Crollo annunciato a Palermo: come fare i controlli sugli edifici?

19/12/2012

"Due quadretti appesi a un muro tirato su senza criterio e senza concessioni, un mare di macerie tra cui spunta la rete di un letto, una mezzaluna gialla di cartapesta che rallegrava la camera dei bambini. Delle due palazzine che lunedì notte, a Palermo, si sono sbriciolate seppellendo quattro persone (oltre a sette feriti, tra cui tre bambini) non resta molto altro".

Comincia così il triste racconto del Giornale di Sicilia (noto quotidiano) sull'ennesima tragedia che ha colpito l'Italia e nello specifico il territorio siciliano. Palermo, via Bagolino, una strada di case popolari come se ne vedono tante in Italia, dove le regole edilizie non hanno mai trovato posto e dove non esistono controlli preventivi. Oggi in via Bagolino due palazzine, a causa (sembra) di una incauta sopraelevazione di un piano, sono ridotte ad un cumulo di polvere e disperazione. Un dissesto strutturale ha portato via le anime di 4 persone che non sono riuscite prontamente ad evacuare l'edificio e la speranza di tante famiglie che hanno visto in pochi secondi spazzare tutta la loro vita.

A 2 giorni dall'accaduto la domanda che in molti ci poniamo è: perché?

Secondo i primi accertamenti il crollo sembra essere stato causato da una sopraelevazione. Ma siamo davvero certi che il problema sia solo questo?

Ma cosa fanno realmente le istituzioni?A cosa serve l'intervento dei professionisti italiani, se chi ci Governa non ascolta o pensa ad altro?

Ricordiamo che in tempi non sospetti (aprile 2012) il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi Gian Vito Graziano, in occasione dell'anniversario del terremoto che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile 2009, aveva chiaramente fatto una proposta concreta: l'istituzione di un libretto sanitario del fabbricato per consentire "la valutazione delle reali condizioni statiche e sismiche del patrimonio immobiliare italiano e soprattutto degli edifici di grande pregio storico ed architettonico, che non possiamo permetterci di veder crollare".

Il Presidente Graziano, con toni assolutamente concreti, aveva affermato: "Molto si è discusso in questi tre anni di sismicità di adeguamenti strutturali del nostro patrimonio edilizio, di sicurezza delle costruzioni, ma ancora molta è la strada da fare per compiere realmente una svolta nelle politiche di prevenzione sismica, che deve declinarsi compiutamente a partire dalla fase della pianificazione".

Oggi il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. ha commentato l'accaduto puntando nuovamente il dito contro la fatiscenza del patrimonio edilizio del nostro Paese. "La sua messa a norma e in sicurezza non può più essere rinviata - ha affermato una nota del CNAPPC - così come il varo di nuove e stringenti norme che impediscano si realizzino piccolo o grandi abusi edilizi come quello perpetrato in questa circostanza".

Gli Architetti Italiani hanno ricordato con incredulità come il Piano Clini, che intendeva intervenire con iniziative concrete contro il dissesto idrogeologico del Paese, sia stato, di fatto, affossato", tutto in nome del vincolo di stabilità e della mancanza di ricorse disponibili.

Ma la domanda che continua a rumoreggiare nella mia testa è: cosa fanno le istituzioni?Per quale motivo chi Governa il nostro Paese non da il giusto peso alle parole di chi ha studiato, di chi ha a cuore non solo concetti come spread, pil, o debito pubblico, ma anche nozioni come salvaguardia, prevenzione, salute, vita?

Il nostro Paese ha diversi problemi ma certamente l'impegno, la voglia e le capacità che le professioni tecniche hanno da sempre messo a disposizione, potrebbero risolverne molti, ma solo a patto che chi siede nelle poltrone di comando abbia la voglia e la capacità di ascoltare e agire di conseguenza.

A cura di Ing. Gianluca Oreto


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