Crollo del palazzo a Roma: si poteva prevenire?
26/01/2016
Mentre la Procura di Roma ha già cominciato le indagini in merito al crollo dell'edificio al lungotevere Flaminio avvenuto venerdì scorso, affidando una consulenza a due ingegneri che dovranno appurare le cause del crollo, le domande che un po' tutti hanno cominciato a porsi sono: come è potuto succedere? e di chi è la colpa?
Dopo un susseguirsi di ipotesi, che necessiteranno della relazione definitiva degli ingegneri nominati dalla Procura di Roma, la domanda che noi ci siamo posti è: si poteva prevenire?
Nel 2016 la tecnologia è ormai arrivata a dei livelli impensabili fino a qualche anno fa: si pensi alle stampanti 3D, che sono state utilizzate a Shanghai per costruire 10 piccoli edifici in appena 24 ore. E si pensi anche ai droni, impiegati ormai nelle più disparate attività come rilievi e aerofotogrammetria, telerilevamenti, rilievi con termocamera, analisi dei dissesti idrogeologici, valutazione dei danni e perizie ed ispezioni in luoghi difficilmente accessibili come ponti, viadotti, linee elettriche.
Ha le idee chiare Francesco D'Alessandro, fondatore della società Drone World, pilota SAPR, progettista e studioso delle tematiche aeronautiche connesse al mondo UAV e all'uso degli stessi nel campo delle costruzioni, dell'aerofotogrammetria, della sicurezza sul lavoro e del soccorso, e autore per la casa editrice GRAFILL del best seller I droni in edilizia.
"Forse non a tutti è chiaro - ha affermato D'Alessandro - che quanto è avvenuto a Roma è un caso di una gravità assoluta. Il crollo in piena notte dei tre piani alti di un condominio in una zona centrale dove due ore prima, al teatro sottostante con una capacità di 1.500 posti, si era conclusa la prima di uno spettacolo. Tanti gli interrogativi oltre il classico: "si poteva prevenire?" ma soprattutto siamo sicuri che è l’unico caso a Roma e in Italia? Quella situazione di instabilità a prescindere dalle singole responsabilità sono davvero un caso isolato? Non ci sono altri pericoli simili a Roma o in altre città?"
Parole forti ma non fini a se stesse.
"Ogni anno, solo a Roma - continua D'Alessandro - i vigili urbani registrano, in media, circa 1800 abusi edilizi. Che rappresentano, con tutta evidenza, solo la punta di un ben più colossale iceberg. Ormai si fa, e si vede, di tutto. Palazzi cinquecenteschi sventrati e svuotati, come dimostrano i residui edilizi spesso mostrati per strada. Edifici liberty (per esempio ai Parioli, è un continuo) che mantengono del proprio tempo solo la facciata, disperdendo per sempre il gusto di un’epoca. Volumetrie che lievitano in una notte. Ex stenditoi avviliti ad appartamentini. Per non parlare della mania monoculturale degli open space, quasi che la città dei Papi avesse bisogno di scimmiottare New York o Los Angeles".
Ma, allora come fare per prevenire situazioni come quella accaduta al Flaminio di Roma?Secondo D'Alessandro gli strumenti di controllo ci sono, sono sempre più avanzati e potrebbero essere tranquillamente utilizzati senza alcun limite perché "L'unico limite è la fantasia - afferma D'Alessandro - E fantasia per fantasia allora perché non proponiamo agli Uffici Tecnici dei Comuni ed ai vari Enti ed Uffici competenti di organizzare delle ricognizioni in volo con dei semplicissimi droni appositamente attrezzati? Non c’è bisogno di aspettare le immagini dei satelliti ancorché prive di alcune fondamentali indicazioni e dettagli e nemmeno di montare strampalate impalcature o sorvolare con elicotteri. Basterebbe un drone attrezzato con termocamera ed altri strumenti di misurazione. Un solo volo al mese permetterebbe di prevenire tante situazioni pericolose e di effettuare in tempi rapidi e secondo i canoni dell’economicità dei controlli su prescrizioni, divieti, ...".
Secondo D'Alessandro "Un drone dotato di attrezzatura in grado di scansionare i muri, di fare una vera e propria ecografia con tanto di rilievo termometrico permetterebbe di accorgersi subito di usi, abusi, speculazioni e anche semplici ma pericolosi guasti o dissesti. Non solo.. è proprio di queste ore la polemica circa la messa in sicurezza di un’area sottoposta a sequestro della magistratura con conseguente impossibilità di effettuare rilievi immediati e ricognizioni per comprendere se possono esserci nuovi crolli. La domanda è: “Perché? Se il condominio non fosse sotto sequestro qualcuno salirebbe le scale interne dell’edificio ed andrebbe a fare controlli più approfonditi? …e il pericolo?” Allora nuovamente il DRONE! Questo simpatico robot volante più o meno performante, che però appositamente dotato di sensori, ci permette di effettuare rilievi di altissima precisione senza incorrere in rischi gravi. Idem ai fini assicurativi e peritali".
I droni in edilizia
"Sono numerose le attività che possono essere implementate attraverso i droni nel settore dell’edilizia - continua D'Alessandro - ad esplicitarle è stato Gabriele Santiccioli, membro del Collegio Geometri di Roma: “È possibile effettuare la cosiddetta aereofotogrammetria che permette di rilevare la condizione del territorio, di realizzare indagini termiche sul fotovoltaico o su edifici per capire a quali classi energetiche appartengano e poi ancora: indagini multispettrali per capire se ci siano edifici deteriorati”. Tutte funzioni che rivestono un ampio raggio di utilità, soprattutto quando si tratta di perizie giudiziarie o assicurative: un drone infatti riesce ad accedere a luoghi e quote precedentemente inaccessibili e può contribuire a permettere di scovare abusi altrimenti nascosti".
"Ecco dunque - termina D'Alessandro - l’importanza della proposta che sosteniamo di dotare i Comuni, gli Enti preposti, i professionisti, gli organi di Comando e Controllo come la Polizia Locale di droni attrezzati con termocamera, raggio laser per le misurazioni e la più evoluta sensoristica in modo da restituire periodicamente una mappa, completa e finita, già automaticamente aggiornata delle differenze e degli scostamenti in termini numerici e non, rilevati. E già che siamo in volo se, nella stessa missione semplicemente aggiungendo qualche sensore, mentre mappiamo territorio ed edifici, acquisissimo una serie di dati tipo la qualità dell’aria, l’inquinamento atmosferico ed acustico, i vapori, i fumi, facessimo un’analisi delle falde acquifere, dei rilievi idrogeologici, misurassimo i campi magnetici e mappassimo le condizioni delle strade in modo da realizzare poi un programma strutturato di interventi di manutenzione?"
Tutte domande assolutamente sensate che, si spera, saranno ascoltate e messe in pratica da chi ha il dovere di assicurare la sicurezza nelle nostre città.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
© Riproduzione riservata