefinizione delle regole con l'obiettivo di aumentare l'efficienza del sistema complessivo favorendo la trasparenza, la legalità e la qualità del settore.
"È prioritario - ha sottolineato Zini - idurre decisamente i tempi di realizzazione delle infrastrutture che oggi sono stimati ad oltre 10 anni per la conclusione delle opere più complesse e a oltre 7 anni per le altre; per farlo sono necessarie modifiche che incidano anche su quelle fasi preliminari, compreso il processo autorizzatorio, che oggi rappresentano oltre il 60% del tempo complessivo di realizzazione".

"La certezza e l'efficienza delle regole - ha aggiunto Zini - sono un valore importante per le imprese; ci auguriamo che il Tavolo di confronto aperto con il Ministero delle Infrastrutture affronti, come priorità, la semplificazione delle procedure, la velocizzazione della cantierabilità delle opere, la maggiore trasparenza della P.A. ed una maggiore selezione delle imprese che ne premi i comportamenti di eccellenza sociale, ambientale, di legalità e sicurezza".

Tutelare i lavoratori edili.
La crisi delle imprese si traduce, ovviamente, in una grave contrazione dell'occupazione, che pone l'esigenza di tutelare in modo più adeguato i lavoratori colpiti. Poiché gli edili percepiscono un assegno di cassa integrazione ordinaria minore dei lavoratori dell'industria a fronte di maggiori contributi versati, l'Ancpl-Legacoop chiede una progressiva equiparazione del trattamento e l'estensione al settore della norma, recentemente rifinanziata, che riconosce alle imprese manifatturiere la possibilità di pattuire periodi biennali di cassa integrazione straordinaria.

Sintesi intervento Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture e Trasporti.
Di fronte al riacutizzarsi della crisi economica il nostro Governo si è impegnato in consistenti investimenti nelle costruzioni e nelle opere pubbliche, settori che meglio di altri possono avere un effetto di contrasto alla presente congiuntura. Il 13 maggio il CIPE ha dato il via ad investimenti per 11 miliardi di Euro sbloccando il piano per la costruzione dei tratti autostradali, del contratto di programma per l'alta velocità, per il corridoio cinque . Ed anche del piano nazionale per l'Edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli edifici.

Condividiamo le sollecitazioni contenute nella relazione del presidente Zini riguardo ad un corpo di regole chiare, snelle e trasparenti in materia di appalti e di una accelerazione delle procedure, che attualmente sono troppo farraginose e richiedono tempi insostenibili. Sul fronte della legalità e della trasparenza un impegno importante è stato assunto dal Governo con l?accordo stipulato nei giorni scorsi fra il Ministro Maroni e la Confindustria: un'intesa che coinvolge anche il mio ministero.

Per quanto riguarda la semplificazione delle procedure, sollecitata da più parti, il mio auspicio è che si possa affrontare congiuntamente il problema in un tavolo che veda la partecipazione ed il coinvolgimento dell'opposizione e dei soggetti operanti nel settore costruzioni al fine di giungere a soluzioni condivise, superando le diffidenze, nell'interesse della ripresa dell'economia. Su queste basi è possibile concordare regole efficaci per ridurre i tempi di realizzazione. Il contratto sugli appalti è frutto della consultazione con tutti coloro che operano nel settore: il tavolo è aperto a tutti i contributi, al fine di giungere a soluzioni efficaci. Un'analoga procedura di collaborazione con tutti i soggetti coinvolti e con l'opposizione sarebbe auspicabile e fruttuosa anche nel campo delle infrastrutture e della produzione di energia.

Nel campo della edilizia abitativa, il presidente Zini ha lamentato il mancato adempimento delle promesse fatte, un anno fa, in occasione degli stati generali delle costruzioni. A questo proposito devo ricordare che, sia pur nel quadro delle restrizioni imposte dal patto di stabilità, che peraltro ha rappresentato un efficace fattore di tutela dell'economia italiana rispetto a quelle di altri paesi europei, con il decreto del 16 luglio 2009 abbiamo avviato un programma per sanare il disagio abitativo e attivato la prima tranche per la realizzazione di edilizia residenziale pubblica (ex IACP).
Sintesi intervento di Pierluigi Bersani, Segretario del Partito Democratico.
Le presenti difficoltà dell'economia italiana, in modo particolare del settore delle costruzioni che incide fortemente in termini di occupazione e di reddito, scontano oggi l'assenza di un piano del Governo per fronteggiare la crisi. L'esigenza di una manovra correttiva non dipende perciò dalla crisi greca, ma piuttosto dalla sottovalutazione della crisi, dagli errori commessi, dall'assenza di una politica di equilibrio e di contenimento della spesa pubblica.

Il tema centrale da affrontare non è quindi quello di un aumento della spesa pubblica ma, piuttosto, quello della sua qualità, dell'equità degli investimenti. Una collaborazione su questi interventi di investimento e in particolare, come ha proposto il ministro Matteoli, sull'accelerazione delle procedure per le opere è possibile. Ma lo è solo a condizione che da parte del Governo si prenda atto del fatto che si è verificato un deterioramento dei meccanismi regolativi del mercato, della trasparenza e della concorrenza. È possibile se davvero si intende cambiare rotta intervenendo in modo rigoroso sulle procedure, sulle stazioni appaltanti, sul sommerso; verificando quei meccanismi che sono all'origine dei fenomeni di corruzione. Uno fra tutti il fatto di avere privilegiato l'intervento straordinario senza sufficienti controlli, ampliando le deroghe alle normative europee, e di aver penalizzato e ridotto quello ordinario.

Noi nella manovra cercheremo di dare una mano e dei suggerimenti per far ripartire questo settore fondamentale per l'economia. Ma i meccanismi attuali sono da rivedere: adesso occorre concentrarsi sugli interventi ordinari facendo chiarezza anche sull'importo effettivo e spendibile degli investimenti deliberati.

Fonte: Ancpl-Legacoop

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