Da Assosolare la richiesta di revisione dell'art. 1 della legge Salva DIA
22/10/2010
Assosolare, in una lettera inviata oggi dal Segretario Generale
dell'Associazione Francesca Marchini ai proponenti e relatori della
norma in discorso, ha proposto una revisione dell'articolo 1 -
quater della legge 129/2010, la cosiddetta "Salva DIA", che
riguarda la Denuncia di Inizio attività (DIA) per la realizzazione
di impianti fotovoltaici.
La legge infatti, chiedendo la messa in esercizio degli impianti entro il 16 gennaio 2011 agli operatori che si sono avvalsi della DIA, può dare origine a notevoli criticità per il settore. Per questo l'Associazione propone di spostare il termine per la messa in esercizio di tali impianti al 30 giugno 2011.
Per Assosolare il primo articolo della Salva DIA è contrario all'articolo 3 della Costituzione che equipara i cittadini di fronte alla legge: "Questa norma", ha scritto il Segretario Generale dell'associazione, "mostra di fatto di privilegiare ogni forma di autorizzazione con la sola esclusione della DIA". Soltanto ai detentori della DIA, infatti, si chiede che l'impianto venga messo in esercizio entro il 16 gennaio 2011, mentre per chi si avvale di altri titoli abilitativi (concessioni edilizie, permessi di costruire, ecc), comunque censurati, il limite temporale è al 30 giugno.
"Imporre per legge la connessione degli impianti in DIA entro il 16 gennaio 2011 ha un impatto devastante anche sull'esito dei finanziamenti a tutti gli impianti in via di realizzazione" sostiene Assosolare. "Gli istituti di credito si stanno già rifiutando di erogare il credito agli impianti in DIA, mentre le banche che hanno già erogato finanziamenti vedono il pericolo di fallimento dei promotori degli impianti, in caso questi ultimi non entrassero in esercizio entro il 16 gennaio 2011. Un rischio che, oltre a coinvolgere le singole società interessate, può avere più ampie ripercussioni su tutto il settore del credito". Senza una modifica alla norma, si rischia inoltre di disincentivare gli investitori, scoraggiati da difficoltà amministrativo-procedurali, percepite come un vero e proprio rischio-Paese.
Queste difficoltà possono anche esporre a contenziosi ENEL Distribuzione e il GSE. "I tecnici ENEL addetti alla messa in esercizio degli impianti avranno per legge una finestra temporale di non più di dieci giorni lavorativi per dare corso a tutte le domande di connessione fatte attraverso DIA, e presentate entro il 31 dicembre 2010: questo espone ENEL a possibili contenziosi per il risarcimento dei danni derivanti da possibili connessioni tardive degli impianti alla rete. Tema analogo per il GSE che deve verificare l'efficacia del titolo abilitativo alla costruzione dell'impianto: a fronte di impianti allacciati dopo il 16 gennaio 2011 e costruiti in base a una DIA, il Gestore dovrebbe infatti dare una valutazione negativa. Qualora tuttavia il GSE rigettasse richieste di applicazione delle tariffe incentivanti ad impianti entrati in esercizio dopo il 16 gennaio 2011, sarà inevitabile che i soggetti istanti proporranno ricorso al TAR e che, proprio nell'ambito di tali giudizi, solleveranno la questione di legittimità costituzionale della predetta norma" aggiunge la lettera di Assosolare.
Per informazioni:
Close to Media (Ufficio stampa Assosolare)
02/70006237 - Luca Manzato, Michela Gelati
luca.manzato@closetomedia.it
michela.gelati@closetomedia.it
© Riproduzione riservata
La legge infatti, chiedendo la messa in esercizio degli impianti entro il 16 gennaio 2011 agli operatori che si sono avvalsi della DIA, può dare origine a notevoli criticità per il settore. Per questo l'Associazione propone di spostare il termine per la messa in esercizio di tali impianti al 30 giugno 2011.
Per Assosolare il primo articolo della Salva DIA è contrario all'articolo 3 della Costituzione che equipara i cittadini di fronte alla legge: "Questa norma", ha scritto il Segretario Generale dell'associazione, "mostra di fatto di privilegiare ogni forma di autorizzazione con la sola esclusione della DIA". Soltanto ai detentori della DIA, infatti, si chiede che l'impianto venga messo in esercizio entro il 16 gennaio 2011, mentre per chi si avvale di altri titoli abilitativi (concessioni edilizie, permessi di costruire, ecc), comunque censurati, il limite temporale è al 30 giugno.
"Imporre per legge la connessione degli impianti in DIA entro il 16 gennaio 2011 ha un impatto devastante anche sull'esito dei finanziamenti a tutti gli impianti in via di realizzazione" sostiene Assosolare. "Gli istituti di credito si stanno già rifiutando di erogare il credito agli impianti in DIA, mentre le banche che hanno già erogato finanziamenti vedono il pericolo di fallimento dei promotori degli impianti, in caso questi ultimi non entrassero in esercizio entro il 16 gennaio 2011. Un rischio che, oltre a coinvolgere le singole società interessate, può avere più ampie ripercussioni su tutto il settore del credito". Senza una modifica alla norma, si rischia inoltre di disincentivare gli investitori, scoraggiati da difficoltà amministrativo-procedurali, percepite come un vero e proprio rischio-Paese.
Queste difficoltà possono anche esporre a contenziosi ENEL Distribuzione e il GSE. "I tecnici ENEL addetti alla messa in esercizio degli impianti avranno per legge una finestra temporale di non più di dieci giorni lavorativi per dare corso a tutte le domande di connessione fatte attraverso DIA, e presentate entro il 31 dicembre 2010: questo espone ENEL a possibili contenziosi per il risarcimento dei danni derivanti da possibili connessioni tardive degli impianti alla rete. Tema analogo per il GSE che deve verificare l'efficacia del titolo abilitativo alla costruzione dell'impianto: a fronte di impianti allacciati dopo il 16 gennaio 2011 e costruiti in base a una DIA, il Gestore dovrebbe infatti dare una valutazione negativa. Qualora tuttavia il GSE rigettasse richieste di applicazione delle tariffe incentivanti ad impianti entrati in esercizio dopo il 16 gennaio 2011, sarà inevitabile che i soggetti istanti proporranno ricorso al TAR e che, proprio nell'ambito di tali giudizi, solleveranno la questione di legittimità costituzionale della predetta norma" aggiunge la lettera di Assosolare.
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