Distanze legali in edilizia, tettoie da considerare ai fini della distanza dal confine
26/10/2012
La verifica delle distanze legali in edilizia va verificata anche
su un manufatto privo di pareti ma realizzante una determinata
volumetria, assumendo come punto di riferimento la linea esterna
della parete ideale posta a chiusura dello spazio esistente tra le
strutture portanti più avanzate del manufatto stesso.
Lo ha affermato la Sezione VI della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 2 ottobre 2012, n. 16776. In particolare, la Cassazione ha dovuto dirimere una controversia inerente la rimozione di una struttura metallica con tettoia, oltre al risarcimento del danno provocato sul muro di confine dall'ancoraggio della struttura.
Gli ermellini, accogliendo il ricorso proposto contro una sentenza della Corte di appello che aveva rigettato la domanda relativa alla richiesta di rimozione della tettoia, ha ricordato che rappresenta un principio fermo nella giurisprudenza della Cassazione che "costituisce costruzione anche un manufatto privo di pareti ma realizzante una determinata volumetria, e pertanto la misura delle distanze legali per verificare se il relativo obbligo è stato rispettato deve esser effettuata assumendo come punto di riferimento la linea esterna della parete ideale posta a chiusura dello spazio esistente tra le strutture portanti più avanzate del manufatto stesso".
La Suprema Corte ha, inoltre, affermato che la dimostrazione che la tettoia in questione sia da considerare una costruzione ai fini della distanza dal confine, risiede nella ammissione che la stessa possegga caratteri di stabilità, consistenza ed immobilizzazione al suolo, dunque la costruzione di pareti è irrilevante ai fini della rilevazione della distanza.
© Riproduzione riservata
Lo ha affermato la Sezione VI della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza 2 ottobre 2012, n. 16776. In particolare, la Cassazione ha dovuto dirimere una controversia inerente la rimozione di una struttura metallica con tettoia, oltre al risarcimento del danno provocato sul muro di confine dall'ancoraggio della struttura.
Gli ermellini, accogliendo il ricorso proposto contro una sentenza della Corte di appello che aveva rigettato la domanda relativa alla richiesta di rimozione della tettoia, ha ricordato che rappresenta un principio fermo nella giurisprudenza della Cassazione che "costituisce costruzione anche un manufatto privo di pareti ma realizzante una determinata volumetria, e pertanto la misura delle distanze legali per verificare se il relativo obbligo è stato rispettato deve esser effettuata assumendo come punto di riferimento la linea esterna della parete ideale posta a chiusura dello spazio esistente tra le strutture portanti più avanzate del manufatto stesso".
La Suprema Corte ha, inoltre, affermato che la dimostrazione che la tettoia in questione sia da considerare una costruzione ai fini della distanza dal confine, risiede nella ammissione che la stessa possegga caratteri di stabilità, consistenza ed immobilizzazione al suolo, dunque la costruzione di pareti è irrilevante ai fini della rilevazione della distanza.
A cura di Ilenia
Cicirello
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