Energie rinnovabili, lettera aperta delle Associazioni al Governo
23/03/2012
Dopo l'appello dei giorni scorsi, ANEV, APER, e FEDERPERN hanno
inviato una lettera al Primo Ministro Mario Monti e ai
Ministri Corrado Passera, Corrado Clini, Mario
Catania ed Elsa Fornero facendo il punto della
situazione delle energie rinnovabili in Italia.
Come già evidenziato in un comunicato congiunto (leggi news), l'assenza di una Strategia energetica nazionale ha già causato notevoli problematiche ad un mercato che nonostante tutto è diventato trainante per l'economia italiana. Le associazioni verdi hanno però rilevato come il pesante ritardo nell'adozione della disciplina sui nuovi sistemi incentivanti per le Fonti di Energia Rinnovabili (FER) elettriche che dovrebbero entrare a regime (ai sensi del D.Lgs n. 28 del 3 marzo 2011) il 1 gennaio 2013, è ormai divenuto insostenibili e come già accaduto si potrebbe arrivare allo stop dell'intero comparto produttivo. Il settore delle rinnovabili, oltre agli evidenti vantaggi per l'ambiente, ha già portato l'occupazione di oltre 100.000 addetti, coinvolgendo diversi settori industriali tra i quali l'elettrico, il chimico, il metalmeccanico, l'agroenergetico e un indotto di piccole e medie imprese che hanno basato la propria attività nel comparto dell'energia verde, resistendo alla crisi che sta investendo il Paese.
Le associazioni "verdi" pur riconoscendo la necessità di una rimodulazione del sistema incentivante, hanno evidenziato come questo ha permesso al sistema di crescere e svilupparsi, creando posti di lavoro. Adesso è arrivato il momento di risolvere lo stato di precarietà che sta quasi azzerando ciò di positivo che è accaduto negli ultimi anni con la perdita di investitori stranieri che senza una normativa energetica stabile hanno smesso di investire in un Paese ormai "vecchio" che ha perso lo splendore di un tempo. L'Italia, cullandosi sulla storia che l'ha resa famosa nel mondo, ha ormai perso terreno e necessità di un radicale cambio.
Come rilevato dalle associazioni, l'assenza di un confronto aperto e strutturato tra Governo e operatori sui temi così delicati come quello degli incentivi, unitamente al cumulato ritardo sull'emissione del decreto attuativo del Dlgs n.28/2011, dovrebbe portare, auspichiamo, al posticipo dell'applicazione delle nuove e attese normative.
"ANEV, APER, e FEDERPERN in mancanza di una Strategia Energetica Nazionale chiedono l'apertura di un tavolo di confronto urgente per una proroga di 12 mesi nell'applicazione dei nuovi sistemi incentivanti, per garantire stabilità, certezza e salvaguardia degli investimenti già in corso di realizzazione da parte degli operatori del settore. Si chiede quindi che siano mantenuti in questo periodo transitorio e comunque almeno fino al 31 dicembre 2013 le regole e i meccanismi attuali, al fine di concedere al settore il tempo minimo necessario di comprendere, quando saranno noti, i nuovi meccanismi e in particolare il sistema delle aste che, se introdotto, costituirebbe una novità assoluta".
"Lo sviluppo delle rinnovabili è strategico e necessario per il rispetto non solo degli obiettivi europei al 2020 sottoscritti dal nostro Paese meno di due anni fa, ma anche dei nuovi obiettivi al 2030 fissati dalla Commissione Europea e sui quali si è già espresso con una risoluzione vincolante il Parlamento Europeo, nonché della Road Ma p al 2050 già approvata dall'Unione Europea. Qualsiasi ostacolo ad una ulteriore crescita del settore fermerebbe lo sviluppo della filiera industriale avviato in questi anni e metterebbe a rischio il raggiungimento di questi target, ponendoci di fatto al di fuori delle politiche energetico-ambientali dell'Unione Europea, con il pericolo concreto di procedure di infrazione comunitaria e sanzioni".
© Riproduzione riservata
Come già evidenziato in un comunicato congiunto (leggi news), l'assenza di una Strategia energetica nazionale ha già causato notevoli problematiche ad un mercato che nonostante tutto è diventato trainante per l'economia italiana. Le associazioni verdi hanno però rilevato come il pesante ritardo nell'adozione della disciplina sui nuovi sistemi incentivanti per le Fonti di Energia Rinnovabili (FER) elettriche che dovrebbero entrare a regime (ai sensi del D.Lgs n. 28 del 3 marzo 2011) il 1 gennaio 2013, è ormai divenuto insostenibili e come già accaduto si potrebbe arrivare allo stop dell'intero comparto produttivo. Il settore delle rinnovabili, oltre agli evidenti vantaggi per l'ambiente, ha già portato l'occupazione di oltre 100.000 addetti, coinvolgendo diversi settori industriali tra i quali l'elettrico, il chimico, il metalmeccanico, l'agroenergetico e un indotto di piccole e medie imprese che hanno basato la propria attività nel comparto dell'energia verde, resistendo alla crisi che sta investendo il Paese.
Le associazioni "verdi" pur riconoscendo la necessità di una rimodulazione del sistema incentivante, hanno evidenziato come questo ha permesso al sistema di crescere e svilupparsi, creando posti di lavoro. Adesso è arrivato il momento di risolvere lo stato di precarietà che sta quasi azzerando ciò di positivo che è accaduto negli ultimi anni con la perdita di investitori stranieri che senza una normativa energetica stabile hanno smesso di investire in un Paese ormai "vecchio" che ha perso lo splendore di un tempo. L'Italia, cullandosi sulla storia che l'ha resa famosa nel mondo, ha ormai perso terreno e necessità di un radicale cambio.
Come rilevato dalle associazioni, l'assenza di un confronto aperto e strutturato tra Governo e operatori sui temi così delicati come quello degli incentivi, unitamente al cumulato ritardo sull'emissione del decreto attuativo del Dlgs n.28/2011, dovrebbe portare, auspichiamo, al posticipo dell'applicazione delle nuove e attese normative.
"ANEV, APER, e FEDERPERN in mancanza di una Strategia Energetica Nazionale chiedono l'apertura di un tavolo di confronto urgente per una proroga di 12 mesi nell'applicazione dei nuovi sistemi incentivanti, per garantire stabilità, certezza e salvaguardia degli investimenti già in corso di realizzazione da parte degli operatori del settore. Si chiede quindi che siano mantenuti in questo periodo transitorio e comunque almeno fino al 31 dicembre 2013 le regole e i meccanismi attuali, al fine di concedere al settore il tempo minimo necessario di comprendere, quando saranno noti, i nuovi meccanismi e in particolare il sistema delle aste che, se introdotto, costituirebbe una novità assoluta".
"Lo sviluppo delle rinnovabili è strategico e necessario per il rispetto non solo degli obiettivi europei al 2020 sottoscritti dal nostro Paese meno di due anni fa, ma anche dei nuovi obiettivi al 2030 fissati dalla Commissione Europea e sui quali si è già espresso con una risoluzione vincolante il Parlamento Europeo, nonché della Road Ma p al 2050 già approvata dall'Unione Europea. Qualsiasi ostacolo ad una ulteriore crescita del settore fermerebbe lo sviluppo della filiera industriale avviato in questi anni e metterebbe a rischio il raggiungimento di questi target, ponendoci di fatto al di fuori delle politiche energetico-ambientali dell'Unione Europea, con il pericolo concreto di procedure di infrazione comunitaria e sanzioni".
A cura di Gabriele
Bivona
© Riproduzione riservata
- Tag: