ENERGIA, LE CONTROVERSIE NON VADANO AL TAR DEL LAZIO
18/07/2008
Un appello forte al Governo perché rinunci alla propria
intenzione di trasferire al Tar del Lazio le competenze sulle
controversie in tema di energia è stato lanciato dal presidente
della Regione, Roberto Formigoni, insieme al presidente del
Tar della Lombardia, Piermaria Piacentini, e all'assessore
alle Reti, Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile,
Massimo Buscemi.
La presa di posizione comune di Formigoni e Piacentini nasce dall'intenzione del Governo ("manifestata in più occasioni") di assegnare al Tar Lazio tutte le controversie concernenti il settore dell'energia anche in relazione alla fase cautelare e alle eventuali questioni risarcitorie (in queste controversie rientrano anche quelle relative ai diritti costituzionalmente garantiti).
Dopo la presentazione di un emendamento che la Camera ha considerato inammissibile per estraneità della materia, il Governo ha ripresentato la proposta attraverso l'articolo 18 del Disegno di Legge "Misure per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria".
"L'invito che rivolgiamo al Governo - ha proseguito Formigoni - è a riflettere seriamente sull'opportunità di questa decisione che rischia di provocare un grave e inaccettabile allungamento dei tempi e che in ogni caso è destinata a sottrarre una parte importante dei procedimenti non solo al Tar della Lombardia ma a tutti i tribunali regionali".
Dopo aver riferito come si siano già manifestati segnali di malcontento e avversione nei confronti di questo passaggio di competenza, soprattutto da parte degli avvocati amministrativisti e delle aziende del settore, Formigoni ha sottolineato che "a pagare le maggiori conseguenze sarebbe il nord Italia e la Lombardia in particolare, dove si concentrano la maggior parte delle realtà che si occupano di energia".
A questo proposito l'assessore Buscemi ha riferito che Assoelettrica e Aper, le due principali associazioni che riuniscono le aziende che si occupano di energia, si sono già dichiarate contrarie all'ipotesi del Governo.
"Questa proposta - ha detto ancora Formigoni - fa parte purtroppo di una deriva centralista, di cui ci sfugge il significato, e che ha già portato all'attribuzione al Tar del Lazio di molte altre competenze. Si tratta di un processo che è in controtendenza rispetto ad un comune sentire che si sta sempre più affermando nella comunità politica e civile che vuole snellezza nei procedimenti, brevità e valorizzazione delle realtà regionali in tutti i campi".
"Il Tar della Lombardia - ha concluso Formigoni - ha dimostrato in questi anni di saper garantire una azione fluida ed efficiente, oltre ad una elevata competenza amministrativa".
"I Tribunali amministrativi regionali - ha aggiunto il presidente Piacentini - sono nati nel 1971 proprio per portare la giustizia più vicino ai luoghi e alle persone. Oggi si assiste invece ad un ritorno al centro che contrasta con i principi del federalismo che stanno trovando attuazione nel nostro Paese"
Le controversie che potrebbero venire trasferite a Roma, se la proposta del Governo venisse approvata, sono circa mille all'anno, secondo la stima fornita dal presidente Piacentini, e riguardano diversi argomenti: derivazioni idroelettriche, centrali a biomasse, gare per la distribuzione del gas fatte da piccoli Comuni, grandi impianti di termovalorizzazione e quant'altro. "In tutti questi casi - ha concluso Piacentini - la vicinanza è essenziale".
Fonte: Regione Lombardia
© Riproduzione riservata
La presa di posizione comune di Formigoni e Piacentini nasce dall'intenzione del Governo ("manifestata in più occasioni") di assegnare al Tar Lazio tutte le controversie concernenti il settore dell'energia anche in relazione alla fase cautelare e alle eventuali questioni risarcitorie (in queste controversie rientrano anche quelle relative ai diritti costituzionalmente garantiti).
Dopo la presentazione di un emendamento che la Camera ha considerato inammissibile per estraneità della materia, il Governo ha ripresentato la proposta attraverso l'articolo 18 del Disegno di Legge "Misure per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria".
"L'invito che rivolgiamo al Governo - ha proseguito Formigoni - è a riflettere seriamente sull'opportunità di questa decisione che rischia di provocare un grave e inaccettabile allungamento dei tempi e che in ogni caso è destinata a sottrarre una parte importante dei procedimenti non solo al Tar della Lombardia ma a tutti i tribunali regionali".
Dopo aver riferito come si siano già manifestati segnali di malcontento e avversione nei confronti di questo passaggio di competenza, soprattutto da parte degli avvocati amministrativisti e delle aziende del settore, Formigoni ha sottolineato che "a pagare le maggiori conseguenze sarebbe il nord Italia e la Lombardia in particolare, dove si concentrano la maggior parte delle realtà che si occupano di energia".
A questo proposito l'assessore Buscemi ha riferito che Assoelettrica e Aper, le due principali associazioni che riuniscono le aziende che si occupano di energia, si sono già dichiarate contrarie all'ipotesi del Governo.
"Questa proposta - ha detto ancora Formigoni - fa parte purtroppo di una deriva centralista, di cui ci sfugge il significato, e che ha già portato all'attribuzione al Tar del Lazio di molte altre competenze. Si tratta di un processo che è in controtendenza rispetto ad un comune sentire che si sta sempre più affermando nella comunità politica e civile che vuole snellezza nei procedimenti, brevità e valorizzazione delle realtà regionali in tutti i campi".
"Il Tar della Lombardia - ha concluso Formigoni - ha dimostrato in questi anni di saper garantire una azione fluida ed efficiente, oltre ad una elevata competenza amministrativa".
"I Tribunali amministrativi regionali - ha aggiunto il presidente Piacentini - sono nati nel 1971 proprio per portare la giustizia più vicino ai luoghi e alle persone. Oggi si assiste invece ad un ritorno al centro che contrasta con i principi del federalismo che stanno trovando attuazione nel nostro Paese"
Le controversie che potrebbero venire trasferite a Roma, se la proposta del Governo venisse approvata, sono circa mille all'anno, secondo la stima fornita dal presidente Piacentini, e riguardano diversi argomenti: derivazioni idroelettriche, centrali a biomasse, gare per la distribuzione del gas fatte da piccoli Comuni, grandi impianti di termovalorizzazione e quant'altro. "In tutti questi casi - ha concluso Piacentini - la vicinanza è essenziale".
Fonte: Regione Lombardia
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