Equo compenso, Certezza dei pagamenti, Condono edilizio: il Comune di Napoli incontra i professionisti

24/05/2018

Il 17 maggio, a Napoli presso palazzo San Giacomo in Napoli, si è tenuto il tavolo tecnico composto dai rappresentanti del Comune di Napoli e della Coalizione 27 Febbraio nel corso del quale sono stati discussi argomenti cogenti per la libera professione.

All’esito dell’incontro, dopo ampia e approfondita discussione, si è deciso di concentrare lo studio su alcuni punti di seguito riassunti.

Equo compenso

L’art. 19 quaterdecies del d.l. 148/17, convertito nella legge 172/17, ha esteso il principio dell’equo compenso alle prestazioni professionali a favore della pubblica amministrazione, definendo come vessatorie le clausole del contratto di affidamento che consentano di pretendere prestazioni a titolo gratuito.

Il legislatore ha inteso superare un fenomeno che negli ultimi anni, anche per effetto dell’abolizione dei tariffari, ha caratterizzato le procedure di affidamento di servizi professionali e che ha visto molte amministrazioni prevedere compensi non correttamente parametrati alla qualità e quantità delle prestazioni richieste o addirittura compensi simbolici. Eclatanti i casi in cui il compenso economico non era nemmeno previsto.

Oggi tutte le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di attuare il principio dell’equo compenso, prevedendo che i compensi siano determinati sulla base dei parametri fissati con i vari decreti ministeriali.

Il primo provvedimento di una amministrazione pubblica regionale che si è posto in linea con il principio dell’equo compenso è la delibera n. 29/18 della Regione Toscana, da considerarsi un importante punto di riferimento.

Il Comune di Napoli potrebbe diventare la prima amministrazione comunale d’Italia ad adottare una delibera sull’equo compenso, dal contenuto analogo a quella toscana.

Contrasto allo sfruttamento dei lavoratori autonomi

Il contrasto a ogni forma di sfruttamento dovrebbe andare di pari passo alla promozione delle migliori pratiche amministrative, mutualistiche e cooperative che aprano all’esercizio di attività lavorative in spazi comuni del patrimonio pubblico, riconvertito o recuperato a tal fine (coworking, fab-lab, start-up).

Il Comune di Napoli, nel corso del consiglio comunale del 23/03/18, ha approvato una delibera molto importante in tema di contrasto allo sfruttamento del lavoro nero e del lavoro sottopagato, la n. 100, che ha modificato il Regolamento per la concessione di suolo pubblico, subordinandola al rispetto da parte dei richiedenti di una serie di norme, tra cui spiccano quelle in materia di lavoro, contribuzione previdenziale, applicazione dei contratti collettivi, tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, con conseguente inasprimento delle sanzioni per i concessionari trasgressori. Si prevede che gli accertamenti delle violazioni siano eseguiti dall'Ispettorato del Lavoro, con cui l'amministrazione napoletana stipulerà un Protocollo di intesa che costituirà parte integrante del Regolamento.

Questa delibera, unica in Italia, costituisce un rilevante precedente circa l'uso degli strumenti amministrativi comunali contro lo sfruttamento del lavoro. Provvedimenti simili crediamo possano essere adottati al fine di contrastare lo sfruttamento di tutti i lavoratori che, anche indirettamente, entrino in rapporto con l’amministrazione pubblica, ad esempio partecipando a bandi per l’affidamento di incarichi o prestazioni di servizi.

Lotta alla concorrenza sleale

Le criticità analizzate hanno fatto esplicito riferimento all'ambito dei Servizi di Ingegneria e di Architettura, settore in sofferenza per una sempre più diffusa concorrenza sleale, ma in realtà sono numerosi i settori dei servizi professionali, sia materiali sia immateriali, in cui si è riscontrato il mancato controllo da parte delle pubbliche amministrazioni dell’esistenza di incompatibilità tra la libera professione ed altra occupazione come dipendente a tempo pieno, che in alcuni casi di legge dovrebbe rendere nulla l’eventuale aggiudicazione. Dunque si hanno gravi ripercussioni per il singolo professionista, cui spettano poi la responsabilità e l’onere di fare ricorso in sede giudiziaria, per far valere i propri diritti. Le incompatibilità più frequenti sono quelle che riguardano i docenti universitari a tempo pieno, per i quali vi è un’ampia letteratura giuridica, che narra di numerosi casi di comportamento sleale, peraltro sanzionabile anche da parte degli ordini professionali.

