Dal PAT le proposte per Rilanciare la modernizzazione del Paese

22/02/2013

Quanto costa riformare l'Italia e farla ripartire? Zero o quasi. Questa l'idea forte che è emersa nel corso del Professional Day svoltosi nei giorni scorsi, nell'ambito della tavola rotonda "Ambiente, paesaggio e sicurezza del territorio" curata dalle Professioni dell'Area Tecnica (PAT), che raggruppa ingegneri, geologi, periti industriali, geometri, periti agrari, chimici, tecnologi alimentari, dottori agronomi e forestali e biologi. Se ne fa portavoce Armando Zambrano, Coordinatore del PAT, che nella relazione introduttiva ha illustrato il pacchetto di 12 proposte elaborate dai professionisti italiani per rilanciare il Paese: "è arrivato il momento che entrino in campo nuove forze sociali realmente innovative e capaci, che portino sviluppo all'intero nostro sistema".

Al primo posto c'è la questione sussidiarietà. La pubblica amministrazione non riesce più a svolgere tutte le competenze. Sarebbe necessario il coinvolgimento degli Ordini e dei collegi professionali in modo da alleggerire la macchina burocratica.

Tra i punti più qualificanti, quello relativo all'occupazione. Le professioni dell'area tecnica propongono l'introduzione di contratti "start-up" di durata non superiore al tempo necessario per l'avvio ed il consolidamento dell'iniziativa imprenditoriale, quindi non oltre 36/48 mesi. Al termine di questo periodo il contratto dovrà essere trasformato a tempo indeterminato oppure il rapporto di lavoro non potrà continuare in nessuna forma.

Ma la maggiore efficienza del Paese passa anche attraverso il concetto di Open Data. Una buona riforma dell'apparato amministrativo, infatti, si muove attraverso la sua profonda innovazione. Il primo passaggio deve essere l'accessibilità per chiunque ai dati pubblici.
In merito alla riqualificazione del patrimonio abitativo, poi, un intervento urgente in ambito immobiliare, secondo il PAT, è la creazione di un'anagrafe basata sul fascicolo del fabbricato per favorire la messa in sicurezza contro i rischi naturali e ambientali e favorire la rigenerazione e la riqualificazione del nostro patrimonio abitativo.
Per quanto riguarda la cura del settore primario, un'Italia moderna deve avere un'agricoltura solida, improntata alla qualità. La sottolineatura dimostra come anche i professionisti italiani abbiano la piena consapevolezza del fatto che una nuova attenzione al settore primario sia ormai imprescindibile, soprattutto attraverso la valorizzazione del turismo e la programmazione energetica.

Ad alimentare la tavola rotonda, moderata dal vicedirettore del Tg La7, Andrea Pancani, si sono avvicendati Donato Rotundo, direttore area Ambiente Energia Confagricoltura, Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Legambiente, il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, accanto all'economista Claudio Cacciamani e al direttore del Censis, Giuseppe Roma. Dalla platea hanno dato il loro significativo contributo il Presidente del Consiglio Nazionale dottori agronomi e forestali, Andrea Sisti, il Vice Presidente Consiglio Nazionale Ingegneri Fabio Bonfà, il Presidente Consiglio Nazionale Geologi Gian Vito Graziano, il Presidente Consiglio Nazionale Periti Industriali Giuseppe Jogna, il Presidente Consiglio Nazionale Geometri Fausto Savoldi, il Presidente Consiglio Nazionale Periti Agrari Lorenzo Benanti, il Presidente Consiglio Nazionale Chimici Armando Zingales e il Presidente Consiglio Nazionale Tecnologi alimentari, Giovanni Carlo Criscuoli.

Riforme sostenibili e a costo zero
Manca un progetto vero per lo sviluppo dell'Italia. Eppure, la soluzione sarebbe molto più semplice di quello che sembra, almeno per dare slancio ad una parte dell'economia. è quella che i professionisti dell'area tecnica (PAT) hanno proposto nei giorni scorsi oggi a Roma, per la seconda edizione del Professional Day: affidare alle categorie professionali funzioni e servizi attualmente in carico alla macchina pubblica. Ovvero, applicare quel principio di sussidiarietà che potrebbe snellire gli apparati burocratici senza spese aggiuntive per lo Stato.

"Non intendiamo chiedere nuove risorse pubbliche - ha dichiarato Armando Zambrano, coordinatore del PAT - ma offrire il nostro contributo in termini di idee e competenze per far sì che lo Stato torni ad essere efficace, snello e che, soprattutto, il nostro Paese ritrovi un nuovo slancio di crescita".

Salvaguardia dell'ambiente, stop alla cementificazione e inserimento dei giovani nel mondo del lavoro tra gli altri temi posti sul tappeto dal PAT, organizzazione che raggruppa le 9 professioni tecniche degli ingegneri, dei geologi, dei periti industriali, dei geometri, dei periti agrari, dei chimici, dei tecnologi alimentari, dei dottori agronomi e forestali e dei biologi. Insieme, le categorie hanno espresso un documento con 12 proposte al Governo che verrà, una sorta di 'ricetta' per uscire dalle strette della recessione, utilizzando e valorizzando maggiormente le competenze dei professionisti italiani.

Ipotesi che ha trovato subito l'avvallo del premier uscente Mario Monti intervenuto nel corso del dibattito con un collegamento in video conferenza organizzato da Catania. "I professionisti - ha esordito - rappresentano un serbatoio di competenze ed esperienze che, in questo momento delicato del Paese, hanno un ruolo particolarmente cruciale". Monti ha infatti riconosciuto che le categorie professionali "possono e devono collaborare con le funzioni della Pubblica Amministrazione per supportare esigenze di aggiornamento e di capacità tecnica utili a rendere più efficiente la "macchina" pubblica.

Far ripartire l'Italia si può, i professionisti ne sono convinti, e mettersi a disposizione del Paese, per loro, è naturale. Il patrimonio di conoscenze di ogni categoria ora più che mai è al servizio del futuro di tutta la collettività.

A cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale degli Ingegneri

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