Expo Milano 2015 e Corte dei Conti: Concorrenza alterata in molti appalti e anomalie nella fase esecutiva
31/01/2017
E’ stata pubblicata alla fine del mese di dicembre 2016 la determinazione 20 dicembre 2016, n. 146 della Corte dei Conti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società Expo Milano 2015.
Il 31 dicembre 2015 si è chiuso l'esercizio sociale che ha visto
la realizzazione dell'Esposizione universale "Expo Milano
2015" sul tema "Nutrire il pianeta, energie per la
vita".
L'evento ha prodotto ricavi pari ad oltre 427 milioni di
euro, a fronte di oltre 21 milioni e mezzo di
titoli di ingresso emessi.
Il totale complessivo dei ricavi introitati dalla società Expo 2015
S.p.A. comprensivi del totale di vendite di prodotti e prestazioni
di servizi, è stato pari a 740 milioni, di cui circa 218
milioni per le sole sponsorizzazioni.
L'esercizio 2015 - il settimo di attività della
Società - si è chiuso con una perdita di 23,8 milioni di
euro, sensibilmente inferiore rispetto a quella
verificatasi nel 2014, di oltre 45 milioni, ma che riflette le
originarie carenze strategiche e le disfunzioni. Ciò anche a causa
del complesso sistema di governance nel quale ha operato
la società Expo, con la compresenza di una molteplicità di ambiti
decisionali e di soggetti attuatori, senza trascurare gli effetti
distorsivi sulle ordinarie regole della concorrenza, causati
dall'urgenza nella realizzazione dei lavori e dei servizi necessari
alla realizzazione del Sito espositivo.
La Corte ribadisce che l’eccessivo ricorso ad istituti come varianti ed opere complementari, rischia di determinare vere e proprie anomalie della fase esecutiva dell’appalto. In ogni caso, tali sopravvenienze si concretizzano pur sempre in un considerevole aumento dei costi delle opere rispetto a quelli negoziati che, laddove intervengano in affidamenti aggiudicati esclusivamente sulla base dell’offerta economica possono di fatto vanificare lo stesso ribasso di gara; in altri casi possono favorire l’alterazione della leale concorrenza, ove fenomeni corruttivi si siano eventualmente insinuati nella fase preliminare alla gara o nel corso della stessa. Del resto, non possono trascurarsi le lacune dal punto di vista della programmazione preliminare e progettuale, che hanno caratterizzato lo start up della Società, ed il cui effetto ‘domino’ si è riversato su tutte le successive attività di affidamento, cosicché le principali varianti intervenute si atteggiano sostanzialmente quali prevedibili conseguenze di tale incerto inizio.
Nel documento della Corte dei conti viene rilevato che le maggiori criticità riferibili alla realizzazione della manifestazione possono rinvenirsi, principalmente, nei seguenti tre ambiti:
- l'alterazione del principio della concorrenza in molti appalti affidati, pur se in fattispecie di affidamento diretto previste dal Codice dei contratti pubblici oppure rientranti nell'ambito del sistema derogatorio previsto per l'Expo;
- i maggiori costi di lavori e servizi, derivanti dalle numerose varianti in corso d'opera;
- le vicende giudiziarie penali relative alla gestione di alcuni appalti, che hanno determinato il commissariamento di 5 imprese affidatarie, da parte del Prefetto di Milano.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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