Il controllo basilare che può operare la Pubblica Amministrazione può consistere nel richiedere al partecipante, di dichiarare ai sensi del DPR 445/2000 quale sia la sua condizione rispetto alle incompatibilità di partecipazione, con specifico riferimento ai docenti universitari a tempo pieno, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 56 a 65, della Legge 662/96, all’articolo 53 del D. Lgs. n. 165/01, nonché all’articolo 6, commi 9, 10 e 12, della Legge 240/2010 (cd “legge Gelmini”).

Si precisa che per le professioni riconosciute gli ordini professionali dovrebbero istituire un elenco separato per i dipendenti a tempo pieno e a tempo parziale, che siano iscritti all’albo, ma che ad oggi sono rari gli esempi in tal senso.

Certezza dei pagamenti

Sono state valutate tutte le procedure amministrative che richiedono l'ausilio di un professionista, come un Ingegnere, un Architetto, un Geometra o in generale l'asseverazione o la firma di un professionista abilitato (SCIA, Cila, permesso a costruire, perizie giurate, etc.). Si è sovente riscontrato che in questo ambito sono svolti incarichi di progettazione che poi non vengono pagati, mentre il committente che beneficia delle procedure può dare tranquillamente inizio ai lavori, una volta che siano state espletate dal professionista.

Il Comune potrebbe prevedere nelle procedure d'ufficio, attuate attraverso la piattaforma telematica del Portale metropolitano, di acquisire da parte del cittadino e/o dell’ente committente idonea documentazione attestante i pagamenti dei professionisti di cui sia stata richiesta l'opera intellettuale, per l'ottenimento di permessi, concessioni, autorizzazioni, assensi comunque denominati, ecc..

Procedure di tutela dei liberi professionisti, come da noi proposte, potrebbero essere messe a punto sul modello di un emendamento al Disegno di legge n. 1259 approvato dalla IV Commissione dell'Assemblea Regionale Siciliana (ARS) con cui viene modificata la legge regionale 10 agosto 2016 n. 16, recante "Recepimento del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di edilizia approvato con decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380".

Lotta all’evasione fiscale

Nell’ambito del Protocollo d’intesa tra comune di Napoli ed Ispettorato del lavoro, promosso per combattere lo sfruttamento dei lavoratori, crediamo si possa proporre un ulteriore livello di controllo che riguarda le prestazioni professionali. L’ampio dibattito sulla certezza dei pagamenti ha portato alcune categorie di professionisti, quali gli Ingegneri, Architetti, Geometri, Geologi, Agronomi, a valutare la necessità di combattere con misure più efficaci di quelle attualmente messe in campo dai governi, l’evasione fiscale, sovente connessa allo sfruttamento dei lavoratori autonomi, soprattutto nei grandi studi professionali, che usufruiscono di titolari di finte partite IVA (veri dipendenti a tempo pieno sottopagati come prestatori d’opera occasionale), ma anche dei piccoli studi che evadono il fisco, non emettendo fattura per le prestazioni svolte.

 Risolutiva potrebbe essere la creazione di un pubblico registro obbligatorio, gratuito e telematico per la registrazione dei contratti di prestazione professionale, che consegue anche lo scopo di combattere l’evasione fiscale e che potrebbe essere studiato in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro e l’Agenzia delle Entrate.

