Crescita 2, OICE: no al costo della pubblicità dei bandi a carico di imprese e professionisti

12/12/2012

In riferimento all'inserimento nel maxiemendamento presentato dal Governo ed approvato giovedì scorso al Senato relativo alla conversione in legge del Decreto-legge 18 ottobre 2012, n, 179 che farà pagare i costi della pubblicità legale dei bandi alle imprese ed ai progettisti che si aggiudicano l'appalto dei lavori o il servizio di architettura o di ingegneria, l'OICE ha denunciato l'ennesimo accanimento nei confronti di imprese e professionisti, soprattutto nella situazione drammatica in cui versa il settore il settore della progettazione e delle costruzioni.

È Luigi Iperti, Presidente OICE, a rappresentare la forte insoddisfazione della categoria: "È assolutamente incredibile e fuori dalla realtà che il Governo, in un provvedimento che dovrebbe favorire la crescita, abbia potuto inserire un ulteriore balzello a carico delle società, degli studi professionali e di tutte le imprese che partecipano a gare pubbliche. Prevedere che chi si aggiudica un contratto a seguito di una gara, dopo avere pagato all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici la tassa per parteciparvi, debba anche rimborsare all'amministrazione, entro sessanta giorni dall'aggiudicazione, il costo della pubblicità legale sui quotidiani, mentre l'amministrazione paga anche oltre i dodici mesi, significa non avere capito che, soprattutto per i piccoli affidamenti, in cui questi costi incideranno percentualmente di più, sarà sostanzialmente impossibile lavorare anche con un minimo margine di ricavo. Tutto ciò accelererà la crisi del settore della progettazione e delle costruzioni, rendendo impossibile la sopravvivenza a tanti progettisti e imprese".

La norma, quindi, sembra veramente rappresentare l'ultimo di una serie di interventi a danno del settore dell'ingegneria e dell'architettura: "Come se non bastasse - ha affermato Luigi Iperti - il caos determinato dall'abrogazione delle tariffe professionali - per il quale stiamo ancora aspettando il nuovo decreto sui criteri per la determinazione degli importi a base di gara -, che si aggiunge alla prassi di molte amministrazioni di aggiudicare follemente al massimo ribasso prestazioni intellettuali complesse stimate ben al di sotto dei costi industriali, adesso arriva anche il rimborso della pubblicità legale: è una situazione insostenibile che sta facendo fallire strutture, anche di eccellenza, che non riescono più a stare sul mercato. Il Governo deve quindi fare una rapida marcia indietro eliminando questo balzello e semmai attivarsi seriamente, nei fatti e non con le parole, per la riduzione delle spese correnti delle amministrazioni, senza caricare su chi cerca di operare sul libero mercato costi che attengono alla trasparenza dell'azione amministrativa".

A cura di Gabriele Bivona


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