Dagli Architetti la richiesta di riequilibrio degli investimenti pubblici e di un nuovo habitat urbano

14/04/2011

"Occorre ideare e realizzare un nuovo habitat urbano, avviando - nel lungo periodo ed in sinergia con istituzioni, università, urbanisti, associazioni ambientaliste e costruttori - un'operazione di ampio respiro sul tema dell'abitare. Lo stato del patrimonio edilizio delle nostra città, ed in particolare delle periferie, è in condizioni tecniche, energetiche ed ambientali assolutamente disastrose, con conseguenze negative sulla vivibilità, alla quale non si può rinunciare".

Lo ha detto Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, intervenendo al XXVII Congresso dell'Istituto nazionale di urbanistica, "La città oltre la crisi", in corso a Livorno.

Per gli architetti italiani "il recupero ambientale dell'edificato non solo permetterebbe di ridisegnare le città, ma consentirebbe di "ristrutturare" il nostro Paese riportandolo negli standard di sicurezza e di efficienza dai quali è attualmente fuori, con un notevole risparmio per i cittadini sui quali gravano i costi per arginare il degrado delle proprie abitazioni".

"Una operazione, quella del rinnovamento e della riqualificazione delle città - secondo Ferruccio Favaron, presidente del dipartimento Politiche Urbane e Territoriali - che, dal punto di vista finanziario, può essere realizzata attraverso strumenti tra i quali l'utilizzo di incentivi fiscali, della perequazione urbanistica, di fondi europei; da quello economico, riequilibrando risorse ed investimenti pubblici da progetti che riguardano grandi opere infrastrutturali, ad interventi sulle nostre città".

A cura di Ufficio Stampa CNAPPC

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