Questo processo, reso snello dall’uso degli strumenti informatizzati, offrirebbe garanzie a tutti i soggetti coinvolti, innescando un circolo virtuoso, per cui:

  • lo Stato avrà garanzia sulla trasparenza delle entrate dei Professionisti;
  • la riduzione delle prestazione “a nero” migliorerà il livello dei prezzi praticati a vantaggio di chi ha sempre lavorato in modo trasparente;
  • il committente verrà garantito mediante un contratto standardizzato;
  • il professionista avrà certezza del pagamento, evitando procedimenti di recupero crediti faticosi e spesso infruttuosi cui spesso si rinuncia per mancanza delle risorse necessarie oppure perché l’importo della prestazione professionale risulta inferiore alla parcella degli avvocati.

Riconoscimento delle figure professionali nella pianta organica del comune e impegni normativi rispetto alla disciplina del documento

Nell’Ambito del Protocollo sottoscritto tra Comune di Napoli e Coalizione 27 Febbraio il Comune potrebbe approvare il riconoscimento nella pianta organica del personale della figura dell’archivista - nella duplice accezione di responsabile dell’archivio storico e della gestione dei flussi documentali -, avendo figure professionali inquadrate come funzionari amministrativi, che in realtà svolgono servizio ed attività quotidiana effettiva presso l’Archivio Storico.

Si ritiene importante, tanto dal punto di vista dei contenuti quanto dal punto di vista simbolico, che si affermi nelle amministrazioni pubbliche il riconoscimento del ruolo, dei titoli e la pari dignità di tutte le figure professionali. Non a caso il D.lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) all’art. 9bis individua specificamente i Professionisti competenti ad eseguire interventi sui beni culturali, mentre all’art. 10, comma 2, lettera b), individua come beni culturali, tra gli altri, “gli archivi e i singoli documenti dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto pubblico”. Tutti i documenti, dunque, anche quelli correnti, quale che ne sia il supporto (cartaceo o digitale), sono beni culturali. Inoltre, l’art. 61 del T.U.D.A., approvato con DPR n. 445/2000, prevede espressamente presso ogni ente pubblico la figura dell’esperto del protocollo informatico, della gestione flussi documentali e degli archivi correnti per le attività indicate negli artt. 64-66, 67R, 68R. Tali obblighi, infine, sono stabiliti dagli artt. 40-44 del CAD approvato con D.Lgs. n. 82/2005 e s.m.i.

A fronte di tali obblighi appare necessario, dunque, che mansioni e funzioni riguardanti la disciplina del documento vengano affidate a professionisti interni ed esterni all’amministrazione in possesso di specifici titoli abilitativi. Ciò eviterà sicuramente sovrapposizioni inopinate con altri ambiti professionali che hanno operato nell’ambito documentale-archivistico, senza specifiche competenze, con prodotti finali che non hanno raggiunto l’obiettivo del corretto passaggio di flussi documentali cartacei al mondo digitale.

Proposta di partecipazione al tavolo tecnico sul Condono edilizio

Al termine del tavolo tecnico il dott. Sperandeo ha anticipato che, in considerazione della rilevanza degli argomenti affrontati dalla Coalizione e della capacità multidisciplinare di affrontare questioni che riguardano trasversalmente i liberi professionisti di vari settori, il sindaco intende coinvolgere la Coalizione C27 nel tavolo tecnico sul condono edilizio, argomento complesso cui verranno chiamati tutti gli ordini professionali e collegi interessati dall’argomento (agronomi, architetti, avvocati, geologi, geometri, ingegneri, periti) e che ha visto un ampio dibattito politico in Consiglio in conseguenza delle ultime decisioni intraprese dall’amministrazione comunale di Napoli.

La Coalizione C27 ritiene che ci siano i giusti presupposti affinché il Comune di Napoli trasformi le proposte illustrate in delibere, protocolli d’intesa, dispositivi, ordinanze, tutto quanto utile a migliorare le condizioni della libera professione e a dare un segnale di cambiamento politico nel settore, da troppi anni bistrattato da tutti i governi.

In allegato la relazione completa dell'incontro.

A cura di arch. ing. Raffaella Forgione
Vice Presidente Comitato Professioni Tecniche



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